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Bologna: la strana domenica degli ultrà tra “nemici” napoletani e beneficienza per i bambini malati

Sarà una domenica molto calda, e un po’ strana, per la curva rossoblù. Una partita ad altissima tensione col Napoli e poi una lotteria benefica per i bambini: il peggio e il meglio, le due facce del pianeta ultras, pronti alla battaglia e all’amore, muscoli duri e cuore tenero, in aperta e incomprensibile (nell’immaginario collettivo) contraddizione. Prima i soliti cori razzisti contro i napoletani, a quanto pare inevitabili, e poi la beneficienza per i bimbi malati. Di ogni etnia, religione, regione.

Domenica allo stadio saranno in vendita gli ultimi tagliandi per la lotteria a favore di Bimbotu, promossa dal gruppo ultrà Beata Gioventù della curva Bulgarell in collaborazione col Bologna. L’estrazione avverrà a partire dalle 18.30 al Gate di San Lazzaro (via della Tecnica 50, zona La Cicogna) in uno show condotto da Orfeo Orlando con la partecipazione di Marco Di Vaio e dei giocatori rossoblù. In palio le maglie che la squadra avrà indossato nel primo tempo del match alle 12.30 contro il Napoli.  Il denaro raccolto verrà devoluto alla Onlus  Bimbotu che si prende cura dei bambini affetti da malattie del sistema nervoso centrale e/o tumori. Un biglietto costa due euro: 10 euro sei biglietti. Le prevendite già attive sono numerose: Temporary Store Bfc in Galleria Cavour, Luca Elettronica via Emilia Levante 60, Big Bar via Leandro Alberti 97/2, International Store viale Togliatti  27, Body Planet via delle Armi 12, Non solo Tabacco via Porrettana 44 (Casalecchio) e Bar Sottosopra via S.Cristoforo 18 (Ozzano).

Il rischio però che un’iniziativa tanto meritoria, già sperimentata varie volte in passato con successo, possa essere offuscata dalla cronaca, esiste. I rapporti con la tifoseria napoletana (è prevista un’invasione di diecimila tifosi azzurri da tutta Italia) sono molto tesi. I precedenti non sono rassicuranti. L’ultima volta, due anni fa, successe un putiferio mediatico: l’idea del Bologna, e in particolar modo di Gianni Morandi al tempo presidente onorario, di accogliere i tifosi avversari sulle note di “Caruso” di Lucio Dalla, un bolognese che adorava Napoli ricambiato, furono ritenute un’eccessiva cortesia per gli ospiti dalla curva che si mise fischiare. Dalla fischiato dai “suoi” ultrà nella “civile Bologna” fu una notizia che, naturalmente, scandalizzò e conquistò le prime pagine. Col solito condimento di poco originali striscioni e insulti razzisti. Morandi fu bersagliato arrivando ad annunciare le sue dimissioni (poi di fatto mai presentate).

“Mi rendo conto che certe dinamiche siano incomprensibili dall’esterno – dice Cristian Frabboni, leader di Beata Gioventù -. Era il periodo in cui le curve venivano chiuse per i cori di discriminazione territoriale e il mondo ultrà stava combattendo una battaglia provocatoria contro questi provvedimenti, compresa la curva del Napoli che arrivò, in segno di protesta, perfino a cantarsi da sola le offese con cui è abituata a essere accolta negli stadi italiani. Lo so, è difficile da capire. Ma quei cori sono solo sfottò, fanno parte del gioco tra tifoserie, non vanno mica presi alla lettera…”. Insomma, una tradizione: se gli ultrà napoletani non venissero chiamati terremotati e colerosi ci resterebbero male… E’ assurdo, forse ingiustificabile, ma è così. Nelle perverse logiche da stadio che è legittimo respingere in toto  (magari i napoletani non militanti negli altri settori dallo stadio tanto contenti, seppur avvezzi, non lo sono,specie quelli che a Bologna ci vivono bene).

Tant’è. In fin dei conti, se lo dice un europarlamentare leader della destra italiana come Salvini (ricordate il video in cui canta “Senti che puzza scappano anche i cani/stanno arrivando i napoletani…”?) che è solo innocua goliardia, dobbiamo pretendere maggior senso di responsabilità e civismo da chi l’ultrà lo fa allo stadio e non in parlamento o in tv tutte le sere?

repubblica

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