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Psg-flop: perché era tutto (o quasi) annunciato

L’allenatore e la Ligue 1

Se le idee societarie sul mercato saranno difficili da cambiare, le certezze sembrano invece essere legate all’allenatore e al campionato. Probabilmente nella prossima stagione Unai Emery non sarà l’allenatore del Psg, con i vertici del club che già nella serata post-eliminazione avevano pensato a un allontanamento dello spagnolo, ma, mancando le alternative, il divorzio (visto anche il contratto in scadenza nel prossimo giugno) arriverà a fine stagione. Due eliminazioni su due anni a Parigi sono troppo anche per la società, che dopo la doppia operazione estiva Neymar-Mbappé puntava a ben altri obiettivi che la sola vittoria della Ligue 1. Un campionato, comunque, ben poco allenante, che forse non prepara abbastanza i giocatori alle partite di Champions League, dove ogni squadra gioca un calcio molto più aggressivo e offensivo, trovando letteralmente impreparati giocatori abituati a stravincere le partite in Francia. Per questo motivo, secondo “Le Parisien”, il Psg punta a diversi profili per il post-Emery: tanti italiani (Conte, Allegri, il ritorno di Ancelotti) e non solo, con Luis Enrique, Pochettino e lo stesso Zidane che piacciono parecchio, intrigando la proprietà per la capacità di vincere rapidamente.

L’attacco

Ed è qui il vero dilemma. Ripartire dall’attacco stellare senza stravolgerlo di nuovo o modificare il reparto per poter integrare la rosa (negli altri reparti) con giocatori all’altezza? La seconda via permetterebbe di poter dar vita a un progetto, magari più volto ai giovani e meno alle star attuali, anche se gli sceicchi hanno dimostrato fin dall’insediamento di voler vincere più con le figurine che con le idee. E se questa mentalità in Francia a volte basta, in Europa non funziona. Non basta spendere per vincere, serve un gruppo unito, un allenatore vincente, un progetto. Un cambio di rotta (cedendo Neymar?) potrebbe davvero dare la scossa a un ambiente che non vince un trofeo europeo (Intertoto 2001) da troppo tempo e vorrebbe tornare ad alzare una coppa. Quella dalle grandi orecchie, per ora, resta un’utopia. Almeno finché non cambieranno le cose.

Fonte: SkySport

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