OBIETTVO NAPOLI – INIZIA LA RIVOLUZIONE SARRIANA
Chiusa la stagione nel peggiore dei modi, con l’eliminazione nelle semifinali di Coppa Italia ed Europa League, e con il campionato terminato al quinto posto, fuori dalla Champions, il Napoli dovrà cercare di risorgere dalle ceneri lasciate dalla sciagurata gestione degli ultimi mesi di Benitez in azzurro.
Sarà rivoluzione, come l’addio del tecnico spagnolo e quello di Bigon lasciano intendere. Per ripartire De Laurentiis ha deciso di puntare su un progetto del tutto diverso da quello precedente. Dalla presunta internazionalizzazione targata Benitez, al calcio spettacolare (nelle intenzioni) ma dalla mentalità operaia di Sarri. L’ex allenatore dell’Empoli rappresenta sicuramente una scommessa per De Laurentiis. Un cambio di rotta che dovrà essere sostenuto in toto e senza indugi dalla società per sperare di produrre risultati soddisfacenti. Quello di Sarri è un calcio che richiede sacrifici e l’applicazione assoluta dei suoi interpreti, e proprio da questo dipenderà il successo del suo progetto tattico. Ad Empoli, il tecnico nativo di Napoli ha portato avanti un’idea di calcio fondata su un 4-3-1-2 caratterizzato da una fase passiva molto aggressiva, con un pressing totale da parte della difesa, sempre pronta a seguire i movimenti della palla. La fase attiva si basa su un possesso palla che non è mai fine a se stesso, molto diretto e proiettato all’attacco. Il coinvolgimento dei vari reparti alla manovra offensiva è pressoché totale. I terzini si proiettano sempre in costante spinta, così come le mezz’ali, fondamentali nel ribaltare l’azione da difensiva in offensiva. In questo modo le azioni delle squadre di Sarri terminano spesso con almeno sei-sette giocatori a ridosso dell’area avversaria. Un’idea di calcio, dunque, potenzialmente spettacolare, seppur rischiosa nella sua applicazione.
L’organico attuale del Napoli potrebbe adattarsi al 4-3-1-2 adottato ad Empoli da Sarri, ma a patto di sacrificare alcuni interpreti fondamentali, soprattutto gli esterni d’attacco Callejòn, Mertens e Insigne, che dovrebbero adattarsi ad occupare una posizione più centrale. È quindi probabile che il tecnico napoletano decida di adottare uno dei sistemi di gioco da lui già adoperati in passato, ovvero un 4-3-2-1 o un 4-3-3. In tutti e tre i moduli ipotizzati le costanti sono la difesa a quattro e il centrocampo a tre. Per quanto concerne la retroguardia, quindi, non dovrebbe cambiare molto rispetto al passato, se non qualche individualità. A cominciare dai pali dove, dopo la sventurata decisione della scorsa estate, le chiavi della porta dovrebbero essere consegnate nuovamente a Pepe Reina. La linea di difesa dovrebbe poi essere rinforzata in almeno due caselle. Dovrebbe arrivare un’alternativa a Maggio nel ruolo di terzino destro ed un centrale di spessore, che possa infondere un po’ di stabilità ad un reparto che negli ultimi due anni ha mal digerito la cura spagnoleggiante del buon Rafa.
Le novità maggiori, sia tattiche sia nei singoli, dovrebbero riguardare il centrocampo. Addio alla linea mediana a due, si passerà ad una batteria di tre elementi con un regista puro e due interni. Hamsik dovrebbe trovare posto sul centro sinistra, in una posizione che lo ha reso protagonista in azzurro già ai tempi di Reja. Insieme a lui dovrebbe essere confermato David Lopez, che potrebbe trovare posto nel ruolo di intermedio di centrocampo, con compiti prettamente difensivi. Il resto è tutto da scoprire. Parrebbe scontato l’arrivo di Valdifiori, fedelissimo di Sarri, in cabina di regia. Il reparto sarà poi da completare con elementi adatti agli schemi del nuovo mister ed in tal senso saranno da valutare le posizioni di Inler, Jorginho e Gargano. Inutile, al momento, ragionare su possibili arrivi, anche se il nome di Allan sembra già emergere con maggiore frequenza tra i vari ipotizzati.
L’attacco è il reparto su cui ci sarà maggiormente da ragionare. Sia Mertens che Insigne potrebbero disimpegnarsi in una posizione di trequartista centrale, ma questo potrebbe ridurre la loro efficacia. Per quanto riguarda Callejòn, qualora dovesse rimanere, si potrebbe prospettare un suo impiego da seconda punta. Questo potrebbe paradossalmente esaltare alcune sue caratteristiche. Più probabilmente, però, Sarri potrebbe decidere di confermare un modulo con due esterni d’attacco ed una sola punta. Il 4-3-3 potrebbe essere dunque una soluzione ideale, così come il 4-3-2-1.
Qualunque siano le scelte del nuovo tecnico, è comunque auspicabile che la società, nella persona del nuovo ds Giuntoli, riesca a mettergli a disposizione quanto prima la nuova rosa su cui lavorare. Per istruire in merito alle sue idee calcistiche così particolari, Sarri avrà bisogno di lavorare sin dai primi giorni di ritiro con i giocatori che effettivamente avrà a disposizione durante la stagione. Ridursi all’ultimo minuto significherebbe far cominciare in salita il cammino del nuovo allenatore.
Nel frattempo coltiviamo la speranza che dall’addio a Benitez scaturisca il benvenuto ad una nuova stagione di successi per la società partenopea.