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E’ Napoli da Champions: gioco, gol e Barça k.o.

Il Napoli c’è. Tra le difficoltà, certo, e convincendo soltanto in parte. Conta poco il calcio estivo, dicono gli esperti. Ma non quando si batte il Barcellona. In questo caso, i protagonisti dell’impresa vanno esaltati per il risultato. Della prestazione, poi, si parlerà a bocce ferme, ci penserà Benitez a rimproverare alla squadra le lacune evidenziate. Il successo sui catalani, seppur propiziato da una papera di Bravo, è significativo, soprattutto in previsione del preliminare di Champions: questo Napoli può starci, in Europa. E potrà essere protagonista in campionato se solo dovesse arrivare quel centrocampista (Fellaini) tanto richiesto dall’allenatore spagnolo.

Senza stelle La notte di Ginevra è priva di stelle. Mancano i reduci dal Mondiale. Nel Napoli Higuain è in panchina, mentre i nazionali del Barcellona non sono nell’elenco dei convocati di Luis Enrique. Le assenze di Messi, Neymar, Mascherano, Xavi e Dani Alves non sono un buono sponsor per gli organizzatori: sugli spalti molti vuoti. Il test, in ogni modo, conserva il suo fascino: le due squadre potrebbero ritrovarsi avversarie nella fase a gironi se il Napoli dovesse superare il preliminare di Champions (domani il sorteggio a Nyon).

Da rivedere È ancora sperimentale il Napoli. Rafa Benitez tiene in panchina alcuni dei titolari della passata stagione (Ghoulam e Inler) per rivedere Britos, nel ruolo di esterno sinistro, e Gargano a centrocampo, al fianco di Jorginho. I suoi sono semplici tentativi in attesa che Aurelio De Laurentiis gli metta a disposizione Fellaini per rendere più competitivo il reparto centrale. Gargano è il solito combattente, che assicura fisicità, ma pochissima qualità. La stessa che viene richiesta a Jorginho, ma il passo del brasiliano è ancora troppo lento: Iniesta si muove con grande padronanza, favorito dagli spazi che gli concede l’avversario.

Qualità Hamsik Sul piano del gioco, il dinamismo di Hamsik è importante per aprire la difesa del Barça. Senza le sue intuizioni sarebbe mancata quella qualità che avrebbero dovuto garantire anche Jorginho, Insigne e Callejon. Ma i tre non sono in serata. Lo spagnolo commette un’ingenuità in fase di rilancio (8’) e concede a Pedro una palla gol semplice semplice: la deviazione col braccio di Albiol, involontaria per l’arbitro, evita lo svantaggio. Meglio il Barcellona che viaggia veloce sulle fasce. Munir a destra e Pedro a sinistra sfuggono alle attenzioni di Britos e Maggio. Per la terza partita consecutiva, il difensore uruguaiano viene schierato sull’esterno mancino, lì dove Benitez può contare su Ghoulam, che entrerà nel secondo tempo, e Zuniga in ritardo di preparazione.

Poca incisività Non basta il lavoro di Hamsik. La fase offensiva è mediocre, Insigne e Zapata non creano nessun’apprensione in Piqué e Bartra. L’unica azione pericolosa è di Hamsik (13’): il suo colpo di testa viene deviato in angolo da Bravo. Lascia pochi spazi, il Barcellona. Il palleggio di Iniesta è fine, così come i tagli di Pedro e di Rafinha. Al peggio, comunque, pone rimedio Rafael: il portiere brasiliano, reduce da un grave infortunio al ginocchio, salva per ben due volte il risultato uscendo sui piedi di Pedro (32’) e di Munir (39’). Tiene, il Napoli, ma solo per la compattezza del settore difensivo. Koulibaly e Albiol vengono presi d’assalto dagli attaccanti catalani, ma non hanno nessuna voglia di capitolare. Nemmeno nei primi 15’ della ripresa, quando Luis Enrique chiede un ultimo sforzo ai titolari prima di procedere a una lunga serie di cambi. Sostituzioni a cui provvede anche Rafa Benitez.

Papera Bravo L’ingresso in campo di Zuniga è accompagnata da una bordata di fischi provenienti dal set tore che ospita i tifosi del Barça: il difensore colombiano è l’autore del fallo che ha mandato in ospedale Neymar, ancor’oggi convalescente, durante Colombia-Brasile al Mondiale. Luis Enrique concede spazio a diversi giovani della cantera ed il Napoli prova ad approfittarne. E gli va bene perché, a 10 minuti dal termine, Bravo gli regala il vantaggio intervenendo goffamente su un tiro dalla distanza di Dzemaili che lui stesso devia in rete. Il finale è uno show di Rafael che si esalta sotto i colpi dei giovani catalani.

La Gazzetta dello Sport

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