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Juventus, Marotta pronto a blindare Kean: ”Raiola, niente colpi gobbi”

TORINO – Kean genio e sregolatezza, scriveremo alle sue prime eventuali balotellate, citando l’opera di Alexandre Dumas portata sul grande schermo da Vittorio Gassman e Francesco Rosi. Per adesso dello juventino Moise Kean, il primo ragazzo del 2000 a calcare i prati della Serie A, non si può che raccontare dell’incredibile precocità. E della grande personalità con cui sabato sera ha addentato i suoi primi sette minuti più recupero di celebrità, gli ultimi di Juve-Pescara. Ora dovrà essere altrettanto veloce la Juventus a blindare il baby attaccante dagli inevitabili assalti di tanta Europa, in testa Arsenal e Manchester City.

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MAROTTA SU KEAN: “RAIOLA, BASTA COLPI GOBBI” – Il contratto è già pronto. Manca soltanto la firma, come si dice in questi casi. Ma quando c’è di mezzo un agente come Mino Raiola, si può comprendere l’apprensione esternata da Beppe Marotta ai microfoni di Premium: “Spero che Raiola non ci faccia un altro colpo gobbo, portandolo via da qui. Esiste un rapporto corretto e trasparente con lui o chi per lui: ufficialmente non sappiamo nemmeno chi sia l’agente del giocatore. Al di là di questo, Kean ha tanti anni davanti. Giocare alla Juve deve essere per lui un motivo di orgoglio. E un buon agente deve far ragionare il suo assistito, spiegandogli che il dio denaro deve essere un fattore complementare e non essenziale”. A sentire l’ad bianconero, il futuro juventino di Kean non è ancora garantito.

L’ALLIEVO CHE SEGNA ALL’INGROSSO – Al netto dei gol di Khedira, Mandzukic e Hernanes, l’ingresso in campo del vercellese di origini ivoriane ha suscitato il boato più grande dello Stadium. Un po’ l’attesa – il “ragazzetto bravetto”, come lo chiama Allegri, era all’ottava convocazione, dopo un mese nel giro della prima squadra – un po’ lo stupore di vedere davvero un 16enne scorrazzare allo Stadium anziché nei campetti degli Allievi Nazionali, la sua categoria. Giusto il tempo per un paio di sportellate, un pallone perso e una bella fuga sull’out sinistro. Quella di Kean è la storia di un predestinato. I primi calci ad Asti, poi il settore giovanile del Toro e quindi il passaggio alla Juve, dove segna all’ingrosso: 64 gol in 55 partite dai Giovanissimi alla Primavera, più 10 in 21 presenze nelle Under azzurre. CACCIA AL RECORD DI OFORI-QUAYE – Moise ha bruciato le tappe fino all’esordio di ieri, a 16 anni, 8 mesi e 23 giorni (il giorno prima della sua nascita, il suo capitano Buffon, alla quinta stagione al Parma, incassò 4 gol al Tardini dalla Fiorentina). Il primo dei millenials in A è però troppo “vecchio” per superare lo storico record Anni Trenta di Amedeo Amadei, in campo a 15 anni 9 mesi e 6 giorni e in gol una settimana più tardi. Idem per cancellare eventualmente tra due giorni a Siviglia il primato del più giovane esordiente in Champions, il difensore dell’Anderlecht Celestine Babayaro, sguinzagliato a 16 anni e 87 giorni. Moise ha però una decina di mesi di tempo per riscrivere il primato del più giovane marcatore nell’Europa che conta, il ghanese Peter Ofori-Quaye, in gol con l’Olympiacos nel 1997 ad appena 17 anni e 195 giorni, dieci giorni in meno di Mateo Kovacic. Chissà.

JUVE A SIVIGLIA CON IL 4-3-3 – Martedì in casa del Siviglia, ieri vittorioso in rimonta (da 2-1 a 2-3 nei cinque minuti finali!) a La Coruna, l’attacco bianconero ripartirà quasi sicuramente dal tridente Cuadrado-Higuain-Mandzukic. A centrocampo si rivedranno Marchisio e Pjanic, oltre a quel Khedira ieri tornato sui suoi standard abituali dopo più di un mese di appannamento. Forze fresche anche a destra, dove agirà l’ex Dani Alves, mentre a sinistra c’è un ballottaggio (l’unico) tra Evra e Alex Sandro. In difesa, sempre in dubbio Benatia, oltre alla conferma di Bonucci riecco due pezzi da novanta come Buffon e Chiellini, capitano e vicecapitano chiamati a spingere la Juve migliore – al netto dell’assenza di Barzagli e Dybala – verso il primo traguardo minimo stagionale: gli ottavi di Champions League.

juventus

serie A
Protagonisti:
moise kean
massimiliano allegri

Fonte: Repubblica

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