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Napoli primo in classifica, l’Inter sconfitta ma si conferma in corsa per lo scudetto

Vince il Napoli e perde l’Inter, in una bella partita e per un 2-1 finale che non modifica in modo sostanziale la classifica. Vero che i partenopei adesso sono primi in solitaria, ma lo stop fuori casa costa tutto sommato poco alla squadra di Roberto Mancini, che resta vicinissima alla vetta con un solo punto di distacco dalla capolista. Il contemporaneo pareggio tra Sassuolo e Fiorentina (1-1 con rimonta degli emiliani) contribuisce a rendere meno amaro il boccone per il presidente Thohir. Il Napoli ha Higuain, che va a segno due volte e veste per l’ennesima volta i panni del trascinatore, mentre l’Inter ha un Icardi che non è ancor pienamente inserito nel meccanismo di Mancini: se le sirene inglesi continueranno a suonare non è improbabile che l’attaccante interista cambi presto casacca. Tutto sommato, in questo modulo di gioco, non è così indispensabile. Anche perché sta crescendo a vista d’occhio il rendimento di Ljajic, ieri sera autore del gol interista, che sembra molto più adatto per ricoprire il ruolo di punta come lo intende Mancini: ossia tanto movimento, coperture a protezione del centrocampo, partecipazione alla manovra di costruzione.

La partita è iniziata come meglio non poteva per i padroni di casa, in gol dopo soli due minuti, ed è proseguita ancora meglio con l’espulsione di Nagatomo per doppia ammonizione: nulla da dire sul secondo cartellino, mentre considerando il metro dell’arbitraggio nei 90 minuti il primo appare decisamente troppo severo. Anche per questo Mancini, a fine gara, era letteralmente furibondo. Il raddoppio del Napoli è arrivato con i nerazzurri in dieci, ma paradossalmente proprio a quel punto l’Inter ha dimostrato di essere squadra vera e di meritare a pieno titolo il ruolo di candidata allo Scudetto, o quantomeno a un posto in Champions. Con un uomo in meno ha ridotto le distanze e soprattutto ha colpito due pali a tempo scaduto (uno dopo una deviazione miracolosa di Reina) che aumentano i rimpianti per un possibile pareggio che sarebbe stato meritato. Al punto che lo stesso presidente De Laurentiis ha parlato di «fortuna nel finale». Due belle squadre, in sintesi, entrambe in corsa per la vittoria finale: Napoli più aapariscente, Inter con la capacità di non arrendersi fino all’ultimo secondo e con maggiori margini di crescita. Oltre che con il vantaggio, alla lunga non trascurabile, di non partecipare alle Coppe europee che invece vedranno impegnati i partenopei nella seconda parte della stagione con la fase a eliminazione diretta. Sarri a questo punto non può più nascondersi: parlare di Scudetto è ormai un obbligo e gettare acqua sul fuoco, soprattutto in una città pirotecninca come Napoli, serve a poco. L’asse Reina-Higuain è di altissimo livello, fino a quando il rendimento dei due sarà quello dei mesi appena trascorsi la corsa di vertice è garantita. Chissà cosa ne pensa adesso un certo Diego Armando Maradona, che aveva definito l’allenatore «inadeguato» per una grande come il Napoli. Continuo però a credere che prima o poi Sarri dovrà iniziare a ruotare gli uomini con maggiore frequenza di quanto abbia fatto (o meglio non fatto) fino a questo momento: è impensabile reggere l’intera stagione, su più fronti, utilizzando quasi sempre la stessa dozzina di giocatori. In questo è molto meglio il criterio delle rotazioni che sta seguendo Roberto Mancini e che alla lunga potrebbe dare frutti copiosi.                       La Fiorentina come detto all’inizio non va oltre l’1-1 contro il Sassuolo facendosi rimontare il vantaggio iniziale. Proprio come la Roma i viola alternano fasi di bel gioco ad amnesie: a livello complessivo, a mio parere, restano un passo indietro rispetto a Napoli e Inter. E potrebbero trovarsi, proprio insieme ai giallorossi, con il fiato sul collo di una Juventus che sta ricostruendo un meccanismo magari non bello da vedere, ma vincente. Se poi rientrasse Kedira, e riuscisse a giocare qualche gara di fila, almeno la terza posizione diventerebbe un più che probabile terreno di caccia per i bianconeri. In conclusione, finalmente un bel campionato, combattuto e con più squadre protagoniste: dopo un decennio di dominio nerazzurro e bianconero tutto sommato ci voleva.

 Il Sole 24 Ore

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