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EDITORIALE. Napoli, continua il vizietto di regalare le partite all’avversario

Ci risiamo, ancora una volta il Napoli di Gattuso fa harakiri, in casa, regalando il successo all’avversario di turno. Come accaduto precedentemente con l’Az, il Sassuolo, il Milan, gli azzurri hanno prestato il fianco con orrori marchiani in difesa, condannandosi da soli alla sconfitta. Assurdo, poi ciò che è successo ieri, il Napoli, in vantaggio nella ripresa, dopo avere sciupato occasioni in continuazione, nella prima frazione di gioco, facendo un tiro a bersaglio infruttuoso, prima si è fatto raggiungere dal modestissimo Spezia, su un rigore procurato inutilmente da Faìbian e poi, addirittura, in superiorità numerica ha subito la rete del 2 a 1 per l’ennesimo obbrobrio dei difensori. Insomma un’altra prova poco edificante degli uomini del tecnico calabrese che offende nuovamente la piazza napoletana che non merita affatto una squadra senza orgoglio, carattere, grinta e voglia di vincere. Sembra di rivivere la situazione di un anno fa quando, con Ancelotti alla guida, si toccò il fondo, scivolando a centroclassifica. Un Ancelotti bis che nessuno si sarebbe mai aspettato. Di chi le colpe? Sicuramente sul banco degli imputato ci sono Gattuso, i giocatori e Giuntoli. Qualcuno dirà che mancavano i grossi calabri, come Osimhen,. Mertens e Koulibaly, tuttavia questo non può essere un alibi, perchè la rosa è di qualità e non può dipendere dai suoi calciatori migliori. E’ davvero incredibile che si possano buttare al vento dei punti contro, compagini, con tutto il rispetto, quali Torino e Spezia, senza dubbio alcuno, assolutamente almeno tre volte inferiori come caratura agli azzurri. Se solo avesse vinto tali gare, oggi il Napoli, con 5 punti in più, si ritroverebbe in piena lotta per il titolo, non facendo nulla di trascendentale ma esclusivamente il proprio dovere di formazione da vertice. Viceversa, attualmente i partenopei rischiano grosso  perseverando con questo altalenare di risultati, compromettendo la zona europea e non solo quella Champions, obiettivo sbandierato ai quattro venti. Gattuso, ora è sulla brace e la sua panchina traballa; dal momento che dopo un anno e più non è ancora riuscito ad inculcare ai suoi quel veleno, come lo chiama lui, da affrontare gli avversari con la rabbia agli occhi, al posto suo, io mi dimetterei. Tra meno di due settimane c’è la Supercoppa italiana con la Juve che è tornata prepotentemente alla ribalta ed un eventuale nuovo passo falso non farebbe che aggravare la situazione e sconfortare la tifoseria che potrebbe anche disamorarsi. Oggi come oggi, un’inversione di tendenza subitanea appare difficile ma bisogna correre ai ripari prima che sia troppo tardi, inteso caro Gattuso?

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