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Napoli, l’italianizzazione si è fermata a Valdifiori

DELAurentiisValdifioriPer il Napoli il passaggio dalla internazionalizzazione alla italianizzazione non poteva essere totale,in pochi mesi. E infatti è arrivato un solo calciatore italiano dal mercato, il playmaker Valdifiori, che Sarri conosce bene per averlo allenato a Empoli, profilo che De Laurentiis aveva cominciato a valutare in primavera, quando sulla panchina azzurra era seduto Benitez. Per la verità, sono arrivati tre stranieri che già giocavano in Italia (Allan, Hysaj e Gabriel) ed è tornato Reina, che aveva vissuto un’intensa stagione napoletana: non dovrebbero, dunque, avere problemi di inserimento e questo è un vantaggio per un nuovo tecnico. Un po’ per i regolamenti federali che prevedono l’aumento di italiani in organico e molto per scelta, De Laurentiis ha tentato altri colpi sul territorio nazionale. Con Astori, dopo due confuse settimane, non è stato raggiunto l’accordo e il centrale ha deciso di andare alla Fiorentina. Il presidente avrebbe voluto altri difensori, Darmian e Romagnoli, ma il primo è stato ceduto dal Torino al Manchester United e per l’altro la Roma chiede la luna. Ci sono stati sondaggi per altri due calciatori dell’Empoli, Tonelli e Saponara. Al momento il numero di stranieri in forza al Napoli si è solo lievemente ridotto rispetto alla scorsa stagione: da 20 a 18. Sono partiti Britos, Gargano, Michu e Zapata e sono arrivati Gabriel, Reina, Allan, Hysaj e Chiriches. In alcune partite della scorsa stagione era stato schierato un solo italiano; nel prossimo campionato potrebbero essere tre o due, se Sarri preferirà – almeno inizialmente – il vice capitano Maggio al suo pupillo Hysaj. Certe le presenze di Valdifiori regista e di Insigne nel nuovo ruolo di trequartista: entrambi puntano a essere inseriti nel gruppo che parteciperà agli Europei 2016, e non come figure di secondo piano. Il ragazzo di Frattamaggiore si trova a proprio agio in questa posizione concordata con Sarri. Anche Benitez lo teneva in grande considerazione, ne aveva fatto un ottimo esterno sinistro,bravo ad attaccare e coprire, prima del grave infortunio che ha tenuto Lorenzo lontano dai campi per cinque mesi. D’altra parte, al di là della nazionalità dei calciatori, Sarri ha un progetto tattico di italianizzazione, partito dal lavoro in difesa, necessario perché la retroguardia con Benitez ballava paurosamente e subiva al primo affondo, anche per l’assetto tattico squilibrato. Chiaramente un miglioramento si registrerà quando tra i pali si posizionerà Reina, tornato per riprendere il comando dello spogliatoio, come nella stagione 2013-2014, e per risolvere il problema emerso con la strana coppia Rafael-Andujar nella scorsa deludente annata. Ampliare la presenza di calciatori italiani nei club è da undici mesi l’auspicio del ct della Nazionale, Conte. Suggerimento pressoché inascoltato anche perché si chiedono cifre esagerate per giovani calciatori: è il caso di Romagnoli, che ha giocato 43 partite con Roma e Samp ed è valutato 30 milioni dalla società giallorossa. È già considerato un top player. Il tabellone del mercato evidenzia che la società che ha acquistato più italiani è il neopromosso Bologna: quattro. La squadra di Rossi e un’altra emiliana, il Carpi che per la prima volta vivrà l’emozione della serie A, sono quelle che presenteranno più italiani nella formazione base 2015-2016: otto. Il maggior numero di stranieri in campo lo schiererà, ancora una volta, l’Inter. Appena un italiano, l’esterno napoletano D’Ambrosio, per altro messo in lista di sbarco (tra i club interessati anche il Napoli in caso di interruzione della trattativa per Vrsaljko). Ma non c’è da meravigliarsi: l’Internazionale – appunto -già dieci anni fa schierò 11 stranieri su 11, dando un chiaro messaggio al sistema.

Il Mattino

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