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Crotone, Nicola e l’impresa salvezza: ”Vedevamo qualcosa che poi si è avverato”

CROTONE – Accadono cose davvero fiabesche, nella notte della salvezza. Il miracolo sportivo, certo, con la rimonta ai danni dell’Empoli nelle ultime nove giornate, partendo da 8 punti di svantaggio fino al sorpasso nella notte del 28 maggio. L’orgoglio di aver tenuto in serie A una squadra, il Crotone, e un’intera regione, la Calabria, che è sempre ultima in tutte le classifiche italiane. Ma accade persino che un allenatore di calcio, per descrivere come abbia potuto credere in una salvezza impronosticabile in avvio di stagione, chiami in causa addirittura Max Planck e la fisica quantistica, del resto Davide Nicola è questo e molte altre cose: “E’ stata vincente la capacità di pensare a delle realtà che non vedevamo, quindi per noi erano inesistenti, ma intanto le credevamo possibili ed esistenti. Come nella fisica quantistica. Per gli altri non era possibile niente, noi invece intravedevamo qualcosa che poi si è avverato. Ed essere così costanti, positivi, ed esserlo per un lungo periodo come è un campionato, e rimanere coerenti nella nostra cultura del lavoro, è stato un enorme pregio. Ora posso dire che una notte del genere l’avevo sognata, anzi prevista, fin dall’inizio: pensavo a una salvezza soffertissima all’ultima giornata”. 

CROTONE-LAZIO 3-1: GOL
 
Davide Nicola è ancora stordito, è nel pieno della festa e degli abbracci. I suoi giocatori lo inseguono fin dentro la sala interviste e in diretta tv lo abbracciano, anzi lo strattonano, come fosse un fratello maggiore. Ora gli toccherà onorare il voto che aveva fatto mesi fa, cioè una bella corsa a tappe, in bicicletta, da Crotone a Torino, la sua città: “Lo farò, lo farò, non preoccupatevi… Devo solo stabilire le date, ci sta pensando mio cognato. Ma sappiate che sarà una passeggiata e la cosa meno dura di tutte, rispetto a quello che abbiamo fatto finora”. E’ anche assai emozionato, Nicola, esordiente in A come quasi tutti i suoi giocatori: “E’ stato come vincere un campionato, non trovo le parole per descrivere quello che è successo. Provo gratitudine, non so bene verso chi o verso cosa, ma è la parola che mi viene in mente. Ma non dite che è stata una favola, forse lo è stata l’ultima giornata, perché oltre alla nostra vittoria serviva la reazione d’orgoglio di una squadra, il Palermo, che non aveva più nulla da chiedere al campionato. E questo capita una volta su dieci”.

Nicola ha condotto i suoi a un’impresa storica, credendoci sempre e spingendo i giocatori a farlo (“All’inizio mi prendevano per matto”), ma confessa di aver avuto solo un cedimento: “A poche ore dall’inizio dell’ultima partita, io che non ho mai avuto paura, sono stato assalito dal panico. Ma come, mi son detto, ci ho creduto per un anno intero, e adesso no? Per fortuna una persona che mi è cara mi ha detto le parole giuste, così sono riuscito a uscire dalla paura e a rivolgere un bel discorso ai giocatori, prima della partita, negli spogliatoi: ‘Ora siete davvero pronti, avete paura come me. Siamo pronti perché abbiamo un tale terrore di perdere il nostro sogno, che siamo pronti per conquistarlo. Sono andati in campo, hanno battuto la Lazio, e intanto il Palermo ha fatto per intero il suo dovere. Troppo bello”.

E’ stata una grande storia di calcio e di uomini, quella della salvezza del Crotone. Ora il futuro non è ancora chiaro, perché nel contratto di Nicola c’era la clausola di automatico prolungamento in caso di salvezza, ma in questi ultimi mesi il tecnico ha visto aumentare i suoi estimatori in giro per l’Italia, si dice che il Sassuolo sia molto interessato a lui. Vedremo, tutto è aperto. Intanto Davide si gode la sua gioia, che è anche molto intima e personale, per certi versi incomprensibile ai più, ed è anche giusto così. Tutti sanno che tre anni fa l’uomo ha vissuto il dolore più atroce che possa capitare a un genitore, la morte del figlio Alessandro, ad appena 14 anni, che fu investito da un autobus mentre andava in bicicletta. Per questo, quando alla fine della serata Davide si congeda da Crotone e gli chiedono quanto e come sia emozionato, lui ci pensa un attimo, il volto gli si torce in una maschera in cui c’è più dolore che gioia, dietro ci sono le inenarrabili sofferenze di un uomo, e alla fine dice soltanto: “Emozionato? No, non c’è una parola per descrivere quello che provo…”, e scatta un applauso fragoroso della platea, gli occhi di molti si inumidiscono, tutti capiscono di cosa si sta parlando anche se non c’è bisogno di parlarne. Buona vita, Davide Nicola.

serie a

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Protagonisti:
davide nicola

Fonte: Repubblica

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