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Intervista al campionato. La voglia di calcio cinese nell’impossibile sfida alla Juve

Intervista al campionato. La voglia di calcio cinese nell'impossibile sfida alla JuveHiguain (a destra), grande colpo di mercato della Juve (lapresse) Siamo i lettori, buongiorno. Pronto con la palla di lardo?
“Prontissimo”.

Di dov’è?
“Sono nato a Milano”.

Di dov’è il lardo, non lei. Non cominci a fare il cretino.
“Scusate, sono ancora sotto choc. Il lardo è cinese, viene dalla Cina”.

Perché è sotto choc?
“Ne parliamo dopo. Volete le percentuali?”.

Vorremmo che lei ci stupisse, ogni tanto.
“No problem: scudetto al Pescara”.

Cartellino giallo. La smetta di fare il buffone.
“Ma secondo voi è possibile alla mia età parlare in modo serio di questo carrozzone esagerato e sgangherato? Volete sapere perché sono sotto choc?”.

Non siamo particolarmente interessati al suo declino psicofisico, ma dica pure.
“Pellè in Cina per 15 milioni di euro l’anno, vale a dire 42 mila al giorno, vale a dire 1.800 l’ora, anche se sta dormendo o mangiando Hong Shao Rou. Non è un pesce d’aprile, e nemmeno Pellè ha Raiola per procuratore. E questo ci riporta a Tertulliano: credo quia absurdum”.

Piano con le citazioni.
“Con le eccitazioni sportive sono sotto il livello del mare. E arrivano, quelle poche, da Rio”.

Percentuali-scudetto, s’è perso già troppo tempo.
“Tempo che occupereste come?”.

Si vedrà.
“Appunto. Juve 51 %, Inter 18, Napoli e Roma 15, Torino 1”.

Anche lei dice Juve, come tutti. Non è originale.
“Nemmeno la Juve è originale. Era già la più forte e non solo s’è rinforzata, ma lo ha fatto, in modo assolutamente regolare, con i soldi in bocca, indebolendo i concorrenti più temibili. Ha tolto Higuain al Napoli e Pjanic alla Roma. Due tipi non facilmente sostituibili. Chapeau. L’avevo data favorita anche l’anno scorso, sostenendo che la perdita di Pirlo, Vidal e Tevez non l’avrebbe avvertita in modo grave. Difatti, falsa partenza e poi buonanotte ai suonatori. Anche se va dato atto a Sarri e a Spalletti di aver fatto un gran lavoro, il primo dall’inizio, il secondo a lavori in corso. Anche Pogba, bravo ma sopravvalutato, non è da rimpiangere. Certo che la Juve pensa più alla Champions, ma questo non la rende meno competitiva in campionato”.

Nessuna speranza per le altre?
“Speranze, tutte quelle che vi pare. Ma con quella difesa, quel centrocampo a cui manca forse un nome di lotta e di governo, e quell’attacco, c’è poco da sperare. La Juve è tanta, quasi troppa. A essere pignoli, c’è da dire che con il gioco di Sarri Higuain era privilegiato dalle due tenaglie sulle fasce, ma Allegri farà il 4-3-3? Se a Dybala aggiungi Higuain, gli altri possono augurarsi che non ci sia intesa particolarmente felice tra i due. Higuain esige che si giochi per lui, Dybala è un ragazzo intelligente e cercherà di evitare frizioni. E anche Allegri vigilerà. Non mi convince Dani Alves: esperienza tanta, utilità non so”.

Lei vede l’Inter più avanti di Napoli e Roma. Spieghi.
“Non io, la palla di lardo cinese, con scritte cinesi che mi sono fatto tradurre. L’Inter, al momento, si è rinforzata e non sembra propensa a dare una mano alla Juve, vedi Brozovic. Banega, pur con qualche bizzarria, può far lievitare il centrocampo, Kondogbia incluso. Ansaldi è un buon acquisto, Candreva un ottimo acquisto. È un’incognita De Boer. Importante è tenersi Icardi, anche se il Napoli insiste, e fa bene. Il più logico sostituto di Higuain è lui, per caratteristiche. Gabbiadini mi piace molto, ma non è la stessa cosa. E Milik, bene in precampionato, è da valutare. È ancora un Napoli solido, ma chi garantisce i gol di Higuain? È, ancora, una bella Roma: Spalletti insiste su Dzeko e avrà i suoi motivi. Difesa rinforzata, Paredes me lo terrei. E Totti da jolly può ancora stupire”.

Torniamo all’Inter. Sorpreso dai tempi della rottura tra società e Mancini?
“Sorpreso sì, me l’aspettavo molto prima. Era chiaro e anche normale che andasse a finire così. Mancini non era contento dei suoi datori di lavoro, che a loro volta avevano fondati motivi per non essere contenti di Mancini. Ho visto sul Corriere dello sport di lunedì una foto del nuovo corso: Thohir ha il solito sorriso prestampato, Steven Zhang ha un sorriso esitante, De Boer sembra il fratello meno spiritoso di Enrico Bertolino e Ren Jun ha l’espressione festante di uno seduto su un’opuntia”.

