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Napoli alla Maradona. Benitez in semifinale 26 anni dopo Diego

Napoli-Wolfsburg abbraccio Inler-Hamsik-Callejon-HiguainE adesso tifiamo per un sorteggio amico, che ci eviti il derby: questa Europa League può diventare un inno al made in Italy. Aspettando la Juve, chiaro. Alla quale il Napoli (!) spedisce un messaggio di incoraggiamento: 6-3 il set brillantemente vinto sul Wolfsburg, probabile vice campione di Germania. Se dall’urna uscisse il Bayern per i bianconeri…
PIZZA E BIRRA Aveva il compito più facile e anche se lo ha assolto nel modo più rischioso, cioè regalando ai rivali l’intero primo tempo, il Napoli di don Rafé Benitez, non ha tradito. Riprendendo a volare (gol di Callejon e Mertens, gli esterni) dopo 45’ mozzafiato ma alla rovescia: i patemi sono stati del San Paolo poiché i titolarissimi scelti dal tecnico (gli stessi dell’andata tranne Maggio infortunato) li hanno interamente concessi ai tedeschi. Con grande senso dell’ospitalità: venite a vedere Capri, spendete un po’ di euro, mangiatevi una bella pizza sulla quale la birra fa dama e rientrate raccontando delle nostre bellezze. Con altri due gol in fondo al sacco. Senza i quali, per la verità, si sarebbe potuto complicare non poco il viaggio verso la gloria.
BRIVIDI E’ durata 50’, anche tanto (o troppo, per i cuori deboli) l’illusione del Wolfsburg di ribaltare ciò che la logica e la gara di andata definivano immodificabile: un verdetto di condanna trasformato in assoluzione piena. Eppure la cronaca e il gioco del primo tempo hanno trasmesso al tifoso azzurro sugli spalti o in poltrona scosse di alta tensione: il Wolfsburg ha costruito le palle gol necessarie ad annullare il pesante passivo dell’andata. Si è giocato in una sola metà campo, il dominio tedesco è stato assoluto. Dopo pochi secondi Perisic di testa ha obbligato Andujar a un provvidenziale volo all’incrocio. Bendtner prima ha sfiorato il bersaglio con uno dei suoi stacchi (e lì il portiere era battuto), poi ha visto un diagonale mancino deviato in extremis da Andujar, reattivo pure sulla legnata da fuori di Arnold. Ancora più eclatante l’incursione di Guilavogui su cross di Perisic: il tiro da pochi metri sarebbe letale, sulla linea spunta Albiol a salvare (28’). Insomma, una sbornia. Meno male che sette giorni fa mister Hecker tenne a lungo in panchina Perisic e Bendtner per dare spazio a Vieirinha e Dost. Ma, soprattutto, meno male che all’Arena c’era il vero Napoli.
RISVEGLIO È stato Gonzalo Higuain a ridestare gli azzurri attapirati. Al 45’ sfiorando la rete con una elegante devazione al volo di sinistro. Ma, soprattutto, al 5’ della ripresa pescando nel corridoio libero il veloce Callejon: controllo e tiro deviato dal disperato recupero di Rodriguez, niente da fare per Benaglio. Già, il Pipita. Un altro argentino sugli scudi dopo l’immenso Diego: fu lui a trascinare gli azzurri nel 1989 al successo di Stoccarda, quando il Napoli alzò al cielo la sua unica Coppa Uefa. Da allora eccolo di nuovo in semifinale. Sono passati 26 anni, ci voleva proprio…
LA FESTA È evidente che la brutta copia vista nel primo tempo è il frutto di un eccesso di sicurezza dovuto al clamoroso blitz della Volkswagen Arena. Con quel po’ po’ di vantaggio, l’approccio è stato morbido e lo si può perdonare. Passata la bufera senza danni, gli azzurri, in divisa jeans come all’andata, si sono presentati per la ripresa con un altro spirito. Hanno cominciato finalmente ad aggredire laddove fin lì avevano subito passivamente; si sono portati in forze nella metà campo tedesca laddove nella prima frazione si era giocato interamente in quella italiana; e trovato il gol hanno insistito, trovando in fretta un’altra perla. Lancio millimetrico di Insigne per Higuain (sempre lui) che potrebbe concludere a rete, ma vede a centro area accorrere Mertens e gli appoggia il pallone per una conclusione prima respinta e poi sospinta al di là della linea bianca. E’ passata poco più di un’ora dal fischio di avvio, i trentamila del San Paolo (rinforzati da diecimila chiassosissimi alunni delle elementari) possono cominciare le danze.
L’ONORE Qui il Wolfsburg ha avuto una reazione d’impeto che in breve ha salvato perlomeno l’onore dei suoi giocatori, andati due volte a segno di testa nel giro di due minuti. Benitez, il perfezionista, ha congelato il 2-2 inserendo Henrique al posto di Mertens dopo aver concesso la doccia anzitempo a capitan Hamsik e all’eroe Higuain. Il Napoli carico attende domenica la Samp per un altro esame importante. L’appetito vien mangiando, e nel mirino c’è la Champions anche per via campionato.

La Gazzetta dello Sport

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