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DA MAZZARRI A CALZONA, AGGRAPPATI ALLA SPERANZA

Il romantico ritorno di Mazzarri me lo ero immaginato un po’ diverso.
Il problema è mio, che credo nelle favole e nelle storie a lieto fine.
Dal punto di vista razionale, pensare che Mazzarri, dopo dieci anni di esoneri e fallimenti, potesse salvare baracca e burattini, era follia. O semplicemente incompetenza.
Quello arrivato a Napoli è stato un Mazzarri travestito, male, da Spalletti, convinto che il calcio moderno fosse più facile di quanto pensasse, che non ha avuto il coraggio di portare a Napoli il Mazzarri autentico, con i suo difetti e i suoi pregi.
Ci ha provato, in qualche occasione, a tornare all’antico, ma ancorato alla paura, in preda al panico, orfano di quell’ardore entusiasta che aveva contraddistinto i suoi primi anni in azzurro.
E che brutto obbrobrio che ne è venuto fuori!
Con Calzona avremo un tecnico che, quantomeno, avrà idee chiare.
Altro non posso dire, perché sono convinto che un allenatore che ha sempre fatto il secondo, pur di allenatori bravi, non ne erediti automaticamente le competenze.
Né fingerò di essere un esperto del gioco della Slovacchia, anche perché allenare un club e una nazionale sono cose molto diverse.
Aspettiamo, dunque, e speriamo.
Tanto, peggio di così c’è solo la retrocessione.
E. L.
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