Gli interventi di Furio Focolari, Rino Foschi e Giorgio Perinetti a Radio Punto Nuovo
FOCOLARI: “Zaniolo potrebbe andare alla Juve con un Vlahovic bis. Oggi i calciatori sono dei procuratori, colpa anche dei presidenti. Sarri ha una clausola con la Lazio, può andare via…”
A Radio Punto Nuovo, nel corso di Punto Nuovo Sport Show, è intervenuto Furio Focolari, giornalista: “La Juve ha iniziato un nuovo corso. Per quanto mi risulta Elkann è entrato in gamba tesa, ha chiamato i suoi dirigenti e ha fatto cambiare registro. Ma le cose cambiano quando si ha disponibilità economica e si investe. Zaniolo alla Juve? Ci sono possibilità, tra poco si inizierà a parlare di nuovo di rinnovo con la Roma e si potrebbe ripercorrere la storia di Vlahovic. Oggi abbiamo capito che i grandi giocatori cambiano squadra perché si gioca tutto per gli agenti. C’è gente che prende anche fino a 20 milioni, come fatto da Raiola. Vedi Mbappé al Real, che va via a zero ma chiederanno 50 milioni di commissione. I giocatori oggi sono più dei procuratori che delle squadre. Vedo la loro mano anche nel calcio giovanile, si parte dai ragazzini di 15-16 anni. Che Zaniolo lascerà la Roma mi sembra quasi certo, che probabilmente sarà un obiettivo della Juve è quasi sicuro. Però non è preso già dai bianconeri, al momento il giocatore è della Roma e resta lì. Il problema è sempre lo stesso: i presidenti hanno fatto diventare il calcio un ‘troiaio’, una cosa orribile. Oggi Mbappé andrà al Real Madrid ma domani un grande del Real farà il percorso inverso allo stesso modo. Il mio amico Pruzzo dice una cosa utopistica ma giusta: basta contratti, solo contratti annuali. Oggi si va per i quadriennali, ma l’anno dopo devi già iniziare a parlare di rinnovo perché altrimenti quello successivo ancora inizia ad andare in scadenza e va via a zero. Paghi 80 milioni un giocatore che non è tuo, 7-8 milioni di ingaggio a stagione, ti viene a costare 20 milioni l’anno. È una cosa allucinante Bisogna avere il coraggio di andare fino in fondo e affrontare la piazza. Quello che vuole fare De Laurentiis è impensabile, perché i vari Koulibaly, Insigne, Fabián possono andare altrove. Il Milan un po’ ha attuato la politica del ‘rifiuto’, non accettando cifre incredibili dei vari Kessie e Donnarumma. Lotito-Sarri? Sono sempre stato molto contrario ai prolungamenti di contratto, soprattutto agli allenatori farei contratti annuali perché vediamo il Genoa che paga quattro allenatori oggi. Nel calcio le cose quando non vanno bene si caccia l’allenatore, tutti lo fanno. Nel caso di Sarri, con le ultime delusioni di mercato che gli ha dato Lotito, non resterà a lungo alla Lazio. Ha un contratto di altri due anni ma ha anche una clausola che lo libera in caso di chiamata estera. Secondo me con il suo procuratore si starà guardando in giro e probabilmente sarà lui che non rinnoverà”.
FOSCHI: “Sono a casa da due anni, nessuno mi vuole! Ho portato Romano al Napoli andando contro tutti! Ho fatto emergere Miccoli, Frey, Sirigu. Quando ho soffiato Cavani al Real Madrid…”
A Radio Punto Nuovo, nel corso di Punto Nuovo Sport Show, è intervenuto Rino Foschi, ex ds del Palermo: “Sono stato tre anni al Napoli, giravo a vedere i giocatori dato che allora non si lavorava ancora con i computer. Mi ricordo che volevo portare Francesco Romano in azzurro a tutti i costi, nonostante avessi tutti contro. Marino mi disse ‘Rino non siamo convinti io, il mister, Allodi, per la personalità. L’aveva scartato anche il Milan. È un buon giocatore ma non ha la personalità per noi’. Alla fine fissarono un incontro con Allodi, io avvisai Romano caricandolo dicendogli che aveva gli attributi per stare in quella piazza. Alla fine l’hanno portato a Napoli ed è successo tutto quello che noi sappiamo. Allora lavoravo per il Napoli, il Trento e il Carpi. Era Natale e Romano venne a casa per gli auguri. Io guadagnavo poco e mi disse ‘Direttore lei