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Senti Benitez, il turnover fondamentale per arrivare lontano

E allora, come la vogliamo mettere: repetita iuvant o Paganini non ripete? Si scelga pure, se possibile. Anche perché le due cose non sembrano tanto concordare e perciò (prima o poi) bisognerà pure capire da che parte pende la bilancia. Provare a leggere cioè (fra le formazioni) per individuare la linea seguita, la tendenza di un mister che preferisce non considerare nessuno della rosa come inamovibile. Semplificando: Benitez non crede in un undici titolari da riproporre come un disco rotto, ma continua ad essere (più che mai) il signore delle alternanze. Circondato anche com’è da uno staff piuttosto attento ai dosaggi , all’amministrazione di energie fisiche ed anche psichiche, problematiche di basilare importanza se si vuole provare a farsi valere su tre fronti. Che da anni sono quelli del campionato, Europa League (o Champions) e Coppa Italia. Impercettibile la distanza perciò fra titolari e riserve, tanto che gli stessi, nel corso di un’intera stagione, tendono inevitabilmente a confondersi. In definitiva la cosa si potrebbe riassumere con un: Benitez ripete, ma molto poco.

FONDAMENTALE. Quindi, pur cambiando spesso e volentieri, il Napoli fino al settimo impegno ufficiale della stagione ha evidenziato molte più ombre che luci. Solo di recente, ed in una sola settimana, in grado di fare l’en plein: tre su tre (Sassuolo, Bratislava e Torino) con buona e provvisoria pace di tutti. D’altronde lo stesso Rafa, in più occasioni, durante le conferenze dei pre o post-partita, s’era smaccatamente espresso a favore del turnover. «Il turnover sarà fondamentale se vogliamo arrivare lontano», prima di Napoli-Torino, con convinzione, come aveva già fatto in tante altre occasioni. Anche durante la scorsa stagione, quando pure si cambiò molto e si arrivò (abbastanza) lontano.

Corriere dello Sport

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