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L’eroe Bardi: «Sul rigore Maxi mi ha dato una dritta». Corini: «Dedica al patron»

Il Chievo si conferma bestia nera del Napoli, ma stavolta l’orco non ha il pizzetto di Pellissier o la faccia da scugnizzo di Sardo. Il volto del successo dei veneti è quello pulito di Francesco Bardi, che ha riscattato al San Paolo lo sfortunato autogol della prima di campionato contro la Juve. «Questa partita la ricorderò per sempre», dice l’ex portiere del Livorno, «sarà impossibile dimenticare il primo rigore parato in A, per di più a un campione come Higuain. Lo avevo studiato, però conta tanto anche l’istinto. Mai in carriera avevo vissuto un’emozione così». Dopo la prodezza, Bardi ha regalato anche una carezza consolatoria al Pipita e ha ringraziato il compagno di squadra Maxi Lopez, che gli aveva indicato da quale lato tuffarsi. L’argentino ex Catania ha deciso il match con un gol dei suoi: «Non avevo mai vinto a Fuorigrotta, sono felice di esserci riuscito realizzando la rete della vittoria. Abbiamo saputo stringere i denti per poi punire il Napoli quando ci ha concesso un po’ di spazio. Abbiamo fatto una grande partita contro una grande squadra». Concetto ripetuto dal tecnico Eugenio Corini, in azzurro da giocatore: «Ero fiducioso, ma Bardi è stato decisivo almeno quanto Maxi Lopez, che per me può arrivare in doppia cifra. Abbiamo compiuto una grande impresa che dedico al presidente Campedelli, perché quest’anno abbiamo cambiato tanto, sia nella squadra che in società e per lui sarà una stagione speciale». Campedelli, dal canto suo, non ha assistito al finale di gara. È andato nella postazione della Rai e lì ha sofferto, senza guardare gli ultimi minuti: «Sono due anni che faccio così perché ho paura di portare male. È la vittoria del gruppo. Abbiamo inserito diversi giocatori di esperienza in organico e credo che si sia vista l’importanza di avere elementi navigati in squadra». Nella città della scaramanzia, il rito di Campedelli ha funzionato alla perfezione.

La Gazzetta dello Sport

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