mi ha cambiato la vita’ e mi diede un assegno particolare. Non chiamatemi procuratore, ero semplicemente capo scouting e volevo fortemente Romano, credevo in lui. Marino in una conferenza stampa a Coverciano si girò e disse ‘Francesco Romano è merito di quel signore là’, in riferimento a me. Romano lo portai anche contro il parere di Sivori. Io sono a casa e soffro, questo è un altro calcio, un altro mondo, un altro modo di lavorare. Molto probabilmente ho dato fastidio a certa gente, ma non voglio aprire troppi coperti. La passione nel fare questo lavoro qui per me è stata grande. Quando ero a Trento andavo in giro a vedere giocatori: ho inventato Taibi, Signori in un torneo notturno. Ero a Olbia a trovare un amico, vidi quattro ragazzini che giocavano in una porta in un cortile. Ce n’era uno che mi colpì e gli chiesi di venire con me a Trento. Parlai con lo zio, gli diedi 5mila lire e portai il calciatore a Trento. Era Salvatore Fresi. Tanti anni con Zamparini? Gli dissi ‘Vengo a Venezia se mi dà una mano per il Cesena’. Nello stesso anno vinsi il campionato con il Cesena e con il Palermo. Poi andammo in Europa tre anni facendo tante cose. Negli otto anni insieme abbiamo discusso tante volte. L’anno che sono uscito dal Palermo ho fatto 54 milioni di attivo con Amauri alla Juventus, Zaccardo e Barzagli al Wolfsburg, Rinaudo al Napoli. Ho lasciato quella squadra lì. C’è bisogno che io mi inizi a fare un po’ di pubblicità perché ho fatto emergere i vari Miccoli, Frey. Sirigu l’ho preso a 5 mila lire svincolato dal Venezia. Io sono a casa da due anni, nessuno mi vuole. Molto probabilmente ho fatto delle lotte televisive contro alcuni procuratori. Raiola mi faceva da autista in Olanda quando andavo a vedere i giocatori. Ora parla cinque lingue ed è il procuratore che tutti conosciamo. Zamparini non ha mai visto un giocatore. Cavani era già del Real Madrid, quando andai a prenderlo lo nascosi in albergo per non farmelo portar via”.
GALLI: “Non siamo noi il problema del calcio! Aumentano gli ingaggi, aumentano le commissioni. Ingiusto mettere alla gogna i procuratori, le società non devono andare oltre”
A Radio Punto Nuovo, nel corso di Punto Nuovo Sport Show, è intervenuto Giuseppe Galli, presidente Associazione Italiana Agenti: “Non siamo noi il problema del calcio. Quella di Vlahovic è una questione a cui chi è dentro può rispondere meglio. Le società spendono il 51% per gli aumenti dei calciatori. Aumentano gli ingaggi, aumentano le commissioni. Il Milan ha un suo modo di lavorare: Raiola è uno dei più grandi agenti e tutti dicono che lui comanda, determina, ma è il Milan che ha deciso. A Donnarumma è stato detto ‘Noi ti diamo questo. Non va bene? Quella è la porta’. Perciò non è l’agente che decide, ma sempre le società. Non decidiamo noi i parametri zero. Ci sono ovunque, non solo in Italia. Però che strano, qui si fa ricadere la colpa sugli agenti. Andiamo a vedere quanti giocatori stranieri vengono in scadenza di contratto. La scadenza è sempre una decisione della società. Ho sentito che Dybala sta creando problematiche, ma non è così perché la Juventus sta giustamente decidendo se rinnovare o meno. Ci sono giocatori che in scadenza hanno un certo tipo di mercato, altri a cui le società non vogliono rinnovare il contratto. Ogni volta viene data la colpa all’agente, che è l’agente che decide, ma non è così. Da quando ho iniziato questa presidenza, sono anni che sto chiedendo un tavolo di lavoro, di incontrarci perché è giusto che ci siano dei paletti da mettere. La crisi c’era prima del Covid, per il ridimensionamento devono essere le società a non andare oltre. Se il Milan dà 5 milioni e un’altra squadra ne dà 7 è colpa dell’agente? Non credo. Commissioni agli agenti? È una domanda da fare ai presidenti, non ai procuratori. Non è giusto mettere alla gogna i procuratori, non mi sta bene che si sta facendo questa campagna contro di noi”.
