COPERTINAIN EVIDENZAOBIETTIVO NAPOLI

OBIETTIVO NAPOLI – Azzurri in ripresa dopo il tonfo di Empoli

La vittoria contro il Milan nel posticipo domenicale del San Paolo, ha restituito agli azzurri una buona fetta di morale persa dopo l’umiliante sconfitta contro l’Empoli. Il successo sui rossoneri non restituisce però i punti persi al Castellani, cosicché la squadra di Benitez deve ancora guardare dal basso verso l’alto Roma e Lazio, distanti rispettivamente cinque e quattro punti.
Dopo il tonfo di Empoli, l’undici partenopeo era chiamato ad una repentina e decisa reazione. I rossoneri di Inzaghi, in effetti, si prestavano in maniera ottimale come vittima sacrificale e subitanea opportunità di rivalsa, visto l’andamento alquanto sconfortante dell’ex club di via Turati. Guardando, però, solo i primi attimi di gara, con il rigore procurato e la conseguente espulsione di De Sciglio, e leggendo il risultato finale, ci si potrebbe fare un’idea errata dell’andamento della partita. Il Milan, infatti, ha offerto una prova di grande sacrificio ed abnegazione difensiva, riuscendo a limitare i danni fino al 25° della ripresa, quando è arrivato il gol di Hamsik a sbloccare il match, e mettendo in difficoltà il Napoli, che pur attaccando costantemente, ha faticato non poco a trovare la via del gol.
rigore Higuain_DMF_7002 Napoli-Milan 3/5/2015 foto De MartinoSoprattutto nel primo tempo i rossoneri sono riusciti a ben contenere la formazione di Benitez che, colta forse essa stessa di sorpresa dall’immediata situazione di vantaggio acquisita dopo appena una quarantina di secondi, non è riuscita a sfruttare al meglio la superiorità numerica, limitandosi ad una reiterata manovra collettiva, poco fluida e che andava ad ingolfarsi una volta giunta sulla trequarti offensiva.
Nella prima frazione di partita il Napoli ha faticato a cambiare ritmo e ha trovare giocate importanti arrivati a ridosso dell’aria di rigore avversaria. Le iniziative migliori sono nate sul settore mancino dove, manco a dirlo, il solito Insigne è risultato il più intraprendente e l’elemento maggiormente in grado di scardinare l’accorta difesa milanista, schierata per tutto il match con un 4-4-1 interamente a difesa della propria porta. Con il sorprendente spostamento di Insigne sulla fascia destra e quello di Callejòn sulla sinistra, gli attacchi partenopei si sono tuttavia fatti sempre più inefficaci, anche a causa di una manovra molto farraginosa a centrocampo, dove Jorginho si è reso protagonista di una gara colma di evidenti errori in fase di impostazione.
La qualità del gioco del Napoli è però cresciuta esponenzialmente nella ripresa, soprattutto dopo l’ingresso di Gabbiadini al posto di Jorginho, che ha consentito alla squadra di schierarsi con un più propositivo 4-1-4-1, che ha aumentato le fonti di pericolo per la difesa di Inzaghi. Importante per il successo degli azzurri è stato poi il maggior apporto dato alla manovra offensiva da Callejòn che, portato nuovamente nel suo ruolo naturale, ha trovato costantemente i tempi per inserirsi con i suoi tagli sulla destra, mandando regolarmente in crisi Boccchetti, anche grazie alle generose sovrapposizioni di Maggio. Sul lato opposto, il ritorno a sinistra di Insigne e il successivo ingresso positivo di Mertens, unito alla spinta costante di Ghoulam, hanno costretto la retroguardia milanista ad un lavoro extra, insostenibile per tutto l’arco dell’incontro vista l’inferiorità numerica. Dunque, grazie alla spinta sugli esterni e alle iniziative sulla trequarti di Hamsik e Gabbiadini a sostegno di Higuaìn, il Napoli è alla fine riuscito a scardinare il catenaccio rossonero, arrivando poi agevolmente ad arrotondare il risultato una volta sbloccato il match.
Non sappiamo però quanto un Milan del genere, generoso ma sinceramente povero dal punto di vista tecnico e tattico, possa costituire un test affidabile per stabilire lo stato di salute del Napoli, a poche partite dalla fine della stagione. La partita contro l’Empoli ci ha restituito un’immagine troppo negativa per essere cancellata a cuor leggero da una vittoria buona, ma pur sempre ottenuta contro un Milan in dieci e che francamente rappresenta solo una pallida ombra del nome che porta. Il rischio che alla fine del campionato ci si possa ritrovare a rimpiangere tutte le occasioni sprecate e i punti gettati alle ortiche è forte. La semifinale di Europa League è d’altra parte una grande occasione per cancellare i rimpianti e tenere viva la speranza di centrare un prestigioso doppio traguardo: la vittoria della Coppa e l’approdo in Champions. Ma il Napoli non può affidare le proprie speranze al solo successo in Europa League, come Benitez e i suoi ben sapranno.

Commenti
Segui il canale PianetAzzurro.it su WhatsApp, clicca qui