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Milan, il derby a due marce: così Berlusconi rallenta la cessione

Milan, il derby a due marce: così Berlusconi rallenta la cessioneSilvio Berlusconi (lapresse) MILANO – Una trattativa che non riesce proprio a procedere a fari spenti. La negoziazione per la cessione del Milan deve necessariamente sottostare alla sovraesposizione mediatica provocata dalle dichiarazioni quotidiane di Berlusconi in vista delle elezioni comunali. Anche il termine scelto per la fine dell’esclusiva, tra il 15 e il 20 giugno, cade proprio in zona ballottaggi.
 
INTERFERENZE QUOTIDIANE – Le dichiarazioni di Berlusconi, che interferiscono con la trattativa, ormai hanno cadenza quasi giornaliera: dalla volontà di “lasciare in mani italiane”, alla possibilità di non chiudere, al piano B con un Milan giovane e italiano, fino ai “cinesi che mangiavano i bambini”. L’ex Cavaliere ha la necessità di lasciare non da sconfitto: l’opportunità ideale era offerta da un successo nella finale di Coppa Italia. Sfumato quell’obiettivo con il ko ai supplementari contro la Juventus, resta la necessità di sbandierare pubblicamente il potere di condizionare la trattativa per il “bene futuro” del Milan.

INTER “FAVORITA” – Ma questo elemento crea un doppio binario: da un lato la trattativa portata avanti da advisor e manager, dall’altro la ribalta pubblica a fini politici. Non a caso, la tempistica parallela con la contemporanea accelerazione della cessione dell’Inter a Suning alimenta in casa Milan qualche riflessione sulla possibilità che hanno avuto i dirigenti nerazzurri di poter procedere a fari spenti passando in poche settimane dalla prima visita italiana dei manager di Nanchino fino al blitz decisivo.
 
NOMI ANCORA SEGRETI – Altra grande differenza rispetto alla vicenda interista è il livello di conoscenza dei compratori: tutto chiaro per quanto riguarda l’Inter, ancora coperti da segreto i 7-8 componenti cinesi della cordata milanista. Al di là delle indiscrezioni, nessun socio cinese è uscito allo scoperto. Questo mistero sui nomi degli imprenditori orientali contribuisce ad alimentare uno scenario secondo il quale Berlusconi ha ancora l’ultima parola per condizionare il passo avanti determinante. E proprio questi tentennamenti, uniti  alle dichiarazioni giornaliere, avrebbero iniziato a creare qualche problema tra e parti.
 
IN ATTESA DELL’ANNUNCIO – Secondo altre ricostruzioni, invece, la cessione del 70% del Milan sarebbe già sostanzialmente definita. E si sta temporeggiando solo per arrivare all’evoluzione decisiva intorno alla metà di giugno in modo da consentire a Berlusconi di usare in campagna elettorale la potenza mediatica dell’argomento calcio. Nel frattempo, come ulteriore dimostrazione che i nuovi acquirenti sono già all’opera – dopo le mosse condivise della risoluzione di Mihajlovic e dei rinnovi di Montolivo, Antonelli e Calabria – si sta già pianificando la prossima stagione andando con decisione su Unai Emery nuovo allenatore per il rilancio.  milan ac

serie A
Protagonisti:
Silvio Berlusconi

Fonte: Repubblica

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