Sindaco De Magistris: “Fuori dall’Olimpico il Far West. Io, mischiato ai tifosi della Fiorentina, l’ordine pubblico non ha funzionato”
A Radio Crc nella trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Luigi De Magistris, sindaco di Napoli: “In queste ore il mio pensiero va a Ciro Esposito. Poi, basta con le aggressioni su Napoli e i tifosi napoletani. Bisogna partire da un fatto, da il fatto: un napoletano è stato ferito da un colpo di postola. Alcuni continuano a dire che è andato tutto bene per l’ordine pubblico ma non sarei affatto così entusiasta. Noi volevamo gioire e portare la coppa a Napoli. Gli stessi giocatori erano condizionati anche perché lì, all’Olimpico, non ci dicevano nulla. Solo informazioni distorte, come quella relativa al colpo di pistola, che era frutto di un episodio avvenuto al di fuori del contesto tifo. I tifosi del Napoli sono persone perbene per la stragrande maggioranza ed erano a Roma a subire in silenzio cori non proprio positivi. Nonostante tutto questo, è cominciato il processo a Napoli.
Il limite è stato oltrepassato e se addirittura spuntano armi da fuoco è chiaro che i bambini non andranno più allo stadio. Bisogna prendere decisioni forti, liberare gli stadi da chi vuole far altro e rivedere le regole e l’ordine pubblico.
La responsabilità dell’ordine pubblico non è mia, ma sono stato magistrato e devo denunciare ciò che vedo: a Roma mi sono trovato tra i tifosi della Fiorentina ed ho visto cose che era meglio non vedere. Ora, dobbiamo concentrarci per capire come sta Ciro. Ci sono stati contesti discutibili e comprendo che la partita bisognava giocarla, ma la cosa assurda è che nessuno riusciva a capire cosa era accaduto.
Purtroppo, l’immagine dell’Italia sta girando in tutto il mondo ed è per questo che bisogna mettere un freno a tutto ciò. Poi, concentrare tutto il dibattito su Napoli come se quella persona rappresentasse la città, è sbagliato. Non so cosa si siano detti Hamsik e gli ultras, ma la decisione di andare sotto la curva non è stata presa dal capitano del Napoli, è stata una cosa ponderata e decisa non da poche persone. Sicuramente quel personaggio con quella maglia e quella storia non rappresenta la città di Napoli e non tiene in scacco la città. Se c’è un condizionamento del tifo, bisogna interrogarsi e spesso se ne parla perché questo non deve assolutamente accadere.
In quelle immagini non c’è Napoli, c’è l’Italia intera perché in quel contesto ci sono tre grandi città: Napoli, Firenze e Roma. Tutti abbiamo perso.
Poco prima di partire per Roma, ho incontrato molti napoletani che non aspettavano altro che gioire per una coppa Italia. Basta con questa atmosfera che sta trasformando le partite e poi, non è possibile che in ogni match si sparino tante bombe carta, sotto quella curva c’era Hamsik, un giocatore del Napoli.
Una posizione l’ho presa anche perché sto dicendo cose forti: mi prendo la responsabilità di dire che fuori lo stadio le cose non sono andate per il verso giusto sotto l’aspetto dell’ordine pubblico. Però, la priorità è la salute di Ciro e non mi interessa chi ha ragione o chi ha torto, c’è una vita umana in gioco.
Ci battiamo ogni giorno per dimostrare che lo sport è aggregazione, è punto di riferimento, è lotta alla camorra e antiviolenza, ma poi questi episodi cancellano tutto. La cosa da fare è difendere Napoli e non solo: bisogna chiedere alle Istituzioni di prendere decisioni forti. Fuori allo stadio Olimpico, ripeto, era un Far West per cui l’ordine pubblico non ha funzionato”.