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La moviola in campo? La Federcalcio ci crede ma sarà dura

JOSEPH BLATTERNon solo «goal line technology». C’è una fase due della tecnologia a supporto degli arbitri molto cara a Carlo Tavecchio: la sperimentazione della moviola in campo. Sepp Blatter, presidente della Fifa, è sensibile all’argomento: prima del Mondiale, aveva promesso l’imminente arrivo della moviola in campo. E il numero 1 Figc, poco dopo, si era offerto di sperimentarla nella A 2015-16, in linea con quello che tra l’altro fece il suo predecessore Franco Carraro nel 2004, quando scrisse alla Uefa per chiedere (inutilmente) l’uso della tecnologia «in casi particolari e clamorosi».
BOARD SCETTICO Annunci e promesse quantomeno prematuri. Perché nonostante il decisionismo di Blatter e la sperimentazioni «ufficiosa» organizzata dalla federcalcio olandese, la questione deve convincere l’International Board, cioè l’organismo che decreta le correzioni regolamentari. E che nella riunione preliminare di Belfast, a fine novembre, si è detto «scettico» sul fatto che i replay potrebbero funzionare come negli altri sport. I legislatori del calcio ne riparleranno al 129o Board in programma il 28 febbraio sempre a Belfast ma è difficile immaginare il via libera alla sperimentazione voluta da Blatter in un torneo (il Mondiale Under 20 in Nuova Zelanda) o in un campionato, la Serie A 2015-16 appunto. Tra l’altro il fronte italiano è molto spaccato tra i club di A, e anche la rappresentanza dei giocatori (ieri all’incontro c’era Simone Perrotta) e degli allenatori è per il no. Resta comunque un orizzonte sospeso: solo in caso di apertura dell’Ifab all’idea di Blatter (avversata in modo netto anche dall’Uefa) la cosa tornerebbe d’attualità.
LE IDEE DI BLATTER Il progetto del presidente Fifa ha alcuni punti fermi. Intanto il doppio «challenge» per gli ogni allenatore, cioè la possibilità di sfidare due volte in partita una decisione arbitrale discussa. E poi la limitazione del campo di applicazione: rigori e falli di mano sì, fuorigioco chissà, falli da contatto forse no. Il segretario Valcke ha ammesso che, prima, bisogna capire «quanto cambierebbe il gioco e se gli arbitri sono d’accordo». I tempi, di sicuro, rischiano di allungarsi.

La Gazzetta dello Sport

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