PERINETTI: “Nelle riunioni ognuno pensa a come fregare gli altri diciannove. L’intermediario un ruolo che serve solo a sminuire i direttori, non c’entrano i procuratori”
A Radio Punto Nuovo, nel corso di Punto Nuovo Sport Show, è intervenuto Giorgio Perinetti, direttore sportivo: “La Fiorentina lamenta di non aver potuto gestire il giocatore per tenerlo. Ovviamente l’ambizione di un calciatore è quella di andare in una squadra che vince, che ha un palcoscenico internazionale di livello. La Fiorentina ha fatto un affare importante, una plusvalenza di 75 milioni di euro. Questo è un po’ il calcio di oggi, dove si è bravi quando si riescono a sostituire i giocatori non tenendoli per forza. Poi il sistema calcio va ripensato, va riformulato il modus operandi. Chiaro che è ha inciso una pandemia incredibile, che non ci sono stati i ristori come invece accaduto in altre nazioni. Quindi bisogna pensare anche a ridimensionare e non solo ad allargare continuamente i cordoni della borsa. Il calcio va dimensionato al momento storico. In questo periodo di difficoltà serve fare qualche rinuncia, lo devono capire tutti: calciatori, agenti, direttori, società. Perché senza una reazione di sistema non si può risolvere nulla. Inutile incolpare i procuratori. Qualcuno, come in tutte le categorie, è più o meno capace o più o meno ingordo che cerca di sfruttare l’occasione. Le normative dovrebbero farle i direttori sportivi, non i dirigenti e i presidenti. Credo tutto parta da una volontà da una volontà di rivedere il sistema. Ad esempio non si può investire sul settore giovanile con un ragazzo che poi viene portato a zero all’estero. Se ho un giovane che può diventare un potenziale campione a zero, per 180 mila euro non è un guadagno, ma un rimborsino. Andrebbero tutelati. Ci vorrebbe una commissione di una giornata. Non sto attaccando i procuratori, parlo di quello che si dovrebbe fare con un sistema calcio che non si difende. Non fa mai reazione di sistema perché tutti pensano in ogni riunione come possono fregare gli altri diciannove. Questa è la realtà. Chiaro che poi anche i procuratori dovranno fare la loro parte, mi sembra corretto. Oggi c’è quest’altra nota dell’intermediazione. Per cui c’è una società a 40 chilometri dall’altra che ha bisogno di un terzo soggetto per chiudere un affare e ci sono delle commissioni. Due società hanno bisogno di chiudere un affare tramite una terza parte? Questo è sminuire il ruolo dei direttori e non sono di certo i procuratori che interpellano gli intermediari, ma sono le società e poi emergono commissioni milionarie. È per questo che parlo di revisione del sistema calcistico”.
PIZZIGONI: “Anguissa in Coppa d’Africa ha alti e bassi, non è lo stesso del Napoli. Koulibaly il solito, lavora anche in attacco. Camerun favorito con l’Egitto ma non ha top player come Salah e Mané”
A Radio Punto Nuovo, nel corso di Punto Nuovo Sport Show, è intervenuto Carlo Pizzigoni, giornalista: “La partita tra Camerun ed Egitto è molto equilibrata. I padroni di casa hanno fatto una buona Coppa d’Africa nonostante non abbiano affrontato squadre troppo difficili fin qui. l’Egitto sta rinascendo, lavoro importante e poi c’è Salah. Ha eliminato una grande squadra come il Marocco e se la giocherà con il Camerun questa sera. In questi tornei c’è la possibilità per qualcuno di ottenere contratti, il Continente africano non ha tanta visibilità e non sono seguiti tanto dai procuratori. Koulibaly ha fatto una competizione sapendo che lui e Mané avevano una missione: il Senegal non ha mai vinto, nonostante sia una potenza del calcio africano. Quest’anno hanno ragionato gestendo le gare in assoluta tranquillità per arrivare fino in fondo e le giocate giuste le hanno fatte. Koulibaly ha fatto nettamente il suo in quanto a fase difensiva e apporto offensivo. Nelle ultime due partite ha fatto nell’area di rigore il lavoro sporco per far sì che la sua squadra segnasse. In semifinale ha fatto la giocata in semirovesciata che ha propoziato il gol. Ha mostrato la solita sicurezza, tranquillità che lo contraddistingue. Anguissa nel Camerun vive un’esperienza diversa rispetto al Napoli, una sorta di continuità con il Fulham. La parentesi inglese è stata così e così, nel Camerun ha alti e bassi, anche perché la squadra non si esprime con fluidità. Giocando in casa e con Eto’o alla guida quasi la si pretende la vittoria del Camerun. Ci sono un po’ di giocate lunghe, meno possesso continuato, si aspettano ancora le marce alte. Il Camerun è favorito contro l’Egitto ma queste partite qui sono indirizzate spesso da calci da fermo. La giocata di un singolo potrà fare la differenza. Il Camerun non ha una stella vera e propria. C’è Aboubakar, il centravanti, che li ha portati alla vittoria dell’ultima Coppa d’Africa e spesso si prende la scena. Ci sono altri giocatori di buonissimo livello come Anguissa. Però non c’è la super stella come Mané e Salah”.