BRASILE 2014

Il Belgio gioca d’Hazard: «Faccia il leader»

Nel dovuto modo, col dovuto tono, al dovuto momento, ma alla fine Marc Wilmots gliel’ha detto. «Eden vuole fare di più, e sappiamo tutti quanto potrebbe aggiungere al nostro gioco se fosse più continuo. Non pensiate che voglia mettergli pressione, lui sa perfettamente quanto lo stimi e in questi giorni abbiamo parlato un po’ assieme. Voglio che prenda in mano le partite e le conduca in porto come deve fare un leader, e non ditemi che ha soltanto 23 anni perché è un’età perfetta per prendersi queste responsabilità. Lui è deciso a farlo, me l’ha ripetuto più volte, ma tra il dire e il fare la distanza resta grande. Gli americani cercheranno di sottrargli spazio, come fanno tutti, ma io confido nel fatto che Eden diventi più decisivo». Eden naturalmente è Hazard, e se il Belgio fosse una squadra Nba il suo status sarebbe quello di uomo-franchigia, il sole attorno al quale tutto gira di conseguenza. Nella prima gara ha sonnecchiato salvo poi servire a Mertens l’assist del gol risolutore. Nella seconda si è ripetuto: ottanta minuti anonimi seguiti da dieci finali portentosi, con una ruleta a centro-area da sgranare gli occhi e il passaggio vincente, dopo serpentina sulla linea di fondo, a Origi. Nel terzo match, quello del turnover, Wilmots l’ha spedito in campo appena al 41’ della ripresa, e lui ha comunque trovato il modo di farsi notare.
Come al Chelsea Insomma, spettacolari sgasate nei momenti delicati, ma la velocità di crociera è troppo bassa. Più o meno lo stesso rimprovero di José Mourinho, che nella fase decisiva della stagione — complice una serie di guai fisici— non ha ottenuto dal suo principale talento ciò che s’aspettava. E visto che Eden si consentì alcune osservazioni sugli eccessi difensivi del Chelsea, Mou non si è fatto problemi a mettere in piazza la sua delusione, cosa che per qualche giorno ha avvalorato la tesi ricorrente di un trasferimento della stella belga al Paris St.Germain. Ma dopo le limitazioni al mercato dei campioni di Francia poste dall’Uefa e l’acquisto non esattamente a buon prezzo di David Luiz, il tema sembra decisamente declinato. Hazard resterà al Chelsea, dove tra autunno e inverno è stato formidabile, e quest’anno la sua capacità di liberarsi del marcatore e servire la palla al centro troverà in Diego Costa il complemento ideale.
Dubbio Kompany Ma con quali galloni mondiali tornerà a Londra, il nostro caro Eden? Wilmots ha ragione a pretendere da lui una presenza più energica dentro ai 90 minuti. Anche perché il leader carismatico, il capitano Kompany, continua a essere in dubbio a ogni vigilia per l’affaticamento agli adduttori. E un faro più stabile non può che essere Hazard.

La Gazzetta dello Sport

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