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Gli interventi di Alessandro Giudice, Enrico Bendoni e Daniele Sebastiani a Radio Punto Nuovo

Giudice: “De Laurentiis ha espresso due concetti sacrosanti sulla Superlega. La sua idea, però, porta ad un’altra Superlega”

A Radio Punto Nuovo nel corso di Punto Nuovo Sport Show è intervenuto Alessandro Giudice, economista: “Parole di ADL sulla SuperLega? De Laurentiis ha espresso due concetti sacrosanti: Il primo è che la UEFA e contemporaneamente regolatore ed imprenditore, un conflitto di interesse che il cuore del problema. Non ci può essere un soggetto che cura le regole ed organizzi i ricavi dell’evento, ridistribuendoli. L’altro problema che c’entra bene De Laurentiis è quello legato al meccanismo perverso della Champions League creato dalla UEFA. Se creo un incentivo competitivo ad entrare nella competizione automaticamente costringerò tutti ad investire di più di quanto non sia necessario per competere. Se ho 7 squadre per 4 posti che credono di avere le competenze abilità competitivo per entrare in Champions League allora ci saranno tre squadre che investiranno di più di quello che potrebbero fare per entrare in Champions. Sarà sempre una corsa di investire di più per avere incentivi che arrivano dalla Champions. Il punto nodale che non funziona del discorso di De Laurentiis è che non c’è la moltiplicazione dei pani e dei pesci: farsi lo show da soli non è corretto come ha specificato il presidente del Napoli, ma l’unica soluzione è il modello americano, dove hai prestabilito chi partecipa alla competizione e può dividersi la torta nel modo più funzionale agli investimenti, gestendo il club con una logica di profitto e facendo il salary cap. Io non sto dicendo che bisogna andare in questa direzione, Ma se si vogliono attuare le parole di De Laurentiis questa è l’unica direzione attuabile. È una superlega, in sintesi: una superlega all’americana. Il traffico che, ad esempio, il traffico General su YouTube è completamente diverso e ben superiore rispetto a quello che generano gli sport americani. La Uefa sostiene che sta facendo crescere il movimento, Il problema è che i costi sono cresciuti molto più dei ricavi. Dopo club fanno i 75% dei ricavi perché fanno i maggiori investimenti, sfruttando anche i precedenti premi della Champions League oppure ci sono i club inglesi che hanno volumi di ricavi totalmente diversi dagli altri per quelli che sono i ricavi generati dalla Premier League. Dobbiamo ragionare non come causa effetto, ma come meccanismo circolare. Anche se, ovviamente, questi grandi club vogliono appropriarsi della maggior parte dei ricavi”

Bendoni (ex DG Juve-Lazio): “Le parole di De Laurentiis riflettono il disagio di tutti. Il calcio spezzatino è nonsense”

A Radio Punto Nuovo nel corso di Punto Nuovo Sport Show è intervenuto Enrico Bendoni, giornalista, grande esperto di diritti TV, ex DG di Juventus e Lazio: “Parole di ADL su Sky? Sono le parole che riflettono un momento di disagio di tutti. Il covid in nostro modo di approccio alle produzioni televisive. Rai, Mediaset e compagnia in questo anno e mezzo di crisi hanno vissuto qualcosa di devastante, le loro produzioni si sono fermate, l’offerta televisiva è diventata critica rispetto a chi offriva contenuti via internet con enormi live di produzioni. Soprattutto, perché ci stiamo rivolgendo a generazioni diverse. In parte, credo che De Laurentiis abbia un gusto più raffinato anche se sui prodotti sono commerciali, Ma parliamo di un uomo che conosce la materia. Togliere al calcio, come nel caso dello spogliatoio menzionato dal presidente del Napoli, qualcosa di segreto significa a togliergli valore. Anche il prodotto dello spezzatino è un nonsense: il calcio ed il suo campionato hanno qualcosa di magico quando vengono offerti per una platea non per un singolo. Si sta perdendo il fascino: lo spezzatino diviso in tre giorni è perdente, una lapide sul prodotto campionato. Un Salernitana-Venezia non puoi proporla con un’offerta di altre nove partite. Una partita scarsamente rilevante alle 18 interrompe il dibattito sulla partita delle 15 se questa è un big match. Lo spezzatino è ingannevole: Dazn deve pensare che non c’era la concorrenza dei ristoranti o di cinema o delle discoteca. Si mettono in crisi i palinsesti ed anche gli altri sport. Non hanno ragionato su questi riflessi, spero lo stiano facendo adesso”

Sebastiani: “Se fosse rimasto Zeman, avrei ceduto la comproprietà di Verratti al Napoli: avevo già l’accordo con De Laurentiis”

A Radio Punto Nuovo, nel corso di Punto Nuovo Sport Show è intervenuto Daniele Sebastiani: “Siamo felici di vedere questa nazionale con tanti ragazzi passati anche per Pescara. Nel Pescara di Zeman non c’erano sempre e solo Insigne, Verratti è immobile ma tanti altri ragazzi interessanti. All’inizio dell’anno erano tre perfetti sconosciuti solo Insigne aveva fatto qualcosa in più a Foggia. Immobile, l’epoca il mister lo vedeva come riserva di Maniero: il che è tutto dire. Verratti era già nostro, sapevamo di avere un gioiello. Insigne scelse Pescara per Zeman. Immobile lo volemmo io e Delli Carri. I giovani bisogna avere la pazienza di aspettarli: per Ciro fu così, sbagliò un anno prima di venire da noi. Ho un grande rimpianto: l’annata successiva all’anno di Zeman, se il mister avesse tenuto fede alla promessa di restare in A con noi, il presidente De Laurentiis mi promise che mi avrebbe lasciato Insigne n prestito, la comproprietà di Verratti (il Napoli fu l’unico club che ha spinto per averlo) oltre a Santana ed El Kaddouri in prestito. Peccato perché sarebbe andata meglio sia il Pescara che lo stesso Zeman”

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