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Juventus, Bonucci è lo stakanovista di Allegri

TORINO – Massimiliano Allegri rifiuta il termine “turnover” – e non perché è un italianista convinto -, figuriamoci se parlerebbe mai dei suoi “titolarissimi”, come a Napoli vengono definiti gli undici preferiti da Sarri e prima ancora da Benitez. Il tecnico bianconero preferisce battere su un altro concetto, secondo cui tutti sono utili ma nessuno è indispensabile. Nemmeno Pogba, escluso un mesetto fa in casa dell’Udinese per scelta tecnica, come se fosse Padoin. Forte di una rosa più “profonda” e di una panchina più “lunga” rispetto alla concorrenza italica, Allegri ha dimostrato di sapersi imporre anche con le seconde linee: per dire, la sua Juve 2 basta e avanza per asfaltare in Coppa Italia (3-0) quell’Inter 2 che aveva sbancato il campo del Napoli 2 (0-2). Detto questo, anche il “Conte Max” ha qualche pedina inamovibile, a partire dalla dorsale Bonucci-Marchisio-Dybala. 

“Chi è il vice di Leo? La difesa a quattro”, sentenziò qualche giorno fa Allegri, confermando un piccolo baco nel sistema bianconero. Ecco, il difensore di Viterbo è il vero uomo-ombra del mister, l’unico insostituibile, lo stakanovista dello spogliatoio (33 presenze su 34 come Dybala, che però ha meno minutaggio). Quel giocatore che nel 2010-11 era l’anello debole della squadra di Delneri è diventato l’architrave di una difesa che sabato dovrebbe cambiare spartito, passando dalla linea a tre a quella a quattro, per ovviare all’assenza di Caceres e soprattutto Chiellini, altro elemento al quale Allegri non rinuncerebbe mai, come si è visto la settimana scorsa a Frosinone: era proprio il caso di rischiarlo nonostante un adduttore ammaccato?

A centrocampo tutto gira intorno a Marchisio, il “pupillo” del tecnico ardenzino. Non è un caso che l’anno scorso Leo e Claudio siano stati i giocatori più impiegati (44 presenze, 4 in più di Buffon). Ai due quest’anno mancano soltanto i gol: l’unico è stato realizzato dal difensore un mese fa a Verona, sponda Hellas. Ma il “Principino” ha un alibi di ferro: da quando deve fare il Pirlo “vede” meno la porta. La mediana di Allegri vive pure delle meravigliose giocate di Pogba (32 presenze, 6 gol), sempre più tuttocampista, sarà anche per quel 10 che porta sulle spalle. Pesa molto l’assenza del fragilissimo Khedira, il “tattico” dell’equipaggio. Con il tedesco in campo, la Juve non ha mai perso: ecco spiegato perché Allegri spera di recuperarlo per sabato (domani il provino decisivo), altrimenti largo nuovamente a Sturaro. Scelte assai più elastiche sulle corsie: l’ultimo Cuadrado, decisivo contro Genoa e Frosinone, insidia il quasi-intoccabile come Lichtsteiner, così come l’ultimo Sandro sta dando del bel filo da torcere all’esperto Evra.
La certezza in attacco si chiama invece Dybala, il capocannoniere della squadra dall’alto dei suoi 16 gol stagionali, tanti quanti ne hanno segnati insieme Morata (7) e Mandzukic (9). Non avendo ricevuto dal club il trequartista richiesto (Hernanes non vale i vari Goetze, Oscar, Isco, Hamsik), Allegri ha deciso di costruirselo in casa, arretrando l’ex bomber del Palermo tra le linee. “Paulo diventerà grandissimo come seconda punta o trequartista”, anticipò il tecnico a novembre, quando la “Joya” aveva già cancellato ogni nostalgia di Tevez. L’argentino, l’unico anti-Higuain, ha messo lo zampino in 20 dei 45 gol segnati dalla Juve (7 assist e 13 gol, di cui ben 7 segnati nelle ultime 10 giornate). Dybala non ha mai segnato al Napoli e in Champions League: nei prossimi 12 giorni proverà a togliersi lo sfizio.

juventus

serie A
Protagonisti:
massimiliano allegri

Fonte: Repubblica

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