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Mario Zaccaria: “Napoli, comincia l’era Sarri!”

zaccaria2Mario Zaccaria, giornalista, scrive su “NapoliMagazine.Com”: “Comincia l’era-Sarri. Abbandonato da Benitez a metà strada del progetto che era stato affidato al tecnico spagnolo, mandato in bianco da Unai Emery che avrà sicuramente utilizzato anche il corteggiamento del Napoli per aumentare le sue richieste al presidente del Siviglia e portare a casa un congruo aumento dell’ingaggio, Aurelio De Laurentiis ha pensato bene di scommettere su un Napoli nostrano, un Napoli operaio, un Napoli pane e pomodoro. Con tanti saluti all’internazionalizzazione sbandierata nelle ultime due stagioni, il presidente ha guardato al bilancio, chiuso per la prima volta in passivo, ha pensato, evidentemente, alle sonore delusioni vissute negli ultimi due anni con Benitez in panchina, ed ha deciso per la svolta. Nasce così anche l’ingaggio come direttore sportivo di Cristiano Giuntoli, un carneade, a prima vista, un fior di professionista per chi conosce le cose del calcio nostrano. Certo, Sarri e Giuntoli non hanno esperienza in grandi società. Hanno vissuto ed operato sempre in provincia, in realtà limitate, davanti ad una platea numericamente ridotta. Dovranno da ora in poi confrontarsi con un ambiente ben diverso, difficile, ostico, con una tifoseria che giustamente vuole tutto e subito e che difficilmente è disposta a perdonare errori. Ma i tifosi, che sicuramente sono un po’ disorientati da questo nuovo ed inaspettato corso, da questa svolta operaia voluta da De Laurentiis, dovranno farsene una ragione. Il presidente, questo è sicuro, è stato coraggioso. Avrebbe potuto puntare ‘comodamente’, su un allenatore di grido – erano disponibili Spalletti, Prandelli e Montella tanto per fare tre nomi – e mettere nelle sue mani il Napoli. Poi spendere il giusto per evitare di incrementare il passivo in bilancio e riversare sulle spalle dell’allenatore tutte le responsabilità. Se le cose fossero andate bene il merito sarebbe stato anche il suo, se fossero andate male avrebbe, come al solito, pagato l’allenatore per tutti. De Laurentiis ha scelto invece una strada più difficile, tortuosa, forse addirittura impervia. Se le cose andranno male la gente non se la prenderà certamente con il ‘povero’ Sarri, ma additerà proprio lui, il presidente, quale unico responsabile dello sfascio. D’altronde se c’è una cosa che non manca a De Laurentiis è il coraggio e dunque non c’è da meravigliarsi che abbia deciso di regolarsi in questo modo di fronte alle difficoltà nate dalla rinuncia di Benitez. Per quanto riguarda Sarri, francamente, io sono del parere di sospendere il giudizio. E’ necessario, credo, dargli il tempo di lavorare, di far crescere la squadra, di farla abituare alle sue idee, ai suoi schemi. E’ chiaro che la campagna acquisti dovrà armonizzare la rosa al suo disegno tattico che, per fortuna, non è uguale a quello di Benitez. Ed anche se lo fosse, nel senso dello schema utilizzato, Sarri ha già dimostrato ad Empoli di saper essere duttile, di saper cambiare in corsa, di adattare la sua squadra alle situazioni ed agli avversari. Esattamente quello che il testardo Benitez non ha mai saputo o voluto fare, mandando il Napoli ad infrangersi sugli scogli dell’integralismo che per lui è una vera e propria fede. Quindi rimaniamo in attesa. Diamo il tempo a Giuntoli di lavorare sul mercato. Poi diamo il tempo a Sarri di lavorare sul campo. Vedremo che cosa accadrà. E forse alla fine scopriremo che un intelligente ed umile allenatore italiano vale quanto, se non di più, un blasonato allenatore ‘internazionale’ che a Napoli ha lasciato solo macerie”.

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