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Lazio, suonata alla Viola. Preso il Napoli: è terza

stefano-pioli-nuovo-allenatore-lazioLo spettacolo annunciato c’è stato, ma in un sola direzione. Bastano pochi minuti per capire quale squadra confermerà l’estetica del successo. Lazio super, Fiorentina non pervenuta. Missione aggancio al 3° posto riuscita per Pioli. Nel pacchetto, anche la soddisfazione di sorpassare il Napoli nella classifica dei migliori attacchi del campionato: ora la Lazio davanti ha solo la Juve. Montella travolto dalla velocità dei rivali, dalla miglior precisione e cattiveria. La Lazio si conferma un rivale indigesto, ma era molto difficile ipotizzare una superiorità così schiacciante. L’aeroplanino ha forse l’alibi di avere una squadra che ha speso più della Lazio negli ultimi tempi. Ma è un piccolo alibi. La verità è che in questa sfida ci ha capito poco o nulla. La Lazio invece vola davvero e fossimo nel Napoli, ma anche nella Roma a questo punto, cominceremmo a preoccuparci. Meglio per il campionato: almeno la rincorsa Champions sarà elettrizzante fino alla fine. Se la Lazio tiene questo ritmo e questo gioco, e l’impressione è che li terrà, avrà due match point nelle ultime due giornate: il derby e la sfida col Napoli al San Paolo.
LA CHIAVE La Fiorentina ha ceduto centrocampo e fasce. Biglia è stato un marziano, Candreva e Felipe Anderson ai lati hanno asfaltato tutti. Gli uomini hanno fatto la differenza, ma anche la scelta di Pioli di tornare al 4-2-3-1. Repetita iuvant. Con questo sistema, utilizzato l’ultima volta in gennaio nel derby, aveva vinto a Firenze. All’Olimpico ha stravinto. Azzeccata la scelta di recuperare Mauri, che si alternava al centro dell’attacco con Klose. Klose che deve avere l’elisir dell’eterna giovinezza. Oltre alla doppietta, non ha mai smesso di correre, tener su la squadra e recuperare palloni. Il tedesco eterno è a quota 7 reti nel 2015, coppa Italia compresa. Ed è entrato nella top 10 dei cannonieri di tutti i tempi della Lazio in campionato. Chapeau. L’assenza di Gonzalo Rodriguez si è sentita ma non giustifica la pessima prestazione della difesa viola che può solo lamentarsi della scarsa copertura.
TEMPESTA E IMPETO La sfida poteva già essere messa in archivio dopo mezzora. La Lazio è stata subito tempesta e impeto. Ha trovato il gol col tiro da fuori di Biglia e non si è fermata, anzi ha accelerato. Ha preso a pallate la Fiorentina e poteva fare almeno altri tre gol. Candreva avrà sfornato almeno 5-6 cross e inviti velenosi. Soltanto la super forma di Neto e l’imprecisione degli attaccanti (Felipe morbido sotto porta) ha fatto sì che la Fiorentina fosse ancora in partita nella ripresa. Neto che si è superato quando con un dito ha sfiorato quel tanto che basta la seconda sassata di Biglia per mandarla sul palo.
AI RIPARI Montella nel secondo round ha cercato di correre ai ripari spendendo subito Pizarro, per mettere cerotti a centrocampo. Solo che ha tolto Diamanti, uno dei più attivi, per alzare sulla linea dei trequartisti Mati Fernandez, che a centrocampo non è mai riuscito a stoppare Candreva e proteggere Pasqual. Per qualche minuto però sembrava che la Viola potesse reggere l’urto e provare a rimettersi in carreggiata. Invece è stata un’illusione. Una delle tante buone notizie per questa Lazio è il fatto che, come gli accade spesso, non si siede nel secondo round. E’ stata meno ossessiva, ha lasciato un po’ di iniziativa per sfruttare la velocità nelle ripartenze. Ed è stata micidiale. Felipe Anderson si è procurato il rigore ai danni dello sciagurato Tomovic. Poi Klose ha approfittato degli svenimenti della difesa per affibbiare i colpi del k.o. Il povero Neto ha provato a respingere gli assalti ma non c’è mai stato un compagno ad aiutarlo nelle deviazioni sui tiri prima di Candreva e poi di Keita, entrato nella ripresa proprio per l’azzurro. Alla fine il conto dei tiri in porta è stato 14-1. Impressionante. Questa viola appassita non può essere vera. Di certo la Lazio è la squadra più in forma del momento.

La Gazzetta dello Sport

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