ALTRI SPORT & VARIE

Juventus, da Bonucci a Dani Alves: la grande fuga dallo spogliatoio

Juventus, da Bonucci a Dani Alves: la grande fuga dallo spogliatoio
TORINO – Adesso dalla Juve ammettono a denti stretti che qualcosa s’era rotto, che certi rapporti non funzionavano più e che serviva una ripulita, una rinfrescata. E che perciò la voglia di andarsene dei due elementi più scomodi (Dani Alves e Leonardo Bonucci) è stata caldamente incoraggiata: la loro presenza, e soprattutto la loro debordante personalità, rischiava di diventare una minaccia per gli equilibri del gruppo, evidentemente non così saldi (e non così saldo il gruppo) come venivano raccontati. In questi anni, i bianconeri sono giù riusciti a superare indenni una crisi acuta, quando Conte mollò la squadra a stagione giù iniziata, ma per buona parte dei giocatori l’addio dell’allenatore fu una specie di liberazione: i suoi metodi avevano stremato i più. Adesso invece gli sconquassi di mercato sembrano la spia di un disagio più profondo e diffuso, se è vero che due giocatori di primissimo piano se ne sono andati e non per soldi, che un altro (Alex Sandro) ha chiesto di partire (nel suo caso, però, lo società vorrebbe non accontentarlo, non sapendo trovare un rimpiazzo all’altezza) e che lo stesso hanno fatto almeno un paio di riserve, cioè Neto (già finito al Valencia) e Lemina. Se non altro, ha perso credibilità la retorica secondo la quale la Juve è una sorta di eden per qualsiasi giocatore al mondo.

La sconfitta di Cardiff ha scoperchiato i problemi che i successi a ripetizione aiutavano a tenere ben nascosti, anche se è probabilmente vero il ragionamento inverso: i quattro schiaffi del Real non sono stati la causa, bensì la conseguenza, dei disagi juventini, che per altro hanno riguardato anche Allegri il quale, prima di prolungare il contratto a sette milioni di stipendio l’anno, ha riflettuto a lungo (e non solo per un attimo, a caldo, dopo la finale persa, come ha rivelato lui stesso) sulla possibilità di lasciare i bianconeri. E alla fine l’ha scartata sostanzialmente per mancanza di alternative. Soltanto il tempo dirà se la Juventus recupererà serenità e compattezza dopo aver allontanato fattori di rischio oppure se la crisi del settimo anno sarà fatale per i bianconeri che, in ogni caso, non sono più padroni del mercato nazionale come era accaduto fino all’estate scorsa quando, con le operazioni Higuain e Pjanic (il punto più alto del loro dominio), si erano rinforzati indebolendo la concorrenza. Un po’ quello che ha sta tentando di fare il Milan attraverso Bonucci. La Juve non ha più nemmeno il monopolio dei giovani migliori e, per la prima volta, ha ceduto alla concorrenza un pezzo fondamentale di sé.

Ora i tifosi si aspettano una reazione, ma è difficile che Marotta vada alla caccia di un pezzo grosso, grossissimo. In difesa, a parte un terzino destro, potrebbe anche non arrivare nessuno perché il reparto dei centrali è coperto (Barzagli, Chiellini, Benatia, Rugani), mentre gli obiettivi restano Matuidi a centrocampo e Bernardeschi nel pacchetto dei fantasisti: un uomo d’esperienza e un giovane in cerca d’affermazione, non i top player che arrivarono un anno fa.

juventus

serie A
Protagonisti:
Leonardo Bonucci

Fonte: Repubblica

Commenti
Segui il canale PianetAzzurro.it su WhatsApp, clicca qui