INTERVISTE

Rafael: “Ecco i miei obiettivi. Al mio popolo prometto molto lavoro: solo così arriveranno i risultati”

Ora sì che tutto ha un senso diverso. Ora sì che il traguardo è davvero vicino: «Sono felice: sono di nuovo in campo. E mi sento bene!». Enfasi e gioia pura, nelle parole di Rafael, il portiere del Napoli con il numero 1 sulla schiena: che lo scelga sul serio o magari alla fine lo scarti, beh, poco importa, perché a contare sono più che altro il simbolo e le parole di Rafa. Da assaporare, per lui: «Il nostro parco portieri è composto da Rafael, Andujar e Colombo. Stop» . E, a onor del vero, non sembra essercene per nessuno: a pieno regime, il padrone di casa è proprio lui. Rafael Cabral: il grande ritorno del paulista.

BEFFA SELECAO . E allora, la chiacchierata a cuore e microfoni aperti andata in scena ieri a Kiss Kiss Napoli. « E’ bello tornare a giocare: ringrazio lo staff medico del Santos e del Napoli, hanno svolto un grande lavoro». Soprattutto dopo il grave infortunio al ginocchio destro, rimediato a febbraio nel corso della sua miglior partita in azzurro (con lo Swansea in Galles), che lo ha messo fuori causa proprio fino all’alba del ritiro. Con tanto di intervento ai legamenti e di lunga riabilitazione in Brasile. E di beffarda coda del Mondiale a due passi: avrebbe potuto partecipare alla Coppa, Rafael; sembrava proprio che ormai avesse convinto Scolari. «La Nazionale mi manca molto: al di là dell’infortunio, con Felipao non ero stato più convocato, mentre con Menezes ci andavo sempre. Dunga? Non lo conosco, ma so che ha fatto un grande lavoro».

PEPE E L’ARGENTINO. In attesa di riconquistare la Selecao, riecco il Napoli. La super occasione: senza Reina, il titolare è lui. «Pepe l’ho sentito molto spesso nel corso della sua esperienza mondiale, s’è guadagnato un tifoso: mi ha fatto davvero piacere lavorare con lui». Ora il suo vice sarà Mariano Andujar, argentino e vicecampione del mondo. « Tutti siamo qui per vincere, sia io sia lui». In attesa di ritrovarlo e di cominciare a condividere l’azzurro con lui e Colombo, Rafael lavora innanzitutto per rilanciare se stesso. «Programma di allenamenti normale, come tutti gli altri: due sedute al giorno. Sono molto soddisfatto dei risultati, il fisico sta rispondendo davvero bene».

FATTI E PAROLE. Domanda scomoda: come mai si parla spesso di altri portieri per il Napoli? Risposta comfort: « Non lo so, io sono un professionista, un giocatore, e il mio unico compito è pensare al lavoro». E a programmare una stagione vincente: «Cerchiamo di puntare allo scudetto, e personalmente punto anche al ritorno in Nazionale: nel calcio, però, si vince lavorando, non parlando». Del resto, lui è un tipo che la vita ha avvertito già molto giovane sul da farsi: «Ho perso mia madre a tredici anni e ho subito un grave infortunio appena promosso nella prima squadra del Santos» . Frattura della tibia in uno scontro fortuito con il compagno Domingos in allenamento. Un antipasto, rispetto a quello rimediato a febbraio. «L’importante è guardare sempre avanti: la mia forza viene da Gesù e dalla mia famiglia».

LAVORO E VITTORIE. Fervente cristiano evangelico e virtuoso della cultura del sacrificio, nonostante tutto Rafael continua a pensare molto più che positivo. Anche in merito alla sua prima stagione napoletana: «L’ho vissuta bene, soprattutto perché per me è una grande gioia vestire la maglia del Napoli. Il dialetto napoletano? E’ difficile». Quanto fare promesse al popolo? «Beh, prometto molto lavoro: così arriveranno anche i risultati e le vittorie» .

Fonte: Corriere dello Sport

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