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EDITORIALE – Il Napoli domina la Juve ma sempre, per i soliti errori difensivi e offensivi, esce battuto dallo Stadium

Editoriale post Juve. Ancora una volta gli azzurri, pur disputando una gara positiva, dominando in alcuni tratti la Juve, esce dallo Stadium con la prima battuta d’arresto stagionale in trasferta. In virtù dei consueti errori in fase difensiva e offensiva, il Napoli, ad inizio ripresa, si è fatto infilare da un gol di testa del centrale Gatti, che ha colpito indisturbato in area di rigore. Un gol che la squadra, come spesso è accaduto, ha tagliato le gambe ai partenopei incapaci di reagire e giungere almeno al pari. La cosa che preoccupa di più, attualmente, è la mancanza di lucidità sotto porta, si sbagliano reti che sembrano già fatte, incredibile l’errore del georgiano a tu per tu con l’estremo difensore avversario, il numero 77 ha calibrato malissimo il pallone che è andato oltre la traversa per la disperazione di Mazzarri e dei 2500 tifosi napoletani sugli spalti che erano pronti ad esultare quando hanno visto Kvaratskhelia solo davanti alla porta juventina. Anche Di Lorenzo si è divorato  un gol a pochi metri dal portiere, tirandogli addosso. Se l primo tempo fosse finito col risultato di 0 a 2, nessuno avrebbe avuto da ridire, invece la formazione che poteva e doveva vincere, alla fine, ha perso per la terza volta di fila tra serie A e Champions, competizione che ritornerà martedì sera al Maradona con l’ultimo incontro del girone eliminatorio con i portoghesi del Braga, che tenteranno l’impresa di vincere, a Fuorigrotta, con due reti di scarto. Per passare agli ottavi della manifestazione continentale, basterà un punto o persino la sconfitta di misura. Ma sarebbe assurdo pensare di subire l’ennesimo k o in casa. Per la cronaca, i partenopei non perdevano tre gare consecutive dal 2016, con Sarri in panchina. Gli azzurri, quest’anno, non sono ancora riusciti a battere una grande, negli scontri diretti un vero disastro, soltanto un punto con il Milan, davanti al pubblico amico. Chi poteva mai immaginare che i campioni d’Italia, avessero, qualche mese dopo la conquista dello scudetto un’involuzione simile da poter pregiudicare, ora come ora, anche la qualificazione in Champions del prossimo anno, visto che la Roma ha già conquistato il quarto posto e potrebbe ancora allungare il passo, dato che deve ancora disputare la sua gara. Diventa dunque decisiva la partita prenatalizia del 23 dicembre, all’Olimpico di Roma. Un vero e proprio spareggio per il quarto posto. Per risalire la china questa squadra deve tornare a vincere e magari infilare un filotto di 3/4 successi di fila, il che riesce quasi impossibile al Napoli che non sa più imporsi. Come se non bastasse, alla prima vera occasione gli avversari vanno a rete con assoluta disinvoltura e castigano, con merito o senza il gruppo prima di Garcia e poi di Mazzarri che ce la mettendo tutta, ma non basta ancora. Già 18 reti sul groppone in quindici giornate e pensare che lo scorso anno il Napoli al termine del campionato, ossia dopo 38 partite incassò 29 gol, risultando la miglior difesa del torneo. Solitamente, a vincere un campionato è quasi sempre la formazione che subisce meno di gol di tutte e l’Inter e la Juve, prima e seconda vantano rispettivamente solo 7 e 9 reti al passivo, quindi la metà di quelli che sta registrando il pacchetto arretrato azzurro che risente tantissimo della mancanza di Kim, non sostituito a dovere con un altro forte centrale. Un errore di presunzione della dirigenza, nel mercato estivo. La squadra di Allegri sarà pure brutta a vedersi ma vince e subisce pochissimi gol ed a prescindere è quello che in questo sport conta di più. Ieri, non a caso, i difensori di Mazzarri hanno ricevuto in pagella un vota tra il 4,5 e il 5,5, quindi nessuno ha raggiunto la sufficienza. In attacco Osimhen ha dato l’animo, segnando tra l’altro una rete , annullata per fuorigioco, Kvaratskhelia invece troppo fumo e niente arrosto, se poi ci aggiungiamo  il gol mangiato non possiamo che dargli un 4. Alla luce di queste argomentazioni possiamo dire che poi non è tutta colpa del tecnico francese se il Napoli non è più quello della passata stagione.

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