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ESCLUSIVA PA – RON: “LA SLA FA PAURA. DALLA E PINO DANIELE ERANO DUE PERSONAGGI MERAVIGLIOSI MA MOLTO DIVERSI TRA LORO”

Il tour estivo 2017  di Ron fa tappa a Pesco Sannita, ridente paesino in provincia di Benevento. La tournée prende il titolo dall’omonimo album del cantautore: La forza di dire sì. Si tratta di un doppio cd contentente 24 brani e due inediti:  24 canzoni del celebre repertorio del cantatutore nativo di Dorno, nelle quali Ron duetta con diversi cantanti italiani, tra i quali Pino Daniele e Lucio Dalla.  Questo lavoro nasce dall’esigenza di sostenere l’ AISLA, l’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica.

Ron si è esibito a Piazza Umberto I, regalando alcune ore di musica d’autore. La serata è stata introdotta dalla presentazione del collega Francesco Vitulano.

Ai microfoni di Pianetazzurro.it, con la collaborazione Agicav Campania Veritas, Ron, con la simpatia, la schiettezza, ma soprattutto la disponibilità tipica dei grandi artisti,  ha risposto ad alcune nostre domande.

Ron, prendendo spunto dal tuo ultimo lavoro: La forza di dire sì; perché, spesso, c’è molta paura  nel pronunciare questa parolina?

“E’ difficile dire sì perché la Sla fa paura. E’ una malattia così invasiva. Ti trovi dinanzi ad una persona che non parla, non mangia e viene alimentata attraverso un sondino ma, comunque, è dotata di vitalità perché risponde attraverso una pupilla di un occhio, guardando la tastiera di un computer. Queste sono malattie che fanno paura, da qui nasce tutto”.

Nel tuo ultimo disco hai collaborato con artisti di grosso calibro, tra cui Lucio Dalla e Pino Daniele. Che ricordi hai di questi due grandi della musica italiana?

“Sai, con Lucio c’è stato un periodo molto lungo di collaborazione, dal 1970 al 1990. Con Pino abbiamo collaborato soprattutto nel tour con De Gregori e Mannoia. Sono due persone totalmente diverse, Lucio era una persona molto più scanzonata. Pino era molto serio soprattutto con la musica, io ero più simile a lui. Erano due persone diverse ma meravigliose”.

Quanto e come è cambiato il modo di fare musica?

“La musica negli anni è cambiata tantissimo. E’ cambiato il modo, l’approccio. Oggi si scrive per, mentre prima si scriveva per noi. Adesso c’è l’interesse, più che altro, di non uscire dalle radio. Da qui nasce l’esigenza di non fare testi particolarmente complicati e profondi. Devi trovare un giusto equilibrio”.

Nonostante tanti anni di carriera alle spalle, quanto ti emoziona questo lavoro o professione?

“Adesso mi emoziono molto più di prima perché sono più consapevole di me stesso. Sono passati tanti anni e ho imparato ad amare la gente tantissimo, a ringraziarla, perché se sono qui è grazie a loro”.

Qualche brano al quale sei molto legato?

“Ci sono canzoni come Il gigante e la bambina e Una città per cantare  che ancora oggi mi emozionano molto quando le canto”.

Donato Claudio

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Claudio Donato

Claudio Donato, giornalista-pubblicista. Al suo attivo diverse collaborazioni con varie testate giornalistiche.