PIANETA CALCIO

Addio a Franco Costa, storico volto Rai che ha raccontato Juventus e Toro

Tu quoque, Franco. Quante trasferte insieme, quante veglie attorno ai bivacchi del calcio. Franco Costa aveva 77 anni. Era un giornalista garbato, uno juventino «stiloso». Gli piaceva scarpinare, cucinava la notizia con il sorriso che non è complicità e con la distanza che non è muro. Dopo aver frequentato le redazioni di «Tuttosport», della «Gazzetta dello Sport», del «Corriere della Sera» e e di «Stampa Sera», entrò alla Rai e vi rimase per un trentennio. Di stanza sotto la Mole, seguiva Juventus e Torino, soprattutto.
Diventò volto e voce di «Novantesimo minuto», trasmissione che, in quel periodo, era una sorta di vocabolario domenicale: la sfogliavi goloso per suggerne le immagini che potevano farti correggere un episodio, alzare o abbassare un voto.
La popolarità gliela diedero le interviste a grandi giocatori come Michel Platini e Zibì Boniek, ma soprattutto i colloqui volanti con Gianni Agnelli le domeniche pomeriggio al vecchio Comunale, durante e subito dopo le partite. Con un gran cappello a fargli da aureola, con il microfono mirato all’erre moscia dell’Avvocato. E gli altri del plotoncino (quorum ego, talvolta) a religiosa distanza, il taccuino in mano, in attesa spasmodica dell’omelia.
Scrisse alcuni libri di piacevole lettura, «L’Avvocato e Signora», «Juve ti amo, 100 anni da Signora», «Signora & Signori, appunti segreti di viaggio dal 1968 a Platini». Di parte, sì, ma capace di un approccio che gli garantiva il rispetto anche degli avversari, colleghi o tifosi che fossero
Come spesso succede, ci perdemmo di vista. Ogni tanto una telefonata, poi nemmeno più quella. In questi casi si scrive: altri tempi. Proprio così. Non li rincorro, non li rimpiango, ma un po’ mi mancano. Per essere Franco, giù il cappello.

Roberto Beccantini

Commenti
Segui il canale PianetAzzurro.it su WhatsApp, clicca qui