LE ALTRE DI A

Verona-Lazio 1-2, Biglia e Parolo infrangono il tabù scaligero

VERONA – Prima il Genoa, poi il Verona. Stefano Pioli infrange due tabù in poche ore: dopo il successo sul Grifone, arrivato a interrompere una serie di otto sconfitte consecutive contro i rossoblù, la Lazio riesce anche a invertire la rotta contro l’Hellas. L’ultimo biancoceleste a firmare un colpo grosso nel Bentegodi scaligero era stato addirittura Karl-Heinz Riedle, ottobre del 1991, una vita calcistica fa. Anche stavolta i capitolini soffrono, vanno sotto pur controllando il gioco per l’intera prima frazione ma riescono a ribaltare con le reti dei due pilastri della mediana. Lucas Biglia trasforma un penalty, Marco Parolo colpisce su calcio di punizione nonostante l’inferiorità numerica provocata dal rosso del “solito” Mauricio. Vince la Lazio, dunque, ed è un successo pesante non solo dal punto di vista del morale – in due trasferte di campionato, Felipe Anderson e compagni avevano rimediato un passivo di nove reti a zero – ma anche da quello della classifica, visto che i tre punti odierni portano i biancocelesti a quota 12.

UN HELLAS MAI DOMO – Merita comunque un applauso la tenacia messa in mostra dai ragazzi di Mandorlini, orfani dei due centravanti Toni e Pazzini. Con Siligardi ko nell’immediata vigilia delle convocazioni, il tecnico ha chiesto a Juanito Gomez di partire al centro dell’attacco e ha alzato Jacopo Sala, buttando nella mischia Hallfredsson dopo quasi un mese di stop. Il rientrante in casa Lazio è invece capitan Biglia, che prende il posto di Cataldi in un 4-2-3-1 che vede ancora Milinkovic-Savic a ridosso di Djordjevic. Ottima la prova del classe 1995, pessima quella del centravanti, mai pericoloso sulle palle alte e inconcludente in zona-gol. Gli ospiti partono bene e vanno a segno, anche se a gioco fermo, proprio con il gigante serbo, che insacca a porta vuota da due metri sugli sviluppi del corner. L’arbitro Giacomelli rileva una scorrettezza a centro area ma l’esame del replay non solo non evidenzia irregolarità biancocelesti, ma mette in mostra un’evidente trattenuta di Souprayen ai danni di Gentiletti: se fischio doveva essere, sarebbe stato lecito assegnare il penalty ai ragazzi di Pioli. Proteste laziali anche poco più tardi, per un contatto alquanto galeotto tra Helander e Felipe Anderson. Il controllo del gioco è saldamente nelle redini dei romani, pericolosissimi in occasione di un cross di Milinkovic-Savic: Djordjevic si presenta in ritardo all’appuntamento col vantaggio. Lo stesso non si può dire dell’Hellas, che sblocca alla prima occasione. I cross di Viviani su palla inattiva sono storicamente velenosi ma la difesa laziale dorme, Juanito Gomez colpisce in spaccata e centra la traversa, Gentiletti e Lulic non liberano ed Helander fa 1-0 di testa.

RIBALTONE CON BRIVIDO – La Lazio avrebbe la chance per il pari immediato. Parolo pesca Djordjevic alle spalle della difesa avversaria, l’attaccante cerca un improbabile stop mancino invece di calciare al volo e spedisce la palla nei pressi della bandierina. Lo sforzo fisico del primo tempo costringe l’Hellas a sbuffare nella ripresa, Felipe Anderson indovina una rara giocata in una gara sostanzialmente anonima e sfiora la perla con il destro dal limite. I cambi di Mandorlini sono conservativi, Wszolek centravanti al posto di Juanito Gomez e Bianchetti al posto di Greco per il passaggio al 5-4-1. A ridosso del quarto d’ora Lulic spacca in due la difesa scaligera, tocco dal fondo per Djordjevic nel cuore dell’area piccola, il serbo a porta vuota calcia su Moras. E’ l’ultimo pallone della sua gara, dentro Keita e Mauri per il numero 9 e per un ondivago Kishna. Allo spagnolo basta pochissimo per cambiare il match. Allungo su Sala in area di rigore, il centrocampista lo abbatte, rigore sacrosanto che Biglia trasforma di potenza. Il muro scaligero sembra diventare insuperabile, un monumentale Moras salva nuovamente sulla linea una deviazione di Bianchetti e la contesa rischia addirittura di cambiare padrone. Mauricio, lento, distratto, goffo e già ammonito, travolge il guizzante Wszolek lanciato a rete. Il rosso è la conseguenza inevitabile ma l’Hellas non ha la forza per andare a caccia del raddoppio e finisce per pagare dazio. Milinkovic-Savic atterrato ai 18 metri, Biglia finge l’esecuzione a giro sopra la barriera e tocca per il destro di Parolo, che sfonda centralmente gli uomini posizionati da Rafael, si insacca nell’angolino e permette a Pioli di infrangere il secondo tabù nel giro di pochi giorni.

HELLAS VERONA-LAZIO 1-2 (1-0)
Hellas Verona (4-3-3): Rafael 6; Pisano 5.5, Moras 7, Helander 6.5, Souprayen 6; Greco 5.5 (16′ st Bianchetti 5.5), Viviani 6, Hallfredsson 5.5 (32′ st Matuzalem sv); Sala 6, Gomez 6 (10′ st Wszolek 6.5), Jankovic 6.5. (Coppola, Gollini, Albertazzi, Bianchetti, Winck, Matuzalem, Wszolek, Zaccagni). All. Mandorlini
Lazio (4-2-3-1): Marchetti 6; Basta 6.5, Mauricio 4, Gentiletti 5.5, Lulic 6.5; Biglia 6.5, Parolo 6.5; Felipe Anderson 5.5 (37′ st Hoedt sv), Milinkovic-Savic 7, Kishna 5.5 (16′ st Keita 6.5); Djordjevic 5 (16′ st Mauri 6). (Berisha, Guerrieri, Radu, Patric, Braafheid, Seck, Cataldi, Onazi, Morrison). All. Pioli.
Arbitro: Giacomelli
Reti: 33′ pt Helander, 18′ st rig. Biglia, 41′ st Parolo
Ammoniti: Sala, Hallfredsson, Lulic, Parolo
Espulso: Mauricio per doppia ammonizione (36′ st)
Recupero: 1′ e 5′

serie A

hellas verona
ss lazio
Protagonisti:

Fonte: Repubblica

Commenti
Segui il canale PianetAzzurro.it su WhatsApp, clicca qui