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Il Cittadella, Eto’o, l’Africa: Kouame si racconta

Quando segna, suona. Cosa? “MHD AFRO TRAP. E�™ la musica che un giorno proposi in spogliatoio. Mi piace ballarla. Capitan Iori mi disse �˜tienila buona questa… può diventare la tua esultanza�™”. Detto, fatto. Ma dopo aver suonato il suo calcio, Christian Michael Kouamé Kouakou – che è il cognome del nonno – fa quasi sempre la stessa cosa. Prima chiama la sua famiglia italiana della toscana – Vignoli – che sabato sarà allo stadio di Empoli per vederlo giocare dal vivo. E poi �œchiamo papà Patrice! In Costa D�™Avorio. Ci sentiamo sempre prima o dopo le partite. ‘Hai giocato?�™, ‘Hai fatto bene?�™, ‘Hai fatto qualcosa di buono?�™, ‘Che ti hanno detto?�™. E se magari qualcosa va storto lui mi consola con un �˜fa niente, la prossima volta andrà meglio'”.

Christian abita nel palazzo adiacente alla sede del Cittadella, a due passi dal Tombolato. Un tipo da casa e pallone. La patente non gli servirebbe ma a 19 anni compiuti è un obiettivo in programma. “Avrei dovuto prenderla già l�™anno scorso ma nel giorno dell�™esame mi trovavo in vacanza con la mia ragazza. Quest�™anno però la faccio”. �ˆ una promessa che fa a noi. Ai suoi genitori, attualmente in Costa D�™Avorio, ne ha fatta un’altra. �œNon li vedo da quasi quattro anni e mezzo, da quando ho lasciato il mio paese per giocare a calcio in Italia, al Prato. Mi mancano tantissimo”. Christian ci spiega in esclusiva. �œIo vorrei tornare ma papà mi dice di aspettare. Ultimamente sono stato chiaro �˜ho voglia di vedervi non penso di poter aspettare ancora molto’. L�™ho detto anche alla mamma. Ho avvertito che ‘mi presento senza avvertire�™”. Chi potrebbe presto seguirlo in Italia è Junior, il suo fratellino di sangue del �™98 che ha da poco finito la scuola. �œAdesso vorrebbe frequentare veterinaria. Sto cercando in tutti i modi di portarlo qui, vorrei potesse iniziare una vera e propria carriera universitaria”.

La foto profilo whatsapp è con la fidanzata, francese. “L�™anno scorso non è mai venuta in Italia perché lavorava. Quest�™anno verrà a trovarmi sicuro perché vuole vedermi giocare”. Il portafortuna ce l�™ha appeso al collo. �œUna collana che indosso da quattro anni e mezzo ormai. E�™ l�™unico ricordo che ho della mia Costa D�™Avorio. La perdo spesso, la lascio ovunque ma alla fine torna sempre da me…”. Il soprannome è originale: �œLa gazzella”. Perché in campo corre tanto, più degli altri. E segna: già tre in queste prime cinque di Serie B. A 5 anni gli hanno regalato la maglia di Maradona �˜chissà se esiste ancora…’ ma l�™idolo è suo un connazionale famosissimo: �œDrogba! Il nostro simbolo”. Anche se ha avuto la fortuna di apprezzare la classe di un campione come Samuel Eto�™o. �œErano gli anni in cui giocavo nella Primavera dell�™Inter. Quel pomeriggio, a Interello, si sparse subito la voce ‘c�™è Eto�™o qui?�™ e io non volevo crederci! Poi mi sono fatto pure la foto insieme. Ci disse parole da uomo vero”.

Kouame ce le ricorda. �œBravi che siete arrivati fin qui ma dovete continuare a lavorare perché avete ancora tanta strada da fare”. Christian pensa al campo e non guarda oltre Empoli-Cittadella: talento da vedere e piedi ben piantati per terra. “Una parola in dialetto veneto ce la dici?”. �œMeglio di no… so solo parolacce! Chiederò dei consigli a Severino (magazziniere del Cittadella) e a sua moglie Clara, due persone splendide su cui posso sempre contare”. E a cui ha dedicato uno dei due gol fatti contro il Cesena. �œL�™altro al mio secondo fratellino Nicolò, che ha compiuto 5 anni da pochissimo”. Auguri. Le prossime dediche? Ancora in sospeso. Nel dubbio è già pronta l’esultanza in sottofondo, a ritmo di MHD AFRO TRAP.

Fonte: SkySport

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