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Lazio, Pioli resta tranquillo. Ma i numeri non fanno sorridere

ROMA – Pioli dice che è tranquillo, che contro il Chievo la reazione c’è stata ed è mancato solo il gol. Analisi lucida, anche supportata dai numeri. Ma la Lazio di oggi, in realtà, è ben diversa da quella che con 5 vittorie e un pareggio in 6 incontri era riuscita a piazzarsi al terzo posto in classifica, subito dietro Juventus e Roma.

UN PUNTO NELLE ULTIME TRE PARTITE –
In quel filotto aveva messo a segno 16 reti, subendone 6 appena. Ma dopo l’ultima vittoria con il Cagliari (3 novembre, praticamente un mese fa), la squadra biancoceleste non è più riuscita a centrare i tre punti. Sconfitte con Empoli e Juventus, più il recente pareggio in casa del Chievo. Il risultato è un punto in tre partite, con una sola rete fatta (inutile nel 2-1 in Toscana) e 5 subite. Numeri che evidenziano un crollo verticale evidente, sia in termini di punti che di differenza reti. La Lazio in tre gare ha subito quasi gli stessi gol che aveva incassato nel filotto di 6 risultati utili consecutivi (5 a 6) e soprattutto non segna più, ciò in cui fino a poco tempo fa riusciva con una certa regolarità. È proprio questo, probabilmente, il dato più preoccupante al momento.
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TANTI CROSS, POCHI TIRI IN PORTA – Perché in difesa l’esperimento di Radu centrale al fianco di De Vrij è andato discretamente bene (anche se andrà rivisto contro avversari più impegnativi), mentre in attacco la Lazio fatica tantissimo a concretizzare l’enorme mole di gioco creata. La squadra ha chiuso l’incontro al Bentegodi con il 64% di possesso palla e 12 tiri. Ma il dato più impressionante è quello relativo al numero di cross, addirittura 49. Di questi solo uno (colpo di testa di De Vrij con miracolo di Bizzarri) si è tramutato in un tiro in porta. Complessivamente in tutta la gara la Biancoceleste ha concluso in quattro circostanze nello specchio, nelle restanti tre occasioni con i tiri da fuori area di Candreva, Mauri e ancora De Vrij, l’uomo più pericoloso contro i clivensi.


CENTROCAMPO LENTO E POCO LUCIDO –
Lazio spuntata, insomma. Basti pensare che tra gli 82 minuti di Djordjevic e gli 8 di Klose, dagli attaccanti della Lazio è arrivata una sola conclusione, per giunta  fuori dallo specchio con il serbo. E anche il centrocampo non è che se la passi meglio: l’impostazione tattica di base è sempre la stessa, ma l’atteggiamento è ben diverso da quello propositivo, travolgente e aggressivo dei mesi scorsi. Il “trio delle meraviglie” Parolo-Biglia-Lulic (a Verona orfano del bosniaco) non presenta più il solito dinamismo e la lucidità nel possesso del pallone. E senza queste caratteristiche è tutta la manovra a risentirne, perdendo di imprevedibilità e precisione. È vero, contro il Chievo la Lazio ha fatto la partita e le è mancato il gol. Ma non solo quello. ss lazio

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Fonte: Repubblica

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