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Il derby di Giordano: «Napoli o Lazio? Dipende da Higuain»

Maradona-Giordano-CarecaSedici anni di Lazio, tra giovanili e prima squadra, e tre di Napoli, dove ha vinto l’unico scudetto della sua carriera e una Coppa Italia, giocando al fianco di Diego Maradona. Sono stati questi i momenti più intriganti della carriera di Bruno Giordano, ex attaccante, tra i più forti del nostro calcio, tra gli Anni 70 e 80. Domenica sarà al San Paolo per assistere allo spareggio Champions tra Napoli e Lazio, un’emozione unica per chi ha il cuore diviso a metà. «È la prima volta che mi trovo in una situazione del genere. Una sfida che non è mai stata decisiva, così come lo sarà quella di domenica».

Partiamo sparati, Giordano: per chi tiferà?

«Sono in difficoltà. Diciamo che entrambe hanno il 50% di probabilità di accedere al playoff Champions. Può andar bene?».

Insomma… Si tratta di un evento inaspettato, determinato soltanto dal gol di Yanga-Mbiwa, che ha deciso il derby quando nessuno più avrebbe immaginato che l’1-1 si schiodasse.

«La Lazio si è punita da sola, doveva essere più umile. Mi è dispiaciuto, certo, soprattutto per l’esultanza dei giocatori romanisti. Per principio, ritengo che non si debba mai esagerare, che non si debba mancare di rispetto all’avversario. Tutto sommato, la Roma non ha vinto nulla che potesse giustificare quell’euforia scomposta».

Voltiamo pagina, Giordano: ritiene che la sfida di domenica sia il giusto epilogo di questo campionato?

«Per la verità il Napoli è stato abbastanza deludente, quest’anno. E pensare che nella scorsa estate c’era la convinzione che potesse, addirittura, competere con la Juve per lo scudetto. La Lazio, invece, s’è saputa inserire tra Napoli e Roma per la Champions. E, attualmente, credo che sia la squadra che meriti di più di giocare il preliminare».

Che partita si aspetta?

«Il Napoli dovrà giocare 90’ con la stessa intensità, perché alla Lazio sta bene anche il pari. Resta da capire quanto influiranno le sconfitte con Juve, in coppa, e Roma. La mia convinzione è che ci vorrà un grande Napoli per prevalere».

Chi saranno gli uomini-partita?

«Felipe Anderson, perché se il Napoli dovesse allungare le linee, lui potrebbe trovare gli spazi necessari per far esplodere il talento che ha. E poi Higuain. Non capisco come Benitez possa discuterlo e, addirittura, escluderlo. Ai campioni non si rinuncia mai. Devo dire, però, che certi atteggiamenti del Pipita non mi convincono».

In che senso?

«Ho l’impressione che lui non si trovi a proprio agio in questa squadra, è nervoso, si arrabbia spesso coi compagni. Modi di fare che evidenziano un malessere interiore. Ora, c’è da capire se ha patito più di tutti l’eliminazione dalla Champions League, oppure ha altri progetti in testa. Ma questo può saperlo soltanto lui».

Klose e Djordjevic: Pioli sta riflettendo su chi dei due dovrà schierare. Lei chi sceglierebbe?

«Klose, senza alcun dubbio, per il tipo di gioco, per la personalità e per l’esperienza che potrà garantire in una partita di grandi tensioni».

Benitez andrà via, in arrivo c’è Mihajlovic: lo ritiene idoneo per l’ambiente napoletano?

«È stato un grande calciatore e conosce bene le dinamiche dello spogliatoio. E poi, visti i risultati di questi due anni, non credo che Napoli possa rimpiangere Benitez. Lui avrebbe dovuto favorire il salto di qualità dopo il secondo posto conquistato da Mazzarri. Invece, le distanze dalla Juve sono aumentate
vertiginosamente».

Forse De Laurentiis non gli avrà messo a disposizione i giocatori che gli aveva chiesto: il presidente non è esente da colpe.

«Può darsi. Inutile spendere milioni per giocatori di valore medio. Ricordo sempre una massima di Italo Allodi. Diceva: Più spendi, meno spendi. Lui preferiva acquistare ogni anno un paio di giocatori importanti e non 5-6 che non valevano un top player».

La Gazzetta dello Sport

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