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Dembelé, dalla povertà alla finale del Mondiale

“Il suo background è fondamentale per capire le sue reazioni”

“La sua storia mi ha toccato, ho sentito molto parlare di lui e ho sentito che dovevo fare un film sulla sua vita”. Parla così Jesse Adang, l’ideatore del documentario, quando spiega cosa lo ha spinto a concentrarsi sull’attaccante francese, domenica impegnato nella finale del Mondiale contro la Croazia. “È difficile crescere quando ti trovi in ​​una zona molto povera – continua ai microfoni del Sun -. Il suo unico obiettivo fin da piccolo era quello di diventare un calciatore. Ci ha provato in tutti i modi, ha fatto tanti sacrifici e ci è riuscito. Forse non ce l’avrebbe fatta se non avesse nutrito quello spirito da combattente che acquisisci quando fai parte del ghetto e devi lottare per tutto. Quando dicono che Ousmane è un ragazzo difficile perché non ha voglia di allenarsi, penso che si debba comprendere prima da dove viene e spiegare perché il suo comportamento è così. Il suo background è fondamentale per capire le sue reazioni”. Adang, cresciuto in un sobborgo di Parigi con Mahrez come vicino di casa, è uno dei pochi che ha ottenuto la fiducia di Dembelé a esporsi così in pubblico, probabilmente proprio a causa delle sue dure condizioni di vita. “Dall’esterno potresti credere che lui passa tutte le notti fuori e compra molte macchine, ma non fa parte della sua personalità – aggiunge il regista -. Ama giocare alla Playstation a casa, gli piace giocare a basket e passare il tempo con la sua ristretta cerchia di amici. Quando è a casa non parla di calcio. Abbiamo passato molto tempo insieme e si è discusso soprattutto di NBA, ma mai di calcio. Ho parlato con molte persone, dai suoi ex allenatori ai compagni che hanno giocato con lui. Tutti a Barcellona mi hanno detto che Ousmane è un genio in campo e, anche se il suo primo anno non è stato indimenticabile, ha il talento per arrivare in cima. Ed è lì che arriverà”. Adang ha deciso di pubblicare gratuitamente il documentario per far sì che sia d’esempio per i più giovani, costretti a convivere con situazioni non semplici, a non giustificare i propri insuccessi con degli alibi, ma a credere, nonostante tutto, ai propri sogni. Dembelé non ha mai smesso di inseguire il suo obiettivo e domenica, a soli 21 anni, potrebbe già alzare al cielo la sua prima Coppa del Mondo.

Fonte: Sky

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