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Gli interventi di Umberto Chiariello, Roberto Stellone e Toni Iavarone a Radio Punto Zero

In diretta a ‘Punto Nuovo Sport Show’, trasmissione con Umberto Chiariello in onda su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Umberto Chiariello, giornalista, con il suo EditoNapoli: “Torno a ragionare sui numeri. Nel calcio non sono tutto, ma sono una grande parte, quasi magica. Il numero di una maglia, come il 10 ti fa pensare a Maradona, Pelè, Platini. Un giorno non trovavo la maglietta nello spogliatoio che era la 10 e infilo la 14. La indossava Cruijff, da un numero anonimo è diventato un numero primo. Il napoli è 5° nel monte ingaggi, se avessimo avuto Mazzarri o Sarri avrebbero già detto che non siamo competitivi, che con questi numeri non si può vincere. Questi numeri vanno letti esattamente al contrario: per la prima volta nella storia, il Napoli si presenta ai nastri di partenza con un monte ingaggi che sfonda i 100 milioni. 12 anni fa ci presentavamo in serie A con un monte ingaggi di 27 milioni lordi, oggi questi dati ce li ha il Verona, da ultimo posto. Guardate la crescita esponenziale del Napoli, com’è forte e com’è ben fatta. Non solo De Laurentiis ha speso i soldi, ma li ha spesi anche molto bene. Sono felice che ad allenare il Napoli da un punto di vista non solo tecnico, ma anche motivazionale e psicologico sia Carlo Ancelotti che non le manda a dire. Lui dice che lotteremo per vincere, alla faccia del monte ingaggi”.

In diretta a ‘Punto Nuovo Sport Show’, trasmissione con Umberto Chiariello in onda su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Roberto Stellone, allenatore: “Nel 2000, il mio periodo, lo stadio era sempre pieno. Non ricordo il numero di abbonati, ma in qualsiasi momento della stagione, il pubblico era sempre presente. Lo stadio è sempre pieno, nei match che contano, il problema è proprio degli abbonamenti. Il San Paolo è capiente, quindi qualcuno pensa di andare soltanto nelle partite importanti, tanto i biglietti si trovano. Non sto nell’ambiente societario o quello dei tifosi, non conosco le cause del vuoto. Nelle partite il pubblico che c’è si fa comunque sentire, se fate un sondaggio tra tifosi, qual è la risposta sui mancati abbonamenti? Penso che De Laurentiis abbia fatto grandi cose, non capisco questo scarso feeling. Ha portato il Napoli in Champions, ad essere diretta concorrente della Juventus, ha comprato e trattenuto importanti giocatori. E’ l’unica che sta tenendo testa alla Juventus nonostante il budget. Fernando Llorente? E’ uno di quei giocatori che magari non è un bomber da 30 gol all’anno, ma di raccordo. Nei momenti dove non si riesce a giocare palla a terra, ti da quella soluzione per far salire la squadra, da cross. Alla fine dell’anno non devi stare a guardare quanti gol fa, ma la sua utilità nell’arco di 90′. Come Milik ti da quella soluzione diversa, è stato un acquisto importante anche per lo spogliatoio. Milik più tranquillo? Penso sempre che le partite durante l’anno sono tante e ravvicinate: campionato, Coppa Italia e Champions. E’ la giusta competizione che non fa rilassare il giocatore, quindi allenamenti più intensi, più concentrazione e danno tutti il massimo per farsi trovare pronti. Va a riempire un parco attaccanti già importante, quando staranno tutti bene, sarà difficile per Ancelotti. Ma chi meglio di lui ed il suo staff può fare delle scelte? Saprà benissimo chi scegliere in base al tipo di partita da affrontare.”.

In diretta a ‘Punto Nuovo Sport Show’, trasmissione con Umberto Chiariello in onda su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Toni Iavarone, giornalista: “L’equilibrio in attacco è quello che il Napoli ha dimostrato di avere. Il grande limite del Napoli è proprio non avere il giocatore lì dove nasce il gol ai 15-20 metri. Milik non è il giocatore che serve al Napoli, né Llorente sarà influente per finalizzare. Non è arrivato Icardi, non è arrivato l’ultimo uomo che ha la possibilità di concludere. Ci sono mezz’ale, ali piccole, esterne e sarà quella la forza del Napoli, ma le difese piuttosto organizzate sono difficili da sorpassare. De Laurentiis a Sky ha fatto capire che forse sarebbe meglio lasciare Koulibaly in panchina perché non ancora pronto. E’ vero che De Laurentiis dopo un po’, come in tutti i matrimoni, si rende conto del lato negativo, ma non credo sia davvero questo il caso. Koulibaly, insieme a Manolas, deve cantare e portare la croce in questo modulo del Napoli. Con il centrocampo a dure, senza centrocampisti veramente bravi in questo modulo, tutto il peso delle manovre avversarie, cade su di loro. Ad un certo punto faticano tanto, quindi questo è il primo equilibrio da cercare. Tranne i lunghi anni in cui è stato con Reja e Mazzarri, dopo un po’ inizia a sgomitare. Non penso sia già il caso Ancelotti. Tra poco c’è l’incontro con il Liverpool, c’è bisogno di non perdere troppo terreno. Sampdoria? Credo che Ancelotti faccia qualche turnover di buon senso, anche perché la Sampdoria non è questo grande avversario rispetto le potenzialità del Napoli. Non so se è il caso di far giocare quelli fuori forma o meno, la partita potrebbe essere propedeutica per il minutaggio di alcuni. Penso che si può giocare con gli uomini migliori, tranne in qualche cambio minimo”.

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