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Ora basta, i tifosi hanno diritto a delle spiegazioni

Lo diciamo con triste onestà: siamo stati rafaeliti della prima ora, e testardamente abbiamo sostenuto questo top mister in ogni circostanza, immaginando retroscena inesistenti pur di giustificare gli effetti su questa strana stagione della persistente idea tattica contro ogni evidenza; all’indomani dell’ennesima prestazione men che scadente, e della conseguente, ennesima sconfitta, siamo in vera difficoltà. Il tifoso che fa tutti i chilometri che separano Napoli dalla Svizzera, e anche quello che mette mano al portafogli per acquistare la partita in pay per view si chiede come mai deve continuare a sostenere questo costo per assistere a un match che nella migliore delle ipotesi gli inguaia la serata. La squadra moscia che per due volte in fortunoso vantaggio è riuscita a farsi rimontare a San Siro riesce infatti a fare di peggio, e stavolta l’uomo che siede in panchina dovrebbe venirci a dare spiegazioni, avendo il coraggio e la coerenza di cospargersi il capo di cenere. Era stato evidente che l’eccessivo turnover era letale per una squadra che ha seconde linee impresentabili: e turnover totale è stato. Era stato chiaro che alcuni calciatori, assurdamente acquistati e in palese, cronico ritardo di condizione erano impresentabili: e Michu era in campo. Era palese a tutti che la difesa andava protetta e rinforzata, per le terribili amnesie che vive in ogni partita: e siamo riusciti a far palleggiare per tre volte il macchinoso centravanti svizzero in area in occasione del primo gol, e a spalancare il campo a un certo Bertone in occasione del secondo. Non è la sconfitta il problema, perché il passaggio del turno in Europa League appare tranquillamente alla portata azzurra, così come non è un pareggio a San Siro il peggiore dei risultati possibili: quello che preoccupa, e molto, il tifoso azzurro è l’assoluta incapacità del Napoli di evitare di trovarsi in svantaggio, senza peraltro riuscire in alcun modo a recuperare. Il gioco ripetitivo e prevedibile, l’assenza di tiri in porta, la mancanza di idee e perfino di quelle iniziative individuali che l’anno scorso, a fronte dei tanti gol presi, proponeva almeno un largo numero di occasioni da rete, sono ormai le costanti di ogni partita della squadra che amiamo. In sostanza, quella attuale è solo una pallida, patetica imitazione della compagine dell’anno scorso; eppure gli uomini, almeno i titolari, sono pressoché gli stessi. Che vuol dire, questo? Che c’è un serio problema di identità? Che molta gente, in maglietta o in giacca e cravatta, guarda a un futuro possibile altrove? Che il contraccolpo dell’inizio di stagione terribile, coi due traguardi grossi (fuori dalla Champions e a otto punti dalla prima in campionato) già compromessi è stato troppo forte per l’ambiente? Che la rosa, costruita al risparmio e senza alcuna coerenza tecnica, non è in grado di mettere in campo adeguate forza e capacità? Che mancano gli attributi, che non c’è un leader, che la carenza di personalità è clamorosa e gravissima? Non sappiamo, e forse nemmeno ci interessa sapere. Quello che vorremmo è che si smetta di prenderci in giro. Che si smetta di dire che non c’è problema, che il calcio è fatto di episodi, che i giocatori vanno alternati secondo le tabelle dei minutaggi, che le partite si perdono per l’arbitro, i pali, il terreno sintetico e il destino cinico e baro. Che qualcuno si presenti davanti ai giornalisti, e ai tifosi,e spieghi il vero perché di questa débâcle. Ne abbiamo diritto, e ne hanno diritto i duemila che stanotte hanno viaggiato per tornare a casa pieni d’amarezza, e le altre migliaia di napoletani che lavorano da quelle parti e che dovranno subire gli sfottò dei tifosi di una squadra che obiettivamente non vale il Chievo. Ma già: abbiamo perso pure col Chievo,a pensarci bene.

Maurizio De Giovanni per Il Mattino

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