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Juventus, Allegri: “Noi favoriti? Solo senza presunzione…”

TORINO –  Le amichevoli andate storte e il ko in Supercoppa hanno fatto in qualche modo il gioco di Allegri, che dice di volere “una Juve con le orecchie basse”. Niente petto in fuori e sguardo fiero: “Quando pensi di vincere, poi finisci per perdere: ecco la differenza tra una squadra superficiale e prensuntuosa e una squadra attenta come la Lazio, che domenica scorsa ha vinto meritatamente”. A 24 ore dal via del campionato, sabato (ore 18) all’Allianz Stadium contro il Cagliari, il tecnico bianconero resetta tutto (“quello che è stato fatto negli anni passati rimane nella storia, ma ora non conta più niente: se non battiamo il Cagliari, tutto torna in discussione”), rifila una stecca all’ambiente (“il mondo Juve ha avuto poco rispetto del Real Madrid”) e osserva il cantiere ancora aperto, spedendo un messaggio alla società: “Serve un altro in mezzo al campo”. Se arrivano Keita, Spinazzola e un altro centrocampista oltre a Matuidi (si parla di Renato Sanches e André Gomes) partono Cuadrado, Asamoah e Sturaro. Per la difesa, infine, si monitorano Garay (Valencia) e De Vrij (Lazio), intanto che è uscito anche il nome dell’ex Genoa e Milan Sokratis (Borussia Dortmund). Contro il Cagliari la Juve dovrebbe confermare il 4-2-3-1 con Lichtsteiner, Barzagli, Chiellini e Alex Sandro davanti a Buffon, Khedira (o Marchisio) e Pjanic in mezzo e il trio Douglas Costa-Dybala-Mandzukic alle spalle di Higuain.

Massimiliano Allegri, c’è qualche contraddizione tra il mercato e i piani tattici oppure si vuole una Juve eclettica?
“Tutti questi numeri mi mettono in confusione. Domani vorrei schierarne 12… Il mio primo pensiero va però alle vittime di Barcellona, che sono più importanti della sfida di domani. I nostri figli troveranno un mondo peggiore e più difficile. Qusto è un giorno molto triste.

Quanto al mercato?
“Parlarne oggi non ha senso, pensiamo alla prima di campionato che è sempre un’incognita. Non vedo nessuna contraddizione sul mercato, ma numericamente abbiamo bisogno di giocatori. Serve uno in mezzo al campo. Matuidi non è ancora un giocatore bianconero. Ma io voglio parlare della partita, al mercato ci pensa la società”.

Serve un altro centrocampista oltre a Matuidi?
“Ora pensiamo a portare a casa i primi tre punti. Anche perché il finale di stagione sarà molto difficile: avremo tre partite non facili e altrettanti scontri diretti. Dobbiamo ritrovare un po’ di fiducia, quella che abbiamo perso domenica a Roma”.

Marchisio domani giocherà titolare? Sceglierà il centrocampo a due oppure a tre?
“Noi domenica abbiamo giocato partita tecnicamente molto brutta, sbagliando alcune palle che non dovevamo sbagliare. L’obiettivo è sbagliare poco tecnicamente, altrimenti contro le squadre grandi saranno problemi. Se perdi palla in campo aperto prendi gol in contropiede. La condizione ora è approssimativa, perché siamo partiti il 22 luglio per giocare la prima amichevole contro il Barcellona. Quelli più in condizione sono i giocatori più leggeri fisicamente: Cuadrado, Douglas Costa, Dybala, Pjanic. La formazione la deciderò dopo l’allenamento”.

Sokratais dice di averle parlato: cosa vi siete detti?
“Impossibile. Non ci siamo parlati”.

“La Juve è favoritissima”, ha detto Marotta.
“La Juve è favorita se ci rimettiamo con le orecchie basse a lavorare. Allora sì. Ma se invece affrontiamo la stagione con presunzione, partendo dal fatto che vinceremo di sicuro… Noi oggi abbiamo zero punti, come il Cagliari e la Roma. Quest’anno sarà un torneo molto più equilibrato, e la media-scudetto potrebbe abbassarsi. Saremo in cinque o sei a lottare per lo scudetto. Sempre che tutti lavorino con calma ed equilibrio. Ogni anno la Juventus parte per vincere, questo è assodato. Anche le statistiche dicono che rivincere è sempre più difficile. Non facciamoci prendere dall’entusiasmo o dalla depressione, cosa che qui ogni tanto capita. L’importante è arrivare a marzo in lotta per tutti gli obiettivi. Ad agosto in Italia tutti vincono gli scudetti, poi si pensa al mercato di gennaio e poi qualcuno già ragiona sulla prossima stagione”.

