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FINALE CHAMPION’S LEAGUE: Juve e Italia nella stessa…Barça

tevez-allegriJuventus e Barcellona si contenderanno sabato sera la Coppa dei Campioni, il più prestigioso trofeo europeo per squadre di club. Bando ai campanilismi più estremi (mezza Italia tiferà Barcellona, mezza Spagna tiferà Juve), va detto che il calcio italiano avrebbe estremo bisogno dell’affermazione di un proprio club a livello continentale. In Europa League Napoli e Fiorentina avrebbero potuto affrontarsi in finale, ma così non è stato; ora ritenteranno la scalata insieme alla Sampdoria, la Lazio andrà in Champion’s passando però per i preliminari, mentre per Juventus e Roma, rispettivamente 1° e 2° classificata, l’accesso alla massima competizione è diretto.

La Juventus si appresta a giocare la sua ottava finale: due vittorie, cinque sconfitte. I successi sono datati 1985 e 1996, decisi entrambi dal dischetto. Nella maledetta finale di Bruxelles fu Platini a realizzare il penalty per un fallo su Boniek commesso da Gillespie  ma cominciato fuori area, undici anni dopo a Roma nella lotteria dagli undici metri, bianconeri tutti a segno (Ferrara, Pessotto, Padovano, Jugovic) per gli olandesi fatali gli errori di Davids e Silooy. La gara si era chiusa sull’1-1, Juve in vantaggio con Ravanelli e raggiunta dal finlandese Litmanen.

Vittoria vendetta nel ricordo della finale del 1973, a Belgrado, quando Rep al 4° batté Zoff permettendo così al club di Amsterdam di alzare la coppa. Dieci anni dopo ancora lacrime bianconere quando Zoff fu beffato all’8° (se sabato la Juve non prenderà gol nei primi dieci sarà già a metà dell’opera) da un tiro partito da lontano tutt’altro che irresistibile. Una vignetta molto efficace ritrasse Felix Magath su una bicicletta nell’atto di “scippare” la coppa ad una “vecchia signora” che camminava sotto braccio con Gianni Agnelli.

Questo per dire che fu una sconfitta del tutto inaspettata: bianconeri con tutti favori del pronostico avendo lasciato per strada avversari del calibro di Standard Liegi, Aston Villa (il club di Birmingham era una signora squadra) e, in semifinale, i polacchi del Widzew Lodz, ex squadra di Boniek, ma finirono battuti dal semisconosciuto Amburgo. Un momento, l’HSV non era certo l’ultimo arrivato, quell’anno vinse il titolo in Germania per la seconda volta consecutiva, e se ci si mette il portiere Uli Stein in serata di grazia vuol dire che era proprio destino…L’Amburgo di oggi, però, non è neanche pronipote di quella squadra essendosi salvato dalla retrocessione per il rotto della cuffia.

Ancora un giustiziere tedesco nel 1997, il Borussia Dortmund, e Juve sconfitta 3-2: doppietta di Riedle, per lui un passato nella Lazio, e Ricken. Il momentaneo 2-1 fu siglato da Del Piero.

Un anno dopo, nella finale di Amsterdam, il gol del montenegrino Predrag Mijatovic batté Peruzzi ma soprattutto ridiede la Coppa al Real Madrid dopo oltre un quarto di secolo. Juve ancora sconfitta nel 2003, a Manchester, nella finale tutta italiana contro il Milan: scialbo 0-0 dopo i supplementari, quindi rigori e tiro decisivo di Andriy Shevchenko.

Sabato sarà l’ottava finale anche per il Barcellona che però ha alzato il trofeo quattro volte: la prima volta nel 1992, a Wembley, contro la Sampdoria. Tempi regolamentari chiusi a reti bianche fino alla punizione bomba di Ronald Koeman al 112°. Seconda affermazione nel 2006, a Parigi, contro l’Arsenal. Risultato finale 2-1, inglesi in vantaggio con Campbell, raggiunti e superati nel finale, e nel giro di quattro minuti, da Eto’o e Belletti.

Nel 2009 è già la macchina infernale messa su da Guardiola che all’Olimpico di Roma liquidò 2-0 il Manchester Utd di Cristiano Ronaldo per poi concedere il bis due anni dopo a Londra. Quel Barcellona, che la Gazzetta dello Sport  definì come “la squadra più forte di sempre” batté i Red Devils 3-1 con le reti di Pedro, Messi e Villa. Quasi indolore il momentaneo 1-1 siglato da Rooney. Certamente era un altro Barcellona quello che nell‘86 si fece parare quattro rigori dal romeno Helmuth Duckadam (uno bloccato a terra) per una finale che vide la prima vittoria di una squadra dell’Est, la Steaua Bucarest; 2-0,  risultato inaudito per una gara decisa ai rigori. Senza dimenticare l’umiliante 4-0 rifilato dal Milan nel’94 (doppietta di Massaro, perla di Savicevic e poi Desailly).

Precedente tra Juventus e Barcellona nella Coppa Campioni 1985-86; bianconeri fuori al secondo turno (vigeva il vecchio regolamento) battuti 1-0 al Camp Nou, rete di Julio Alberto e non andati oltre l’1-1 a Torino. Blaugrana avanti con lo scozzese Steve Archibald cui rispose Platini. Simbolo negativo di quella sconfitta il giovane attaccante Marco Pacione rimasto marchiato a vita per i gol mangiati sottoporta.

Tralasciando la Coppa delle Coppe con la Juve di Maifredi eliminata nelle semifinali del’91 (3-1, 1-0), piemontesi e catalani non si incontrano dal 2003 nei quarti di finale di Champion’s League. Andata a Torino, 1-1, vantaggio di Montero, pari di Saviola. Juve corsara al Camp Nou, avanti con Nedved ma raggiunta da Xavi Hernandez prima del 2-1 firmato da Zalayeta nel secondo supplementare (114°).

Antonio Gagliardi

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