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Sarri: “Bologna partita più difficile di quelle affrontate sinora. Higuain? Se non vince il pallone d’oro è una testa di cazzo”

SarriConferenzaBologna

Il tecnico del Napoli, Maurizio Sarri, è intervenuto in conferenza stampa per presentare la difficile trasferta di Bologna in campionato. Tanti i temi toccati dall’allenatore partenopeo. Ecco quanto si legge su tuttomercatoweb.com

Come si sta lassù? “Come sempre. Abbiamo fatto una partita per 65 minuti di alto livello, per poi perdere la nostra solidità che invece deve essere il nastro marchio di fabbrica. E’ stata una gara che ci ha fatto molto riflettere”.

Avete scalato tutte le posizioni, ora dovete conservare il primo posto. “Il nostro obiettivo deve essere solo la prestazione, senza farci prendere da altre cose. Fino a questo momento posso dire che sono tranquillo ed indifferente a quello che ci gira intorno”.

 

Hai esordito con 16mila spettatori al San Paolo, domani ce ne saranno 16mila a Bologna. “Sì, è anche vero però che c’erano 7mila napoletani alla prima col Sassuolo. La gara di domani è difficile, io la ritengo addirittura la più difficile finora. Abbiamo speso molto nell’ultima gara e rischiamo di entrare scarichi e se lo facciamo non abbiamo scampo. E’ difficile dal punto di vista mentale, ma anche del materiale perchè il Bologna viene da un momento estremamente positivo”.

Sulle pressioni: “Ieri ho sentito parlare Careca, ha detto che vincere qui è più difficile di ogni altro posto ma che dà maggiori soddisfazioni di ogni altro luogo. Lo dicono tutti gli allenatori passati qui, ma io per ora non me ne sono accorto”.

Sull’avversario: “Destro e Giaccherini sono in orbita nazionale, quindi giocatori importanti per il nostro campionato. Ha cambiato atteggiamento mentale, non fanno cose molto diverse, ma la determinazione è diversa ed hanno individualità che possono complicare la gara. La partita è difficile, servirà maturità e mentalità”.

Su Mertens e Gabbiadini: “Rispondo su Mertens che è rientrato in gruppo, non è ancora al meglio, ma già ieri s’è allenato in modo più sciolto avvicinandosi al vero Mertens”.

Su Higuain: “Se nel suo futuro non vincerà il Pallone d’Oro è una testa di c… Il più forte? Intendendo l’attaccante centrale”

Cosa deve cambiare nella testa dei calciatori quando si arriva al primo posto?“Nulla, anche perchè tatticamente è già da tempo che tutti si chiudono contro di noi coprendo tutti gli spazi. Non dobbiamo sentire pressioni, veniamo da un quinto posto visto in modo straordinario considerando che l’allenatore che stava qui ora è al Real Madrid”.

Sulla rimonta della Juventus: “Era chiaro a tutti della rimonta della Juventus. E’ una squadra che poteva fare un fiotto e rientrare lì, poi tutte voi potete fare ricerche sulle potenzialità ed i costi”.

C’è bisogno di voglia di non accontentarsi mai del risultato, neanche sul 2-0. “Sì, mentalmente è determinante. Se una squadra è motivata e l’altra no, l’aspetto tecnico e tattico non conta più nulla, vincerà sempre quella motivata, a meno di una differenza tecnica così netta che in Italia è sempre più difficile vedere. Con l’Inter eravamo incerti se difendere o attaccare o gestire ed abbiamo fatto male un pò tutto. Preferisco sempre prendere un contropiede al 94′, piuttosto che un gol in mischia perchè ci siamo difesi per dieci minuti”.

Sulla pressione: “Abbiamo tanti giocatori che non sono abituati a questo tipo di situazioni di vertice, ma siccome non siamo la Juventus non abbiamo alcun tipo di obbligo, dobbiamo avere di fronte un solo ed unico obiettivo, la prossima partita, stop”

Albiol è in grande crescita, a Callejon manca solo l’aspetto realizzativo. “Callejon è determinante, non deve migliorare nulla, poi se torna a fare anche gol diventa letale, ma è stato sfortunato anche in zona gol e ci sono duemila considerazioni lì da fare. Albiol sta facendo benissimo, come minutaggio è uno dei più tutelati perchè è stato fuori in Europa, mai convocato in nazionale, quindi ha avuto modo di allenarsi”.

Quanto è stato forte il tuo richiamo alla squadra? “Ho detto le stesse cose che ho ribadito a voi, il rischio di arrivare a giocare appagati a Bologna c’è, e con questi presupposti mentali è più probabile arrivare a fare una partita scadente che una tosta. Penso, però, di avere un gruppo affidabile sotto questo punto di vista: provare a far cambiare il modo di difendere a gente come Albiol che ha vinto tutto comporta anche il rischio di essere mandati a quel paese. Serve una disponibilità mentale che è difficile da trovare, io ho avuto la fortuna di riuscire a trovarla con i miei ragazzi”

Sulla frase che Benitez quinto ora allena il Real. Tu allora rischi di andare al Barça? “A me non interessa nulla, penso solo a far bene fino a giugno”.

Careca dice che lei da napoletano ha una doppia responsabilità. “Careca parla in libertà, non ha responsabilità. Quando era qui diceva che tutte le gare erano difficilissime. Un fondo di verità c’è, io ho un carattere che mi porta a farmi ammazzare per la mia squadra. Qui c’è un fattore sentimentale particolare, a volte dà qualcosa in meno o in più”.

 

 

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