E’ più difficile vincere lo scudetto perché è dura confermarsi oppure perché la concorrenza incalza?
“E’ sempre più difficile vincere, perché quando lo fai per sei anni in Italia e fai bene anche in Europa è normale che le avversarie si rinforzino. Alziamo l’asticella, abbassiamo il margine di errore. Sento dire che dobbiamo conquistare la Champions. La stagione vera comincerà il primo settembre, quando chiuderà il mercato: ecco perché queste prime due partite sono le più difficili da affrontare. Per disputare una grande Champions bisognerà fare bene in campionato”.

Il Real Madrid è la squadra migliore d’Europa?
“Dopo Cardiff c’era molta delusione, forse perché prima c’era troppa convinzione. Forse il mondo Juve ha avuto poco rispetto del Real Madrid, che ha vinto perché è stato semplicemente più forte di noi. Una squadra che conquista tre Champions in quattro anni non può giocare una finale da sfavorita. Il calcio è molto semplice, soprattutto nelle finali. Il Real nel secondo tempo ci ha massacrato, dobbiamo accettarlo”.

Cosa vi ha detto Andrea Agnelli a Villar Perosa?
“Il presidente ha fatto il solito discorso di inizio anno alla squadra, trovando le parole giuste per dare motivazioni e spiegare quello che dobbiamo fare. Domani dobbiamo mettere le cose in pratica per trovare i tre punti”.

Domanda secca: la Juve ha riattaccato la spina?
“Sì, perché domani andiamo in campo. Speravo di fare ancora peggio nelle amichevoli, e invece sono andate bene”.

Vede cose simili all’estate di due anni fa, dopo il ko di Berlino?
“Ci sono delle analogie tra le due finali. Ecco perché bisogna essere bravi, lavorare con equilibrio, mantenere ordine ed entrare poco per volta nella stagione. Il ko in Supercoppa non può avere stravolto tutto”.

Ha citato spesso la presunzione come nemico da combattere. La squadra ha bisogno di altre legnate?
“Il messaggio da dare all’ambiente Juve è questo: per rimanere ad alti livelli e fare grandi stagioni l’equilibrio mentale è fondamentale.Tutti noi dobbiamo riallinearci”.

Lei nello spogliatoio si comporterà come un padre padrone oppure un fratello maggiore?
“Non sono un padre padrone. Una grande squadra ha grandi giocatori responsabili. Ognuno di noi ha un obiettivo singolo: io voglio essere l’allenatore dei quattro scudetti di fila. I giocatori vorranno vincere e presentarsi al meglio ai Mondiali in Russia”.

Cosa pensa dell’introduzione del Var?
“E’ uno strumento tecnologico nuovo, vediamo come si svilupperà. Può dare dei vantaggi, vedremo come verrà gestito, la cosa più difficile è proprio questa. Il lato positivo è che il Var ci darà un minuto di timeout, come nel basket, così potrà dare qualche indicazioni ai giocatori”.

Dybala sembra non aver patito la maglia numero 10: può diventare un leader?
“Paulo non ha ricevuto pressioni particolari perché ha un carattere straordinario e obiettivi ben chiari. Questa per lui sarà una stagione importante: deve confermarsi in Italia e soprattutto in Europa. Non deve credere di essere arrivato al massimo. Deve continuare a mettersi in discussione. In che zona del campo potrà esprimersi al meglio? Il suo ruolo è ben definito, può darci tanta qualità”.

Come ha ritrovato De Sciglio? Serve un lavoro psicologico, più ancora che tecnico e tattico?
“Mattia con me ha giocato due buoni campionati, poi si è un po’ perso. Ha qualità importanti, ma ha bisogno di ritrovare la convinzione. Lui è Lichtsteiner mi garantiscono sicuramente copertura nel ruolo”.

Fonte: Repubblica

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