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Milan, poker di cessioni e rifinanziamento: i giorni caldi della dirigenza rossonera

MILANO – Un finale di mercato pensando alle cessioni più che a un ultimo acquisto. Il Milan ha un poker in uscita da calare. E sta lavorando per non rimanere con troppe carte in mano da qui al gong di domani sera all’hotel Melià di Milano. Il quartetto è composto da Sosa, Gomez, Paletta e Niang. Difficili le trattative con Turchia e Lazio per i due difensori e il centrocampista.

IL TORO NON MOLLA – Il pezzo forte è l’attaccante francese che infatti sembra il più vicino a trovare una nuova destinazione. Il Torino non molla e potrebbe fare una nuova offerta superiore a quella finora avanzata, pari a 12 milioni. Possibile che i granata salgano fino a 15 (secondo Sky, ci sarebbe stato un inserimento anche della Sampdoria ma Niang vuole il Torino dove ritroverebbe Mihajlovic). Sarebbe sempre meno dei 18 offerti dallo Spartak Mosca e dei 20 milioni dai quali era partito inizialmente il Milan nella valutazione del giocatore. Ma per i rossoneri questi 15 milioni rappresenterebbero comunque un incasso significativo per abbassare il deficit tra entrate e uscite di questo mercato dispendioso.

OBIETTIVO RIFINANZIAMENTO A INIZIO 2018 – Intanto il club e la proprietà stanno continuando a pensare a un rifinanziamento del maxi-debito di 303 milioni contratto con il fondo Elliott per arrivare al closing ad aprile e immettere soldi per chiudere i debiti con le banche italiane e creare la leva finanziaria necessaria a imbastire questo mercato da 240 milioni. Marco Fassone sta lavorando in particolare al rifinanziamento dei due bond da 123 milioni complessivi relativi al Milan. L’ad rossonero conta di chiudere questo rifinanziamento a inizio 2018. I vantaggi dovrebbero essere due: far calare i tassi rispetto all’attuale 7.7% e allungare il termine di restituzione fissato ora a ottobre 2018 con Elliott. Al rifinanziamento dei 180 milioni di equity, serviti a Yonghong Li per acquistare il Milan, deve pensare invece il neo-proprietario cinese. Secondo alcune fonti, in Cina sarebbero ancora in corso sondaggi con vari investitori per tentare di trovare i finanziamenti necessari a rimborsare questa somma e ampliare la base economica relativa all’operazione.

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Fonte: Repubblica

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