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Tommasi: “Basta giocatori umiliati dagli ultrà”

Tommasi: "Basta giocatori umiliati dagli ultrà"
ROMA – Uno zoom sul fenomeno del calcioscommesse e un dito puntato contro quei calciatori che cedono agli ultrà. Damiano Tommasi, numero uno dell’Assocalciatori, riferisce in Commissione Parlamentare Antimafia sulle contaminazioni tra la malavita organizzata e l’universo degli atleti. 

Per aprire la propria audizione, il presidente dell’Aic anticipa quelli che saranno alcuni dei temi delle audizioni dei dirigenti Roma e Napoli, dopo Pasqua. ‎Ossia i rapporti di alcuni calciatori delle due squadre con gli ultrà, allo stadio, in un paio di casi specifici. “I calciatori – ha detto alla commissione presieduta da Rosy Bindi – sono troppo spesso impreparati a certi fenomeni. Il culmine ci fu in Roma-Fiorentina del 2015 (giallorossi sconfitti in casa e eliminati agli ottavi di Europa League), quando a fine partita i giocatori interloquivano sotto la curva con i tifosi. Una scena già vista in Napoli-Fiorentina l’anno prima”.

L’episodio romanista fu oggetto di un’indagine della Digos che ascoltò Totti, De Rossi e De Sanctis, bersagliati con sputi, minacce e insulti. Ma anche l’episodio di Napoli-Fiorentina è indimenticabile: la finale di coppa Italia della morta di ciro Esposito con Genny la Carogna a tenere in ostaggio l’Olimpico. Tommasi aggiunge: “In quel caso il capitano del Napoli, Hamsik, ha rivestito un ruolo non consono a quello dei calciatori in campo. Riguardo Roma-Fiorentina invece abbiamo contribuito a emanare regole nuove in consiglio federale, incontrando qualche opposizione. Noi chiedevamo che la prima sanzione per i giocatori che accettano le minacce ultrà e interloquiscono con loro fosse la squalifica, per noi un buon deterrente. Ma a De Sanctis, quel giorno, nessuno disse di non andare: mancava una figura che dicesse che quello non era un comportamento da tenere. I calciatori sono l’anello debole, dove c’è una società forte i problemi sono sempre meno. E anche restare tanti anni in un club aiuta a conoscere l’ambiente e capire cosa evitare”. Ma in generale anche alla categoria che rappresenta chiede maggiore attenzione: “Troppo spesso i calciatori stessi tollerano le contestazioni se non arrivano i risultati sportivi, purché non ci siano aggressioni. E invece non sono accettabili: dare risalto mediatico aiuta a alzare il livello di guardia”.

Altro accento Tommasi lo mette sul match fixing, ossia il fenomeno delle partite vendute per le scommesse. Molto spesso figlio di un ambiente permeato da mafie e malavita. “Ho scoperto da poco – dice – che anche alcune partite di Eccellenza possono essere quotate. E per chi gioca nelle piccole società dilettantistiche è più facile cadere nelle combine. Ci sono tante squadre per pochi obiettivi, troppo spesso molte non hanno nulla da chiedere alla stagione. Poi spesso i club sono in ritardo con gli stipendi. Così si crea il terreno fertile per chi ti offre tanti soldi per perdere. Da parte dei calciatori dilettanti c’è la volontà di non essere oggetto di scommesse per evitare di trovarsi vittima di 3 giocatori pagati per perdere. Vorrei poter dare ai calciatori strumenti per non cadere in errore e difendersi da chi dietro la fede sportiva nasconde altri interessi”.  Ad esempio comunicare come comportarsi quando si riceve una proposta di combine: “Denunciare subito in procura federale. Cerchiamo di comunicare i rischi con corsi formativi sul match fixing andando squadra per squadra, parlando negli spogliatoi. Puntiamo sul discorso emotivo: per arrivare in serie A si fanno tanti sacrifici, poi per una stupidaggine rischi di buttare via tutto”.

BINDI, MESSAGGIO A TAGLIALATELA – aprendo l’audizione, la presidente di Commissione Rosy Bindi ha anche inviato un messaggio indiretto al senatore Taglialatela, che la settimana aveva espresso frasi offensive sulla Juventus dopo l’audizione del legale bianconero. Ma anche a altri tifosi, fin troppo rumorosi nelle proprie posizioni, presenti in commissione. “Voglio oggi richiamare tutti i componenti della Commissione a mantenere un comportamento consono alla sede e alla funzione parlamentare, e a rispettare nel modo più scrupoloso i vincoli di segretezza e riservatezza e a mantenere una opportuna sobrietà nei comportamenti e una doverosa moderazione nelle esternazioni pubbliche. Tutto ciò a tutela non solo dei destinatari di dichiarazioni improprie o inutilmente volgari e offensive, ma anche a tutela del prestigio dell’istituzione e della serietà e dell’autorevolezza del lavoro che sta svolgendo la Commissione Antimafia”.‎
 

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mafia nelle curve
commissione parlamentare antimafia
Protagonisti:
damiano tommasi

Fonte: Repubblica

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