AMARCORD: NAPOLI-PARMA, rialzare subito la testa!

Dopo il raggiungimento delle semifinali di Coppa Italia, il Napoli è chiamato a rialzare la testa anche in campionato. Al Maradona arriva il Parma che fu l’avversario contro cui il 15 dicembre 2019 Rino Gattuso esordì sulla panchina azzurra.

La gara si mise subito male, anzi malissimo con la fuga, al 4°, di Kulusevski favorita da un disimpegno errato di Koulibaly che nel tentativo di recuperare si infortuna ed è costretto ad uscire; lo svedese non perdona e gli emiliani sono avanti 1-0. Il Napoli reagisce con Insigne che ottimamente imbeccato da Milik calcia fuori da ottima posizione.

Era un momento piuttosto critico della stagione, e quando una ripartenza di Gervinho è deviata sul palo da Meret cominciano a piovere fischi. Un presunto rigore su Zielinski è trasformato in punizione da Di Bello dopo la consultazione del VAR ma non ottiene il risultato sperato. Nella ripresa le cose sembrano andare meglio: punizione insidiosa di Insigne respinta da Sepe, poi Milik sull’esterno della rete ed al 64° da un cross di Mertens il polacco di testa lascia fermo l’estremo difensore emiliano e pareggia. Niente di più, però: un’offensiva personale di Gervinho è neutralizzata di piede da Meret prima del fatale contropiede al 92°, confezionato dalla coppia Kulusevki-Gervinho con quest’ultimo che tutto solo fulmina Meret per l’1-2 finale.

Parma vittorioso ma da diversi anni ridimensionati non avendo più alle spalle il colosso Parmalat che aveva fatto del Napoli una delle tante società satellite.

Realtà relativamente giovane, nel 1990, nel loro primo campionato in A, alla terza giornata sgambettarono il Napoli campione d’Italia; il “SindacoOsio firmò l’1-0 al Tardini. Al ritorno gli azzurri si imposero per 4-2 grazie a Maradona, due rigori, De Napoli e Careca. La vittoria non fu mai in discussione ma molti sugli spalti applaudirono il Parma di Nevio Scala per il suo gioco veloce e per alcune geometrie davvero interessanti. Emiliani ribattezzati “Oasi felice” mentre per il Napoli cominciavano i tempi cupi; il 24 aprile 1994 si giocò un Napoli-Parma con gli azzurri vittoriosi per 2-0 (Buso, Ferrara), che, oltre a congedare il Napoli dall’allora San Paolo, vide l’addio alla maglia azzurra di Ciro Ferrara, con Lippi alla Juve, Zola e Crippa proprio al Parma, segno che i tempi stavano davvero cambiando. Un anno dopo sarebbe partito in direzione Emilia anche Fabio Cannavaro, giovane e promettente difensore, sacrificato proprio per riempire le esangui casse societarie. Quello stesso anno il Napoli salutò il suo pubblico di nuovo contro il Parma, 4 giugno 1995, e di nuovo fu una vittoria grazie ad un rigore messo a segno da Agostini.

Fu 1-1 nel dicembre successivo con due reti di due ex, Pizzi e Zola, ma il “ciuccio” vinse ancora nel gennaio 1997, 2-1, con gol di Pecchia (oggi braccio destro di Benitez) e Cruz, Chiesa per gli ospiti.

Nel dicembre 1997 ci fu lo sciagurato 0-4 che sancì in pratica la retrocessione azzurra che arrivò matematicamente nella gara di ritorno al Tardini (3-1 con Taglialatela che uscì piangente dal campo consolato da Cannavaro). Per rivedere Napoli-Parma nella massima serie bisognerà aspettare l’antivigilia del Natale del 2000: 2-2 con i doppi pareggi di Pecchia e Amoruso ai vantaggi di Micoud e Milosevic. Tempi grami anche per il Parma che retrocesse nel 2008, quell’anno finì 1-0, gol di Zalayeta. Si arriva così al 2-3 dell’aprile 2010 prima del 7 novembre dello stesso anno quando il Parma fu steso da una doppietta di Cavani. Successo gialloblù il 16 ottobre 2011: emiliani in vantaggio con Gobbi, pari di Mascara e definitivo vantaggio di Modesto. Netta invece l’affermazione del Napoli, 3-1, il 16 settembre 2012, Cavani, Pandev, Parolo e tris di Insigne. Cassano il 23 novembre 2013 firmò lo 0-1 dell’ultimo successo emiliano a Napoli; quel Parma che quella stagione si classificò sesto retrocesse in B al termine della successiva e perse prima della pausa natalizia 2-0 grazie ai gol di Zapata e Mertens. Tornato in A nel 2018 il 26 settembre fu sconfitto 3-0 al San Paolo con le reti di Insigne e la doppietta di Milik.

Antonio Gagliardi

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