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Milan, il futuro è sempre più un rebus: fuori dall’Europa, il deficit si aggrava

Milan, il futuro è sempre più un rebus: fuori dall'Europa, il deficit si aggravaLa delusione dei giocatori del Milan dopo la finale persa con la Juve (ansa) MILANO – Per il terzo anno consecutivo il Milan starà fuori dall’Europa. A soli 9 anni dai trionfi in Champions e Mondiale per club, è l’effetto più evidente e devastante della sconfitta nella finale di Coppa Italia con la Juventus, che ha rimarcato l’oggettiva differenza tecnica, pescando dalla panchina un lusso come l’hombre del partido Morata. Vale a poco l’orgoglio per l’onore delle armi: la squadra ha giocato finalmente bene, meglio dei dominatori della stagione, però il club incassa un danno economico e d’immagine impensabile nel 2014, quando fu eliminato dalla Champions League per mano dell’Atletico Madrid, ma si dava per scontato che sarebbe rientrato al più presto almeno nella coppa minore.

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DISSESTO FINANZIARIO – Invece l’esilio continua, in Europa League va il piccolo Sassuolo del milanista Squinzi, e per Berlusconi si profila una nuova disfatta: un’altra trentina di milioni in fumo, un deficit di almeno altri 60 milioni in proiezione nel bilancio 2016 e una classifica nel ranking Uefa da realtà minuscola, non certo da grande del calcio. Il Milan a settembre sarà trentatreesimo in classifica, ma nel 2017, non potendo giocare le coppe, scenderà ancora. E inevitabilmente attirerà sempre meno chi, calciatori, allenatori e sponsor, fino a poco tempo fa non vedeva l’ora di legare il proprio nome alla squadra e al club simboli dell’Italia in campo internazionale.

MIRAGGIO D’ORIENTE – L’ancora di salvezza per il futuro resta l’Estremo Oriente. E’ laggiù che, malgrado le sconfitte, il marchio del Milan rimane solidissimo, con chiare prospettive d’espansione. E’ laggiù che, come hanno constatato appena un paio di settimane fa i vecchi campioni del Milan Glorie in tournée, il nome e i colori della squadra delle sette Coppe dei Campioni vinte e dei tanti fuoriclasse passati da Milanello continuano ad attrarre giovani tifosi disposti a fare follie per una maglietta, una fotografia, un gadget. E’ da laggiù che arrivano gli acquirenti della cordata cinese, pronti a investire centinaia di milioni di euro per rilevare le quote di maggioranza da Silvio Berlusconi e per rilanciare la squadra.

GANCIKOFF AL LAVORO – La trattativa con Fininvest è più che mai in corso ed è arrivata al momento fatidico. A fine mese è prevista la scadenza della significativa verifica, mentre il manager italo-inglese Nicholas Gancikoff è presenza ormai scoperta per conto dei cinesi. Il sì o il no del proprietario potranno slittare al massimo fino all’ultima settimana di giugno, non oltre: significherebbe cominciare con l’handicap l’annata 2016-17. La sfortunata finale di Coppa Italia è già un ricordo: i milanisti aspettano un’altra notizia, ben più cruciale.

REBUS MERCATO – In questo scenario sospeso prosegue la discussa convivenza dei due amministratori delegati, entrambi presenti e attivi a Roma. Barbara Berlusconi ha viaggiato con la squadra, era in Vaticano all’udienza con Papa Francesco e poi in tribuna, seduta accanto al padre. Adriano Galliani ha fatto mercato all’hotel Parco dei Principi, accogliendo nel ritiro il primo acquisto della nuova stagione: l’esterno argentino di passaporto italiano Leonel Vangioni, 29 anni, in arrivo a parametro zero dal River Plate, avrà un triennale. L’unica certezza è l’addio al calcio del veterano Abbiati, il più attaccato al Milan. Il resto è ancora tutto da decifrare, a cominciare dall’allenatore.

BROCCHI IN BILICO – Berlusconi stesso, dopo la partita di Roma, non ha affatto dissipato i dubbi sul futuro di Brocchi, da lui promosso in panchina al posto di Mihajlovic: lo ha elogiato per il lavoro e per la bella finale, ma ha glissato sulla conferma: “Vediamo”. Il nome di Giampaolo, reduce dall’ottima stagione con l’Empoli, rappresenta al momento l’alternativa. Brocchi ha rivendicato il diritto a sperare: “Anche Allegri ci ha fatto i complimenti. Credo che si sia visto in campo qualcosa di mio. Sono entrato nella testa e nel cuore dei giocatori. E la difesa, con Donnarumma, Calabria, Romagnoli e De Sciglio, era molto giovane”. E italiana, come da dettami presidenziali.

BALOTELLI FRUSTRATO – Però tutto appare oggi secondario, incluso l’addio dei giocatori in scadenza di contratto e di quelli che sembrano ormai corpi estranei a Milanello: la lista degli uni e degli altri (Alex, Zapata, Mexès, Boateng, Diego Lopez) è capeggiata senza infingimenti da Ménez e Balotelli. Il francese, a Roma, pareva disinteressato alla partita dei compagni ed è risalito in tribuna distratto per la premiazione. L’eterno incompiuto, invece, non ha nascosto la stizza per il tardivo ingresso in campo, scagliando i parastinchi contro la panchina, a fine gara. Ma anche la sua frustrazione per l’ennesima stagione perduta, davanti al ct Conte compiaciuto per il recupero di De Sciglio e preoccupato per il guaio al polpaccio di Montolivo, è un dettaglio, di fronte all’attesa dei tifosi per la decisione di Berlusconi sul futuro del Milan.

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Fonte: Repubblica

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