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Spalletti avverte l’Inter: “Non si vive di rendita, dovremo essere tignosi”

MILANO – La quarta giornata di campionato è finita da una manciata di ore. Ma domani si torna in campo per il turno infrasettimanale. L’Inter gioca in trasferta a Bologna e dopo la ‘brutta’ vittoria ottenuta a Crotone con gol di Skriniar e Perisic, punta alla quinta consecutiva. Luciano Spalletti scrolla le spalle alle critiche sul gioco dei suoi e guada avanti. L’obiettivo è eguagliare la partenza di Mancini di due anni fa, con 5 successi consecutivi all’esordio.

Contro il Bologna pensa al turn over?
“Dalbert e D’Ambrosio hanno recuperato, in generale la squadra ha recuperato. Stamane i calciatori erano tutti adeguati al momento che dobbiamo superare, la doppia gara in pochi giorni, e penso di non avere problemi”.
In certe partite Icardi può fare una crescita nel lavoro senza palla? E’ un obiettivo?
“Io gli ho fatto i complimenti, ma mi fa piacere abbia margini di crescita. Oggi possono dare tanto, ma come noi abbiamo bisogno di loro, loro hanno bisogno di noi. Bisogna lavorarci per trovare il massimo del produttivo. Icardi in area è un calciatore quasi impossibile, è serpentesco riferendomi allo stemma. Poi se palleggia qualche volta in più con i centrocampisti per stanare il difensore che vuole bacchettarlo, può essere un di più che non gli toglie nulla sotto l’aspetto dei numeri che comunque può migliorare”.
Vedendo le prime tre è corretto dire che 2 mesi fa l’Inter non era prevista in quel posto?
“Non so, non m’interessa molto. Per dare una considerazione logica al discorso, quello che m’interessa è che la squadra sappia che non siamo ancora così collaudati da inserire il pilota automatico. La squadra deve ancora tracciare il suo percorso curva dopo curva, come domenica scorsa e ne troveremo ancora altre da sterzare. Noi dobbiamo essere consapevoli che bisogna essere ancora costanti e pronti a tutto, reattivi su ogni pallone, perché sono quei tempi sottili che fanno la differenza”.
Joao Mario e Broozvic possono giocare accanto a Borja Valero?
“A me piacciono i centrocampisti che ruotano di continuo, che sanno allungarsi di dieci metri. Il centrocampo statico dà vantaggi all’avversario, quello che ruota e cambia posizione diventa meno marcabile. Poi è chiaro che ci vuole qualità nel fare le cose e giocare nella zona che conta, la trequarti avversaria, diventa una caratteristica che bisogna imparare. In quella posizione bisogna andare a sforare, per questo se la prima punta viene incontro crea un’alternativa. Così la squadra diventa imprevedibile. Entrambi hanno le qualità per fare quel ruolo, ma devono saperlo fare anche Candreva, Perisic, eder che lo sa fare benissimo”.
Ci dà tre nomi della formazione a centrocampo?
“Diventa difficile, a volte ci sono tempi anche per me. In questo momento ho bisogno di pensarci di più per valutare tutto. Devo prendermelo”.
Adesso ci sono tre squadre al vertice e dietro Lazio e Milan, sembra un campionato già spaccato…
“Io aggiungo Torino e Sampdoria. Queste squadre se le affronti schierate ti mettono in difficoltà. Se l’Inter perde palla loro sanno di doverle saltare addosso subito per impedirle di riorganizzarsi. Ci sono anche l’Atalanta, il Sassuolo… Ieri il Genoa ha segnato e poi la Lazio ha fatto il terzo. Se il Crotone avesse segnato sarebbe stato più difficile rimontare. La trappola è dietro l’angolo e uno ci casca la volta successiva se non continua a essere attento e speculativo”.
Lei dopo la partita contro il Crotone ha detto “Quello che è successo l’anno scorso non mi è andato bene…”
“Bisogna anche andare a risentire la domanda. La partita dell’anno scorso l’ho vista bene, ero allenatore dell’Inter nel senso che l’ho vista bene. Bisogna prendersi sempre metà di quello che è il carico che il compagno ha addosso, non è solo tuo, è anche mio. Perisic e Icardi, per esempio, devono stare dentro la squadra, non devono andare fuori. Il leader è quello che esce fuori quando ci sono difficoltà, non quello che va a prendere titoli e premi, è quello che quando la squadra ha bisogno va a prendersi il pallone. Non parlo male di quello che è successo l’anno scorso, è solo un modo di dire che è come se ci fossi stato io, che ho imparato da quella situazione”.
Pesa di più vincere le partite con quelle che stanno nella seconda fascia o la differenza la fanno gli scontri diretti?
“Ora si dà un po’ tutto per scontato, vi sento dire che bisogna fare 5-6-7 vittorie di fila anche se secondo me non è così. Ma è chiaro che ci sono determinate partite che sotto l’aspetto dell’euforia e dell’entusiasmo ti danno di più. La depressione azzera la personalità, ma l’eccessiva euforia fa perdere ogni misura, bisogna stare attenti. Chiaro che vincere gli scontri diretti ti dà una consacrazione e una certezza in più, perché c’è differenza tra club di seconda e prima fascia. Quello scontro ti dà maggiore fiducia, la certifica, perché poi la vittoria non te la concede nessuno, bisogna solo meritarla e andar a Bologna a fare ciò che gli altri faranno, mettendo qualcosa in più perché l’Inter viene da 4 vittorie. C’è da essere belli tignosi, non si vive di rendita a questo giochino”.
Come procede l’inserimento di Dalbert?
“In certi momenti è stato timoroso di mostrare le sue qualità per essere ligio alle richieste nostre, forse eccessive. Il ragazzo ha assolutamente delle qualità, ha corsa, ha piede, ha anche la fase difensiva fatta di contatto, non solo di posizione”.
Come procede il recupero di Cancelo? Quando lo avrà?
“Noi siamo attenti alle difficoltà dei calciatori, quello che massacra il calciatore e lo staff tecnico/medico è la ricaduta. Perciò se non c’è necessità gli si dà il giorno in più di lavoro, deve star tranquillo”.

Inter

serie A
Protagonisti:
luciano spalletti

Fonte: Repubblica

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