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La forza della Roma? Una squadra di capitani

Di capitano nella Roma ce ne sarà sempre e soltanto uno. Cinque lettere e un numero, il dieci. Scritto sulle sue spalle per tanti anni e poi, probabilmente, mai più privilegio per nessun altro. Nella lingua del presidente Pallotta la chiamano legacy, che non è una semplice eredità, ma un concetto ancora più profondo. Radicato. Che avvolge non solo l’aspetto istituzionale di un ruolo, quello del capitano, ma dei valori umani, caratteriali. Di una piazza unica in Italia e di un amore viscerale per due colori. Totti è stato immenso, ovunque ma soprattutto a Roma, e non è un caso che per riuscire a dare continuità a quella fascia ci si siano messi addirittura in dieci. Numero non casuale, visto quello portato con fierezza sulla schiena per così tante primavere. De Rossi, Nainggolan, Florenzi, Strootman, ma anche Kolarov, Dzeko, Manolas, Fazio – il Comandante – e persino Gonalos e Lobont, che di mestiere fa il terzo portiere per Di Francesco. Perché è proprio qui che sta il segreto della stagione: la Roma è una squadra di capitani.

Fonte: Sky

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