Scandalo Catania, Pulvirenti: “Ho comprato le partite a 100 mila euro l’una”

CATANIA – Antonino Pulvirenti ha ammesso “nel corso di un lungo interrogatorio di avere comprato le cinque partite al centro dell’inchiesta a partire da Varese-Catania”. Lo ha affermato il procuratore di Catania Giovanni Salvi: il presidente del club etneo ha lasciato il tribunale poco prima delle 13 senza rilasciare dichiarazioni. Salvi ha aggiunto che Pulvirenti ha ammesso “di aver comprato le partite a 100 mila euro l’una e di averlo fatto per salvare il Catania”.  Il procuratore ha poi precisato che il presidente del Catania “ha negato di avere fatto scommesse”.  In una nota pubblicata sul sito del Catania calcio, i legali di Pulvirenti spiegano che il loro assistito ha “ammesso di mavere avuto contatti” per “condizionare il risultato di alcuni incontri per salvare dalla retrocessione il Catania”, ma ritiene che i “contatti non abbiano avuto alcuna reale incidenza sull’esito degli incontri”. Le cinque partite dell’ultimo campionato finite sotto accusa sono Varese-Catania (0-3) del 2 aprile scorso, Catania-Trapani (4-1) dell’11 aprile, Latina-Catania (1-2) del 19 aprile, Catania-Ternana (2-0) del 24 aprile e Catania-Livorno (1-1) del 2 maggio.

Prima di Pulvirenti erano stati ascoltati altri indagati eccellenti arrestati nell’ambito dell’inchiesta ‘I treni del calcio’. Interrogati dal gip Fabio Di Giacomo, alla presenza del pm Andrea Sorrentino, il presidente del Catania, Antonino Pulvirenti, accompagnato dal suo legale, l’avvocato Giovanni Grasso, e l’amministratore delegato Pablo Cosentino. “Non so nulla di combine, sono estraneo a tutti i fatti che mi contestate, se lo avessi fatto sarei stato un folle e se lo ha fatto Pulvirenti è un folle lui”, ha detto Cosentino nell’interrogatorio al gip. “Non conosco nessuno degli altri indagati – ha aggiunto – tranne Delli Carri col quale avevo rapporti di lavoro”. “Il giudice gli ha chiesto che opinione si è fatto e lui ha risposto che se è vero quello che c’è scritto è una follia”, ha detto Carmelo Peluso, legale di Cosentino. “Cosentino dice – ha riferito Peluso – che quello che è accaduto sarebbe stato incompatibile con il suo ruolo nel Catania calcio, il suo ruolo è stato quello di costruire una squadra che doveva essere all’altezza di vincere il campionato. Andare a corrompere per vincere le partite sarebbe stato come ammettere il suo fallimento. Cosentino ha un contratto con il Catania che scade domani mattina, si è già dimesso da ad del Catania e non ha più rapporti con la società e ha detto al giudice che il suo futuro, certamente, non sarà più a Catania”.

DOPO PULVIRENTI E COSENTINO INTERROGATO IMPELLIZZERI  –  Si è avvalso della facoltà di non rispondere Gianluca Impellizzeri, l’agente di scommesse sportive online. Venerdì si era avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip di Chieti l’ex ds rossazzurro Daniele Delli Carri.

LOTITO ATTACCA – Claudio Lotito non ci sta e “denuncia all’opinione pubblica l’ennesimo tentativo di certa stampa di screditarlo, e con lui di screditare la stessa Figc”. Il riferimento del presidente della Lazio e consigliere federale è “alle notizie diffuse oggi da alcuni organi di stampa, in merito al suo preteso coinvolgimento nelle vicende oggetto delle indagini svolte dai giudici di Catania”. In una nota Lotito precisa che “l’ordinanza del giudice di Catania, alla pag. 468, afferma in modo chiaro che l’ipotesi secondo cui Lotito avrebbe in qualche modo condizionato il risultato della partita Catania-Avellino del 29 marzo 2015 ‘non è stata confermata dalla successiva attività di indagine e cozza logicamente con l’eventuale – ma alternativa – consapevolezza, nei predetti indagati, di avere conseguito l’obiettivo tramite l’attività di quegli intermediari ai quali, in seguito, ebbero invece a rivolgersi sistematicamentè”. Questo passo dell’ordinanza contenuto nelle uniche 10 righe in cui il giudice parla di Lotito, “è stato nascosto ai lettori – accusa il numero 1 biancoceleste – essendosi limitato il giornalista a riferire che Lotito non è indagato. L’articolo comunque annuncia come certo il deferimento alla giustizia sportiva” di Lotito, “responsabile di avere parlato con il presidente del Catania in alcune telefonate di cui non è riportato il contenuto, ma che l’autore zelante si affretta a riempire con le sue ‘verita: omessa denuncia, perché a Lotito sarebbe stato, secondo costui, richiesto di alterare il risultato di quell’incontro e il presidente della Lazio non avrebbe denunciato tale richiesta: l’autore zelante annuncia anche la sanzione che gli organi sportivi della Figc dovrebbero infliggere a Lotito, trasformando in anticipazione di notizia la sua nefasta speranza”. Sempre sul piano dell’indagine sportiva, domani è previsto tra il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, e il procuratore federale Stefano Palazzi per fare il punto sulle inchieste – da Catania a Catanzaro – al vaglio degli inquirenti federali.

“L’affermazione è letteralmente inventata, frutto della volontà di certa stampa di denigrare in ogni modo Lotito – continua la nota -: le telefonate intervenute con il presidente del Catania hanno avuto a oggetto aspetti economici che la società siciliana doveva affrontare in quel periodo dell’anno, in merito ai quali Pulvirenti e i suoi collaboratori hanno chiesto consigli a Lotito, autorevole dirigente della Figc”. “Non vi è alcun elemento – conclude – che consenta di affermare che nei colloqui si sia parlato di incontri di calcio del Catania e di condizionamento del loro risultato. L’ovvia reazione giudiziaria di Lotito sarà immediata”.

Intanto l’assemblea dei soci del Catania si è riunita oggi a Torre del Grifo e ha nominato “amministratore unico Carmelo Antonio Milazzo, in sostituzione del precedente Consiglio di Amministrazione”.

scandalo catania

Protagonisti:
antonino pulvirenti

Fonte: Repubblica

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