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Il vecchio e il nuovo: le due anime di Guardiola

Guardiola ama lavorare con i giovani quando ne intuisce il potenziale, e la sua storia racconta di come sia disposto a eliminare qualsiasi ostacolo possa frenarne l’esplosione. Inutile dilungarsi sulla sua creatura riuscita meglio, Leo Messi, che sarebbe “riuscito” comunque anche senza Guardiola, ma forse non con la stessa forza dirompente e con quella rapidità: Pep gli ha spianato la strada eliminandogli la concorrenza di Dinho e Deco prima e di Eto’o dopo, mossa con cui la Pulce si è ritrovata improvvisamente al centro dell’attacco a segnare caterve di gol. Sempre al Barcellona, i vari Iniesta, Pedro o Busquets venivano dalla sua scuola, e ritrovarsi il maestro in prima squadra che dava loro fiducia li aiutò parecchio nel processo di crescita. Altri due, Tello e Cuenca, buoni prodotti della Masia ma evidentemente non eccellenti, non hanno più raggiunto le vette toccate con Pep in panchina. E ancora: al Bayern Monaco ha lavorato sul potenziale di David Alaba fino a farne un giocatore capace di esprimersi al top in più ruoli con la sicurezza di un veterano; adesso ha indirizzato sulla strada per la gloria Sterling e Sané.

Fonte: Sky

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