Che sarebbe?
“Una cactacea, una pianta grassa spinosa. Anche i fichi d’india sono della famiglia”.

E l’Hong Shao Rou?
“Il piatto del Grande timoniere, cioè di Mao. Uno stufato di maiale molto speziato”.

Lei l’ha mangiato?
“Ne sono ghiottissimo, ho due posti giusti a Roma e tre a Milano”.

Ce li dica.
“Niente pubblicità, per chi m’avete preso?”.

Ma, sinceramente, questa massiccia calata di capitali cinesi nel calcio italiano come la vede? Non è un po’ preoccupato?
“La vedo come la massiccia calata di capitali cinesi nell’economia italiana, quindi anche nel calcio. Mi chiedo quale sia il grado di competenza, escludo la passione. Se penso a Pellè escludo anche la competenza, ma credo che ormai la valutazione di un calciatore dipenda dalla sua popolarità più che da quello che fa in campo. Personaggio mediatico, tot followers. È un calcio in cui vendere mille magliette a Shanghai vale più di un gol. Non ho mai avuto la mentalità del commerciante, mi piacerebbe parlare di calcio e stop, ma non è più possibile. Quindi non perdiamo tempo a piangere la scomparsa del giocatore-bandiera, o del numero 10 che in Italia nessuno vuole più perché troppo impegnativo (impegnativo era darlo a Pogba, ancora un po’ e si rovina). La bellezza, è chiedere troppo? Allora, almeno la decenza. Arbitri seriamente impegnati contro le simulazioni e il gioco violento, non solo a parole. Siamo sempre più nel Far West e gli sceriffi latitano. Dei cinesi, mi preoccupa più il land grabbing che stanno facendo in Africa di tutti i possibili acquisti di squadre italiane”.

Cos’è il land grabbing?
“Una cosa troppo seria per essere spiegata in poche righe. Usate un po’ di tempo per documentarvi. Navigate”.

Non abbiamo parlato del Milan.
“Perché non c’è molto da dire. Berlusconi ha segnato un periodo di vera gloria, contestarlo era stupido oltre che inutile. Inevitabile che passasse la mano, le trattative sono state lunghissime ma ormai quelle brevi e facili sembra le porti avanti solo la Juve. Piccoli esempi: è da mesi che il Pescara vuole Gnoukouri e l’Udinese Lasagna, e non riescono a ingaggiarli. Vorrei fare una divagazione su Lasagna”.

Per via del cognome, supponiamo.
“Sbagliato. Per via che lo ritengo un ottimo attaccante, non inferiore a Pellè se giocasse con una certa continuità. Quindi ho deciso di sponsorizzarlo sentimentalmente con un coretto, sull’aria di “Marina”. Vi interessa?”.

Purché recitato e non cantato.
“Mi sono innamorato di Lasagna/Uno così non c’è nemmeno in Spagna/La squadra che lo compra ci guadagna/.È pronto per segnar 15 gol”.

Altre sponsorizzazioni sentimentali?
“Lirola del Sassuolo”.

Perché?
“Perché qualcosa di calcio capisco e perché mi piace puntare su nomi non notissimi”.

Abbiamo parlato del Milan ma troppo poco.
“Non so come giocherà, chi cede, chi compra. Faccio rispettosamente notare che il mercato chiude il 31 agosto e che, abituato a valutare una squadra dalla solidità, ora mi trovo di fronte alla liquidità. Discorso di mercato che vale per molte altre squadre, dalla Fiorentina alla Lazio. Ma ormai è difficile capire molte mosse. Tipo il Chievo interessato a Balotelli, fantascienza pura. Ma è il calcio dei procuratori. Sistemati Pogba e Ibrahimovic, Raiola ha già vinto l’Olimpiade dei procuratori, specialità tiro. Alla mazzetta”.

Ci può spiegare quell’1% al Torino?
“Non credo vinca lo scudetto, credo che farà un’ottima stagione. Mihajlovic è sulla piazza giusta per lui”.

Da quando le piace Mihajlovic?
“Non ho detto che mi piace, se ci capitasse di uscire a cena penso che litigheremmo nei primi dieci minuti, ma gli riconosco una dote enorme: è sincero in un ambiente votato alla bugia o alla diplomazia, è diretto a costo di essere sgradevole. È vero, non è finto. Telegrammi in chiusura per Samp e Cagliari. Salvezza tranquilla”.

E Ventura ct?
“L’ho sempre visto più uomo di campo, buon insegnante di calcio, che selezionatore. Non ha un compito facile. Auguri, che risenta la libidine del pallone che frulla. Meglio frullante che frullato”.

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Fonte: Repubblica

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