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Gli interventi di Beppe Dossena, Corrado Orrico e Alberto Fontana a “1Football Club”

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Beppe Dossena, campione del mondo 1982 ed ex calciatore, fra le tante, di Torino, Udinese e Sampdoria. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione ilsognonelcuore.com.

Italia colpevole di non aver battuto la Bulgaria. Juve fuori dalla lotta Scudetto. Su Insigne e Donnarumma…

“La parentesi della vittoria all’Europeo non può cancellare il fallimento di non essere approdati direttamente al mondiale a causa della mancata vittoria contro la Bulgaria. Ci sta pareggiare con la Svizzera, abbiamo sbagliato dei rigori ma non dobbiamo gettare la croce addosso a Jorginho, quegli errori li hanno fatti calciatori ben più blasonati di lui. Insigne punta? Quel tipo di modulo con i tre brevilinei avrebbe potuto farci portare a casa il risultato, ma bisognava tenere conto del fatto che forse Lorenzo, non essendo al top fisicamente, avrebbe fatto sicuramente nel suo ruolo naturale. Il problema della prima punta non nasce nella Nazionale, ma nei club che non hanno tanto coraggio nel lanciare i ragazzi. Comunque, se Mancini recupererà alcuni calciatori, non avrà bisogno di volti nuovi. Fattore campo? Il calcio è cambiato rispetto ai miei tempi, bisogna adattarsi a questo nuovo modo di vivere la professione del calciatore. Forse bisognerebbe giocare qualche partita in meno. Scudetto? Napoli e Milan favorite, l’Inter può insediarsi. La Juventus potrà arrivare al massimo tra le prime quattro. Rinnovo Insigne? La lungimiranza è una caratteristica che viene richiesta ai manager, avrebbero dovuto rinnovarlo prima. Ma oggi sono i calciatori a decidere quando e dove andare. Apprezzo molto il nuovo corso del Milan, stanno riuscendo a non farsi tenere in ostaggio né dai procuratori né dai propri calciatori. Una cosa che dovrebbero evitare gli atleti è baciare la maglia ed andare sotto la curva: è un mestiere come tanti, cambiare squadra anche solo per un maggiore guadagno ci sta, ma non bisogna illudere i tifosi. Cos’ha portato Spalletti al Napoli? Esperienza e serenità”.

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Corrado Orrico, ex allenatore dell’Inter ed opinionista Sky. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione ilsognonelcuore.com.

Lozano pensasse a recuperare il posto da titolare piuttosto che ambire ad altri club, il Napoli è fra le prime sei d’Europa

“Lozano dice che vuole andare in una grande squadra? Intanto dimostri di essere un top player e riconquisti il posto da titolare che ha perso, il Napoli è già fra le prime sei squadre d’Europa. Quando i calciatori si lasciano andare a dichiarazioni di questo tipo, dimostrano di avere un cervello piccolo. Sicuramente Adl e Spalletti lo rimetteranno in riga. Inter-Napoli? Sicuramente sarà una gara spettacolare, si deciderà a centrocampo e sul piano agonistico. La differenza, però, la faranno gli attaccanti. Oggi Osimhen è più determinante di Dzeko, grazie alla sua vigoria fisica e capacità di recuperare tante palle sporche. Grazie a lui, Luciano può far giocare i suoi in profondità. Poi è bravo di testa e, quindi, sfrutta il gran lavoro dei terzini. Zielinski? Non è al top ma può sempre tirare fuori il coniglio dal cilindro. Sta vivendo un momento difficile, ma può risolvere una partita anche con un gran tiro dei suoi da fuori area. Elmas? Nell’ultima partita giocata è sembrato un calciatore di rilievo, se fosse più continuo sarebbe un top player. Mertens o Petagna? Il belga tutta la vita. È in grado di esprimere tante qualità di gioco, anche se non ha la fisicità di Osimhen ha molta più tecnica e classe. Spalletti o Inzaghi? Luciano ha lasciato un segno positivo ovunque è andato. In Russia ha vinto, a Roma è sempre andato in Champions nonostante la grana Totti. Quello che sta facendo oggi al Napoli non mi sorprende. Dall’altra parte dico che l’Inter ha sbagliato a prendere Simone Inzaghi, il quale era estremamente aiutato da Tare alla Lazio. Senza l’albanese, Simone zoppica parecchio perché non ha più chi gli toglie le castagne dal fuoco”.

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Alberto Fontana, ex portiere, fra le tante, di Napoli ed Inter. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione ilsognonelcuore.com.

Napoli favorito sull’Inter perché gli andrebbero bene due risultati su tre. Juve in corsa per lo Scudetto

“Handanovic ha abituato tutti troppo bene, quindi ora si sottolinea quando fa un errore. Il Napoli, invece, ha due grandi portieri, ma io ho un debole per Meret: Alex è stato anche sfortunato perché a causa degli infortuni non è riuscito ad essere costante. Ospina, dal canto suo, è molto affidabile e si è sempre fatto trovare pronto quando è stato chiamato in causa. Anche Donnarumma, che è un fenomeno, ha sottolineato quanto sia importante per un portiere avere continuità, cosa che Meret all’ombra del Vesuvio non ha mai trovato. In un campionato non bello ma difficile come quello italiano, tante partite possono compromettere i piani. Da questo punto, il Milan potrebbe essere avvantaggiato qualora uscisse dalla Champions. In primavera le squadre che hanno troppi impegni calano inesorabilmente. Cos’ha dato Spalletti al Napoli? La consapevolezza di essere forti, ma è un percorso di crescita che era già iniziato con Gattuso, il quale ha giocato tre mesi senza punte. Luciano è stato bravissimo a gestire una rosa davvero importante, con una piazza così calorosa che, talvolta, va gestita. Per lo Scudetto non escludo assolutamente la Juve che, nonostante ha perso certezze in campo come Pjanic e Cristiano Ronaldo, ha Allegri che è il top degli allenatori. Simone Inzaghi? Un grande uomo che è riuscito a gestire subito la grana del ridimensionamento della rosa da parte della società. Si è subito dimostrato all’altezza di allenare i nerazzurri. Inter-Napoli? Gli azzurri sono favoriti dal fatto che possono giocare per due risultati su tre: uscire con un pareggio da San Siro non è da tutti”.

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