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Milan, Menez: tacchi, magie e gol a parametro zero

MILANO – E’ capocannoniere della Serie A a quota 3 insieme a Mauro Icardi, in due giornate ha già segnato più di quanto avesse fatto in tutto il campionato francese 2013-14 con la maglia del Paris Saint Germain (appena 2 centri in 16 presenze in Ligue 1) e ha realizzato la rete copertina dell’ultimo turno del nostro torneo. Jeremy Menez è partito a velocità supersonica, riscattando l’immagine di tutti i parametri zero del mondo. Arrivato in estate circondato da palpabile scetticismo, come succede spesso con i calciatori a fine contratto (in particolare al Milan dove i tifosi ne hanno visti molti negli ultimi anni), Menez è diventato il trascinatore della squadra di Inzaghi in questo avvio di stagione.

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RIGORI E MAGIE  –  Rigore provocato e trasformato con la Lazio, assist per Honda, altra massima punizione conquistata e messa alle spalle del portiere, infine gol di tacco a Parma. Nelle parole del transalpino c’è tutta la voglia di riscatto di un fantasista che aveva lasciato Roma in calando dopo momenti esaltanti all’inizio ed è stato quasi dimenticato a Parigi negli ultimi mesi. “Al Psg non ho avuto fiducia da nessuno nell’ultimo anno, era importante ripartire. Al Milan ho trovato tutto e ora sono felice”, ha detto al termine della partita del Tardini.

NUOVO RUOLO  –  Inzaghi è stato determinante in questo rilancio. Insieme a Galliani, l’ex bomber è volato a Ibiza a inizio giugno, quando ancora non era ufficiale l’esonero di Seedorf, per bloccare Menez considerato elemento utilissimo per il tridente di Super Pippo. Sono particolari che esaltano un calciatore in crisi di autostima. Così come la decisione di confezionargli un abito tattico particolare: il ruolo di “falso nueve” in attesa di Torres. L’ex giallorosso è stato finora utilizzato come centravanti arretrato che si sdoppia tra i compiti di trequartista e quelli di riferimento centrale del tridente con licenza di svariare. Anche questa è una soluzione che contribuisce a dare forza: “Mi trovo bene in questa posizione perché posso andare da tutte le parti del campo. Ma riuscirò a giocare anche con Torres”. Una vera manna per un fantasista come lui.

BERLUSCONI CHIAMA  –  Tutto il resto è venuto come una cascata, compresi i complimenti di Berlusconi al termine della partita di Parma. “Mi ha detto che ho fatto una bella partita”, racconta Menez dopo la telefonata del presidente rossonero negli spogliatoi del Tardini mentre, qualche metro più in là davanti alle telecamere, anche un uomo pacato come Donadoni mostrava segni di forte malumore per alcune decisioni arbitrali che hanno danneggiato il Parma (proteste ribadite questa mattina dal presidente gialloblù Ghirardi).

DIMENTICARE ROMA  –  Il francese vuole cancellare l’immagine lasciata in Italia al termine del triennio in giallorosso: il ricordo di un calciatore incostante che solo a tratti è riuscito a esprimere il suo talento. Negli ultimi mesi il suo rapporto con l’ambiente romanista era diventato burrascoso: tifosi inferociti per le sue prestazioni sempre più deludenti. Rimproveri in campo da parte dei compagni, scarsa fiducia di Montella e cessione quasi scontata per ovvia necessità di cambiare aria. Anche il prezzo pagato dal Psg è stato un riflesso di quel momento negativo: appena 9 milioni per una grande promessa di 24 anni, davvero poco. Ora Menez rivendica una maggiore determinazione: “Sono cambiato già da due o tre anni. La gente invece si fa un’immagine di te e fatica a modificarla”. Sicuramente dopo queste due giornate i tifosi del Milan hanno un’altra opinione del francese.
 

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Protagonisti:
jeremy menez
Fonte: Repubblica

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