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Juventus, Marotta: “Ma quale vantaggio, Doha sembra l’Italia”

DOHA – In Qatar è un inverno frizzante, il cielo non è esattamente limpido, si alza un po’ d’arietta e la sera fa freschino ma, insomma, non è proprio come la mette giù Marotta: “Siamo attorno ai venti gradi, non c’è grande differenza con l’Italia. Il Milan si può acclimatare anche arrivando un giorno più tardi. Direi che ha patito un disagio, quello sì, ma non avrà alcuna influenza sulla partita”. Questo è da vedere, ma di sicuro in questa lunga a strana vigilia di Supercoppa ognuno sta tirando l’acqua al suo mulino. Il Milan non ha nascosto la sua irritazione per gli imprevisti che ne hanno stravolto il piano di viaggio, la Juve ha cercato di minimizzare: non le va di essere considerata in vantaggio ancora prima di giocare, anche di fatto lo è. A Doha, anche se non si scoppia di caldo, c’è un bel clima primaverile, e l’escursione termica con Milanello resta notevole. La Juve ha potuto allenarsi due volte, mattina e sera, in tutta tranquillità, sfruttando le fantastiche strutture dell’Anspire Academy, uno dei centri sportivi più moderni al mondo. A vederli, sul campo numero 7, c’era anche lo spagnolo Xavi, stella del campionato qatarino (domani sera c’è la sfida con la formazione allenata da Sabri Lamouchi), ancora in gran forma nonostante la pensione dorata. Qui ha stretto amicizia con un ristoratore italiano a mangia pasta almeno tre volte la settimana. Insomma, arrivare a Doha e prendersela comoda è un vantaggio, anche se Marotta ha provato a negarlo: “Potrebbe anche essere il contrario, del resto noi in Champions partiamo sempre all’ultimo momento perché crediamo che sia meglio così, è la teoria moderna degli allenatori”. Ma il Qatar è un po’ più lontanuccio: un minimo di acclimatamento era necessario, ci sono due ore di fuso da smaltire e anche il viaggio un poco si sente anche se, come osserva Marchisio, “bisogna riconoscere che noi giocatori viaggiamo belli comodi”. L’organizzazione, infatti, ha messo a disposizione delle squadre due Airbus 340 in configurazione interamente business. Praticamente delle Rolls Royce del cielo. Sulla battuta di Berlusconi (“Perché la Juve smetta di vincere bisogna cambiare gli arbitri”) i bianconeri hanno preferito assumere toni sfumati. “L’abbiamo presa per quella che è: una battuta” ha tagliato corto Marchisio, mentre Marotta ha cercato di tenersi su un piano ironico: “Il presidente ha parlato in un clima festaiolo, natalizio, non ci ha creato nessuna turbativa. Quello che posso dirgli è che, in attesa degli arbitri, abbiamo intanto cambiato le bandierine del calcio d’angolo allo Stadium: quelle nuove hanno il, nostro stemma sopra, come si usa in Inghilterra”.

Oggi le delegazioni rossonera e juventina saranno ricevute dall’ambasciatore De Sanctis e nel pomeriggio le squadre saggeranno il prato dello Jassim Bin Hamad Stadium, dove venerdì sarà in palio la Supercoppa. Nel Milan è sempre più probabile la conferma di Bonaventura nel tridente con Pasalic a centrocampo e Niang in panchina, mentre nella Juve tutto dipende da Lichtsteiner, che lamenta un dolore muscolare: Allegri vuole recuperarlo per confermare il 4-3-1-2, altrimenti gli toccherà ripiegare sul 3-5-2 con Cuadrado a destra e probabilmente Évra a sinistra. Praticamente certa la presenza di Dybala dal 1′.
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Fonte: Repubblica

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